venerdì , Novembre 22 2024

“Via da qui” di Antonio Di Bianco

Via da qui

di Antonio Di Bianco

 

Metterò le mie scintille in valigia,

E correrò lontano.

Senza lasciare nessuna verità.

Me ne andrò un’altra volta, con o senza pioggia.

Come un bene che evapora.

Rassegnato e stanco di vederti ovunque,

e di sentirti anche dove non ci sei.

Correrò ancora senza voltarmi.

Lasciando le parole che non ho detto.

Schernendo le ovvietà.

Non c’è posto per me in questa città.

È una favola senza lieto fine.

Dove ognuno é felice di essere solo.

Corrotto dal proprio ego.

Corroso da ricordi finti e da vittorie che non esistono.

Correrò ancora senza fermarmi

Per non soffocare.

Portando le mie idee,

lontano.

Via da qui.

 

 

Sinossi emotiva della poesia “Via da qui”

“Via da qui” è “una sorta di nucleo germinale o prefazione” della poesia “Sarò libero” infatti offre una sorta di base emotiva sulla quale si ampliano le tematiche non affrontate nell’altra poesia. Nel testo, si fa riferimento in modo più dettagliato al rapporto con gli altri, al rapporto che gli altri hanno con sé stessi, e a un amore finito in una città lontana dal proprio mondo interno. Proprio la lettura recente di “Via da qui” ha permesso la creazione di “Sarò libero” offrendo spunti di riflessione e ispirazione.

Composta nel lontano 2017, “Via da qui” è stata pensata come un testo di facile fruibilità, non a caso si evince, la necessità di una poesia dal taglio corto, seppur “appesantita” da alcune parole un po’ più “auliche” in alcuni punti. L’ispirazione è arrivata da situazioni e necessità personali, direttamente affrontate da me. Ho trovato difficile disgiungere il testo, credo sia perfettamente unito da un unico filo logico, comunque analizzando nel dettaglio: nella prima parte scrivo: “Metterò le mie scintille in valigia, e correrò lontano. Senza lasciare nessuna verità. Me ne andrò un’altra volta, con o senza pioggia.  Come un bene che evapora. Rassegnato e stanco di vederti ovunque, e di sentirti anche dove non ci sei

Al principio del testo marco la necessità di fare la valigia e andare via, di solito quando si va in un posto nuovo, si parte con tanta speranza e necessità di rivalsa; io parlo delle scintille, chi ha letto le poesie precedenti, sa che accosto una simbologia molto potente ed ampia alle scintille, quindi quando scrivo: “metterò le mie scintille in valigia”, mi riferisco ai miei sogni e ai miei desideri, ma non solo, anche alla mia forza e alle mie pulsioni, a tutta la mia interiorità, che nel posto dove sto è “sprecata”. Appunto, dico “correrò lontano senza lasciare nessuna verità”, cioè andrò molto lontano, tanto da dimenticare un posto come questo, ma non lascerò nessuna delle mie verità, ovvero, che non darò spiegazioni agli altri, non mi giustificherò, anche perché ho capito che non tutte le persone meritano di conoscermi. Quindi metto una sana barriera tra me e il “resto della comunità”, affermo che me ne andrò più volte se sarà necessario, nel caso in cui dovessi tornare e ancora sottolineo il mio desiderio di venir fuori da un luogo così mostruoso per me, uso la metafora della pioggia, chiarendo che andrò via comunque, anche se non dovessi essere triste e nemmeno la pioggia, ossia nemmeno altre cose potranno fermarmi dalla scelta che ho intrapreso. Anche perché restare in un certo punto è come se mi bloccasse nel passato, nel vedere e sentire persone con cui le mie relazioni, sia amorose che amicali, sono finite, infatti scrivo: “rassegnato e stanco di vederti e sentirti ovunque anche se non ci sei”.

 

Nella parte centrale espongo: “Correrò ancora senza voltarmi. Lasciando le parole che non ho detto. Schernendo le ovvietà. Non c’è posto per me in questa città. È una favola senza lieto fine.  Dove ognuno é felice di essere solo.  Corrotto dal proprio ego.  Corroso da ricordi finti e da vittorie che non esistono.”

