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Vita da guida: non c’è fine. Non c’è inizio. C’è solo l’infinita passione della vita

Scorsa notte finalmente è arrivata la pioggia, questa mattina l’aria è fresca e frizzantina, il mio animo si sente rinfrancato e il mio pensiero mi pare più lucido e leggero. Si dice sempre che la prima pioggia dopo ferragosto segni un po’ la fine dell’estate, almeno di quella meteorologica.

Io aspetto il 5 settembre per salutare una magnifica estate di lavoro.

Ho ricominciato a fare la guida, in questa veste mi sono alternata con alcune colleghe all’interno di un Info Point posizionato a Porta di San Francesco, un’esperienza intensa, densa, bellissima, una magica bowl, una conchiglia che si è aperta da giugno tutte le mattine alle 10.30 per salutare il mondo di passaggio e in visita a San Marino, per chiudersi alle 18.

Una meravigliosa parentesi di vita che ha rinfrancato e nutrito nel profondo il mio essere, tanti i turisti che si sono fermati, ai quali, cartina alla mano, ho illustrato cosa visitare, in che ordine raccomandando sempre di spingersi sino al “passo delle streghe”, respirare a pieni polmoni e godersi l’attimo: una vista mozzafiato, un panorama che conquista, il mio Grandangolo sul mondo.

Nei mesi di chiusura ho avuto così tanta paura di non vedere più visitatori in Città che quest’estate mi sembrano tutti simpaticissimi, gentili e preziosi. Ho metaforicamente accompagnato i passi di ciascuno di loro, a volte mostrando loro bellezza e storia nel corso di  visite guidate.

Io dalla mia bowl ho goduto di un punto d’osservazione speciale sul mondo, alla mia sinistra il vigile, davanti a me un ristorantino delizioso, sopra a destra via Basilicius e nel mio immediato campo visivo verso l’alto, una storica bottiglieria del luogo.

Tanti i momenti in cui ho avuto l’impressione di essere tornata indietro nel tempo, a quando da bambina abitavo qua e la zona dopo la Porta del paese era il teatro delle mie passeggiate, da sola o in compagnia di qualche amica, un gelatino da Giulietti, un giretto alla “Fontana”, poi su alle Torri.

Se guardo la postazione della Polizia Civile vedo i ragazzi in divisa alternarsi, personale gentile e attento che non solo aiuta i passanti ad attraversare e regola il traffico, spesso risponde alle loro domande, lo fa con grazia, con cortesia.

Se la mia memoria corre un po’ indietro nel tempo mi rivedo a bordo del “Ciao” del nonno Vincenzo, seduta sul sellino, facciamo sempre lo stesso percorso: dal Palazzo Stella un breve passaggio sullo Stradone e ritorno, chissà cosa pensava il vigile dell’epoca vedendoci passare, probabilmente sorrideva e faceva finta di non vedere, oggi ci arresterebbero mi dico sempre ridendo.

Le dirimpettaie della mia bowl sono invece una mamma e una figlia, portano avanti con energia e amore una tradizione di famiglia: un piccolo ristorante a gestione familiare, lo stesso in cui tante volte sono venuta con mia zia Elena a mangiare la cotoletta alla milanese, il suo preferito in assoluto.

In questi mesi tante volte è sceso a scambiare due parole con me uno dei titolari della bottiglieria Barbieri, Dino, volto da sempre presente nella mia memoria, abitava nella mia stessa via in Città, una persona gentile e saggia, mi ha raccontato tante cose sulla mia famiglia e su mio zio Memmo suo compagno di corso ai tempi dell’Università. Mi ha raccontato com’era il turismo una volta e com’è diventato oggi, spesso mi ha detto “prima la famiglia e poi il lavoro, sono due valori importantissimi ricorda, ma la famiglia viene prima di tutto, se non hai quella non hai nulla”, una frase che mi porto nel cuore.

Nei miei pensieri l’ho rivista tante volte la mia famiglia, molto legata a Città, dove il bisnonno ha impiantato la prima falegnameria, vicino alla Prima Torre la loro abitazione, poi i miei nonni, si sono spostati in via Gino Giacomini, al Palazzo Stella dove io sono nata e dove ho vissuto sino ai 18 anni.

Vita da guida

Vita da guida: raccontare la parte più bella di San Marino ai turisti e non solo mi piace, è il filo rosso che lega la mia vita a quella della mia famiglia. Racconto la leggenda pensando a quanto tempo ha speso mia babbo a studiare e scrivere di storia sammarinese, illustro la facciata del Palazzo e rivedo mio nonno che vi entrava indossando il costume della Reggenza il primo aprile di tanti anni fa, lancio un bacio da fuori a mio cugino  quando so che è in corso il Consiglio, arrivo sino alla Rocca vicino alla casa dove hanno abitato e vissuto mia mamma e mio zio.

Amo ciò che faccio non potevo fare altro che questo.

Qualche tempo fa un bel giorno un signore anziano, negoziante di un’attività storica mi ha chiesto “ma tu chi sei?”

Ho risposto “Come chi sono? sono Chiara la guida turistica” ha insistito “…si si lo so ma… a quale famiglia appartieni?”

Gli ho spiegato con orgoglio che il mio bisnonno si chiamava Nino Amati ed era un’ebanista, una persona con un grande senso degli affari, onesta e intraprendente, che mia nonna Anna è stata una delle prime farmaciste di San Marino, ho aggiunto che mio nonno Vincenzo è stato Capitano Reggente per ben tre volte, gli ho detto anche che io appartengo a Città con tutto il mio cuore e che ogni sasso, luogo giardino è intimamente legato a me e alla mia storia. Mi ha ascoltato e ha sorriso poi mi ha detto “Ah ho capito sei la Chiara dei Mingoun allora…lo dicevo io!”.

Esatto sono la Chiara dei Mingoun, lo ero trent’anni fa lo sarò fra altrettanti, sono orgogliosa delle mie radici e altrettanto delle mie ali, perché ciò che conta nella vita è lo spirito e il modo in cui si affrontano le cose e io di quello ne ho da vendere, perché chi ha camminato prima di me ha fatto in modo che non mi dimenticassi mai chi sono, da dove vengo e dove voglio andare e io desidero camminare in questo ” fiore di poesia nella severa via della storia” che si chiama San Marino.

Chiara Macina

 

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