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“Volti della nostra Terra”: intervista a Checco Guidi

Dal 20 Febbraio al 5 Marzo 2021, presso il Centro Commerciale Atlante di Dogana, sarà possibile visitare l’esposizione di ritratti del poeta dialettale Checco Guidi.

Nella mostra che ha per titolo “VOLTI DELLA NOSTRA TERRA” saranno esposti una trentina di ritratti a matita dell’autore, riproducenti personaggi caratteristici che hanno lasciato un’impronta importante nella vita pubblica e privata per il loro impegno nel sociale, nella politica, nel lavoro, nell’arte e che fanno ormai parte della “memoria” del nostro Paese, unitamente a persone che tuttora vivono e operano in diversi settori conferendo prestigio al nostro territorio.

A seguire intervista a Checco Guidi

“Volti della nostra Terra” è il titolo dell’esposizione allestita al centro Atlante, ospiti una trentina di ritratti realizzati da te, un omaggio a varie storie e personaggi di San Marino, di ieri e oggi. Secondo quale criterio li hai scelti?

Ma, in tutta sincerità, non ho seguito un criterio particolare nella scelta dei personaggi che ho ritratto; ho iniziato quasi casualmente a provare a disegnare volti, inizialmente soprattutto anziani, perché rimanevo colpito da immagini sia dal vivo che da fotografie che rappresentassero volti, sia che fossero di persone “importanti e note” sia che fossero “semplici” cittadini. All’inizio erano immagini di parenti, di nonni ritratti da vecchie foto, poi cercavo nelle famiglie foto di figure caratteristiche della nostra piccola Terra, uomini politici, medici, sacerdoti, artigiani, volti che mi riportavano indietro nel tempo della mia infanzia e che volevo riproporre anche ad un pubblico più allargato per salvare la “memoria” e le radici. Poi sono arrivati ritratti di personaggi anche giovani che sono tra noi, ma certamente non ho mai pensato di fare una graduatoria di merito dei personaggi che rappresento nei miei disegni.

La tua vena artistica è davvero un fiume in piena, ti esprimi attraverso poesia, narrativa e disegno. Da quale di queste forme di espressione ti senti maggiormente rappresentato?

E’ vero come dici che mi esprimo attraverso diverse forme; con la poesia ho iniziato ormai da più di quarant’anni perché sentivo il bisogno di esternare le mie sensazioni, i miei sentimenti, anche le mie critiche nei confronti di un mondo che esagera e che cambia troppo rapidamente . . . e il dialetto è sempre stata la mia lingua “madre”. La passione per la lettura mi ha accompagnato giornalmente dai primi anni dell’adolescenza e tuttora amo tanto leggere più che scrivere, mentre il disegno – che amavo fin da bambino – l’ho riscoperto solo negli ultimi anni con il tempo che mi concede il mio stato di pensionato. Certo scrivere e declamare poesie ad un pubblico di adulti, ma ancora più di anziani, che magari vivono lontano dalla nostra Terra è per me una sensazione appagante interiormente, ma ultimamente quando disegno e vedo man mano che il ritratto somiglia al soggetto e al volto che ho a fianco in fotografia, sento che sono felice. Poi sempre più spesso mi capita di ricevere richieste da amici o conoscenti per ritrarre un loro congiunto, un nonno, un bambino e questo mi gratifica.

Hai una formazione specifica nell’ambito del disegno e del ritratto in particolare o sei autodidatta?

Non ho avuto la possibilità di seguire in gioventù scuole o corsi per imparare il disegno, ma in questi ultimi 4, 5 anni ho frequentato il Laboratorio d’Arte di Domagnano diretto dal pittore Furiano Cesari il quale mi ha dato le prime nozioni sulla materia, unitamente a tanti amici artisti del Laboratorio con i quali si è creato un gruppo affiatato e creativo.

Tra i ritratti il tuo e quello di tuo padre Celso….cosa pensi quando li guardi?