Come si nota, la necessità di “correre lontano” è continuamente rimandata al lettore, parlo delle parole che non ho detto, ma cerco semplicemente di dire, che abbandonerò l’idea di far cambiare agli altri i pregiudizi che hanno sulla mia persona, perché non è necessario. Dico ancora che non c’è posto per me in città, perché “è una favola senza lieto fine” vale a dire, è un posto che solo apparentemente sembra bello, ma che non può darmi nulla anche perché, e qui mi riferisco alle persone che lo popolano, tutti sono occupati ad essere asociali ed antisociali, molto spesso ho notato dei comportamenti e delle attitudini alquanto malsane, perché in questa città, le persone si chiudono in sé stesse e dunque creano pregiudizi e luoghi comuni che non li rendono “pronti” per il mondo reale. La gente è “corrotta dal proprio ego, da vittorie a metà e ricordi finti” ho inserito queste frasi perché, quando composi il testo, erano tornate alla memoria tante persone, da ragazzino infatti, ero amico della cosiddetta “gente perbene” ragazzini cui i genitori erano baroni, gestori d’ospedali o di grandi negozi, loro pensavano di essere il meglio del meglio, il plus ultra della società, tutto gli era concesso o permesso, perché avevano il potere economico, purtroppo il denaro non rende migliori le persone ma le inaridisce dall’interno, erano e sono state le persone più subdole, cattive e superficiali che abbia mai conosciuto, sapevano solo ubriacarsi, fumare erba e fare sesso, non c’era sostanza in loro e non a caso, difficilmente ad oggi, riescono ad avvicinare altre persone, sono cosi profondamente corrotti e brutti internamente che stanno bene “solo tra di essi”, fortunatamente tutti loro, hanno lasciato la mia vita e l’hanno resa meravigliosa, del resto sono stato sollevato da un grande peso, il che mi fa ridere, perché ancora oggi, credono di avermi ostracizzato o fatto del male, in realtà mi hanno fatto il grande favore di liberare spazio per persone migliori, non mi interessa davvero se fanno finta di non riconoscermi per strada, non sono nei mie pensieri e non perdo le mie energie per accedere alle loro “grazie”  gli sono immensamente grato per avermi mostrato chi non vorrò mai diventare. Ho incatenato tra le parole di questo testo ciò che pensavo di loro, e “l’ho lasciato lì a morire” questo ha completamente liberato la mia mente. Ad ogni modo, Non mi sono mai dato delle arie in vita mia, e credo che sia la cosa migliore, preferisco essere me stesso, non devo ostentare proprio nulla, ostenta chi è senza sicurezza. Cosa che i miei amici del passato sapevano fare fin troppo bene, non so nemmeno come abbia potuto considerare amiche alcune persone in certi frangenti della mia vita. Ma va bene così, ancora una volta, ripeto che i loro atteggiamenti e i loro insulti non mi fanno del male, ma sono il balsamo che fortifica la mia corazza, del resto come potrebbero ferirmi le parole e le azioni di persone che ho smesso di considerare più di dieci anni fa?

La parte finale si conclude con: “Correrò ancora senza fermarmi, per non soffocare. Portando le mie idee, lontano. Via da qui.”

Alla fine del lavoro, rimando all’inizio del testo, precisamente, cerco di esporre che: andrò via, così lontano e velocemente da dover correre, perché voglio lasciare tutte quelle cose noiose e spezzate del passato, le persone non risolte e tossiche, porterò le mie idee, cioè me stesso via da qui, in posti dove potrò crescere e stare con chi riuscirà a darmi valore.

 

Questa poesia è stata finalista, nel XXIX concorso e premio nazionale letterario, d’arte e cultura Giuseppe Gioachino Belli. (2017). E ben tre anni dopo, trova posto, nella rivista letteraria “Zomma.news” della Repubblica di San Marino. Sfortunatamente non ho potuto promuovere molto questo testo ma spero di potergli dare più visibilità in futuro.