Il mio padre “Celso ‘d Mè Mè” – come veniva chiamato da tutti quando un tempo tutte le famiglie si conoscevano soltanto attraverso un “soprannome” – era un carattere allegro e spensierato e lo ricordo nella sua “bottega” scherzare con i clienti che a volte passavano anche solo per un saluto o per raccontare un aneddoto o per bere un bicchierino di “mistrà”. Certo il mio carattere ha preso tanto da lui e adesso che vedo i nostri ritratti vicini lo sento presente come in quegli anni beati dell’infanzia.

Mi hai raccontato di sentirti molto felice “quando riesci a dare input e stimoli”. Come nasce l’idea di questo allestimento?

Passando spesso al Centro Atlante di Dogana, mi fermo volentieri ad ammirare le numerose mostre allestite nella piazzetta al piano terra della struttura e in questo tempo di pandemia, di “distanziamento sociale” obbligatorio, ho pensato che quel luogo (“location” direbbero oggi) fosse adatto ad ospitare una esposizione di ritratti –senza violare le norme in vigore – per dare una piccola scossa, uno stimolo ai visitatori del Centro, per far ricordare e far rivivere immagini e momenti della nostra vita di paese.

Quale personaggio ti è risultato più difficile ritrarre?

Mi chiedi quale personaggio è risultato più impegnativo nel fissarlo sulla carta e non so darti una risposta chiara, certo che i volti ritratti più in piccolo hanno una difficoltà maggiore nell’essere riprodotti con una certa somiglianza e alcuni hanno questa caratteristica, ma se devo ricordarne uno in particolare ti dico il ritratto dell’amico Peppino Ugolini che aveva una camicia “a quadretti” quasi impossibile tanto che quando lo incontro gli dico sempre scherzando: “La prossima volta se mi chiedi il ritratto la camicia te la metti bianca!”

Tanti i volti del Castello di Serravalle, il tuo di appartenenza, tante le storie e aneddoti di paese. Ritrovi nel quotidiano lo spirito di un tempo?

E’ vero, sono tanti i volti del Castello di Serravalle, che è anche il “mio” Castello, ma non c’è un discorso di campanilismo . . . era solo più facile reperire foto e ricordi locali; purtroppo oggi non è facile ritrovare – come dici – “lo spirito di un tempo nel quotidiano” anche se quando si trova un momento di calma e silenzio (come penso stia avvenendo anche visitando la mostra) ecco che tutto riaffiora e il ricordo si fa presente.

Gli amici che hanno già visitato il tuo allestimento che giudizio hanno espresso? Quale il personaggio ritratto che incontra più simpatia o stimola più domande?

La sensazione che ho provato e che provo sentendo alcuni amici, ma anche parenti dei personaggi che rivedono improvvisamente un volto e leggono le brevi biografie che accompagnano ogni ritratto, mi fanno pensare che il giudizio sull’iniziativa sia positivo. I volti sono tanti, dal barbiere, al prete, al “campanaro” all’artista, tutti stimolano domande o curiosità . . . ma la battuta più frequente che mi sento rivolgere è che nel mio ritratto sono molto più giovane e che quindi ho cercato volontariamente di barare!

 

Ogni quadro è accompagnato da una breve biografia del personaggio, per meglio conoscerne il carattere e l’opera svolta.

Francesco (Checco) Guidi ha esposto le proprie opere dal 12 al 30 Aprile 2014 – unitamente a Nadia Gatti e Vitelio Forcellini, allievi del Laboratorio d’Arte di Domagnano diretto da Furiano Cesari – al “Bar Ristorantino Bibità” di Serravalle; dal 4 Dicembre 2016 all’8 Gennaio 2017 a Palazzo Graziani di Città e dal 4 al 28 Aprile 2019 presso la Sala del Castello di Serravalle.

Gli orari di visita, gratuita, sono quelli di apertura del Centro Atlante.

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