Chi è Antonio Di Bianco

IG: https://www.instagram.com/anthonyd.whites/

FB: https://www.facebook.com/antonello.dibianco.7/

Antonio Di Bianco, dopo aver terminato il liceo Classico, si è laureato alla triennale di Scienze e Tecniche Psicologiche, dell’università G. D’Annunzio, di Chieti.

Ha terminato il suo ciclo di studi con una laurea magistrale in psicologia clinica e della riabilitazione presso l’università “N.Cusano” di Roma. Ed ha ornato il tutto con un master di secondo livello in “Human Resources Management” presso l’università “N.Cusano” di Roma, superato con il massimo dei voti. Parla quattro lingue e scrive dall’età di 16 anni.

La sua prima poesia “Tristezza” è stata pubblicata sulla Gazzetta Del Sud del 22 Novembre 2011.

Classificato al secondo posto, con la poesia “Innocenza”,  nella sezione A, al IV concorso letterario “Domenico Zappone” indetto dall’associazione artistico culturale “Amici di Ermelinda Oliva (2012).

La sua poesia “Smuovi” è stata inserita nell’antologia “Guido Zucchi 2012”.

Semi-finalista, nella sezione “tema libero” con la poesia “Natale” alla V edizione del concorso Europeo Wilde, (2012).

Finalista, con la poesia “Natale” al premio internazionale di poesia “Emozioni poetiche”, inoltre la medesima è stata inserita nell’antologia “Agenda Dei Poeti 2013”.

Primo classificato, al concorso letterario nazionale, dell’associazione B-side (2013), nella sezione testi per canzone, con “Disperso”.

La poesia “Smuovi” è stata inserita nel giornale “Intimità” del 17 Luglio 2013.

La poesia “Un nuovo paio di occhi” è stata inserita nell’antologia “Guido Zucchi 2013”.

Semi-finalista, nel concorso scrittura attiva, indetto dall’associazione “Elementi Dinamici”, nella sezione testo-canzone, con “Hope” (2014).

Semi-finalista, nel XXVIII concorso e premio nazionale letterario, d’arte e cultura Giuseppe Gioachino Belli. Con “Scintille” (2016). Sezione poesia. La stessa è stata inserita nella medesima antologia.

Semi-finalista, alla 9° edizione del premio Wilde, nella sezione “Tema libero” con la poesia “La Luce”.  E finalista nella sezione speciale “Localitour d’autore” con testo canzone “Mi sto ribellando con amore” (2016).

Tra dicembre 2016 e febbraio 2017 ha pubblicato diversi articoli per Blastingnews.com occupandosi di temi quali: eventi, politica europea e benessere. Qui alcuni articoli:

https://it.blastingnews.com/tempo-libero/2016/11/epifania-2017-tutto-cio-che-bisogna-sapere-per-non-perdere-gli-eventi-del-6-gennaio-001277743.html

 

https://it.blastingnews.com/opinioni/2016/12/la-brexit-distruggera-il-regno-unito-001329709.html

 

Finalista, nella III Edizione del premio letterario per il Verso Giusto, di Arenzano, nella sezione testo canzone con “Spento”. (2017).

La poesia “Manchester” è stata inserita nel giornale “Intimità” del 26 Luglio 2017.

Finalista, nel XXIX concorso e premio nazionale letterario, d’arte e cultura Giuseppe Gioachino Belli. Con “Via da qui” (2017).

 

La poesia “Uragano” è stata inserita nel giornale “Intimità” del 7 Marzo 2018.

La poesia “Il destino degli innamorati” è stata inserita nel giornale “Intimità” del 9 Ottobre 2018.

La poesia scritta in spagnolo “Fenix” è stata inserita nella seconda edizione della rivista “Nefelismos”, Venezuela, Caracas, del 1 Novembre 2019.

Finalista, al IV concorso internazionale di poesia inedita “Il Tiburtino” con la poesia “Siviglia”. Indetto dalla casa editrice “Aletti Editore”. Gennaio 2020.

La poesia “Siviglia” è stata inserita nel giornale “Intimità” del 4 Marzo 2020.

Secondo classificato, con la poesia “Il destino degli innamorati” nel Contest nazionale di poesia “Free Poetry” del 31 Maggio 2020. Indetto dalla casa editrice Tomarchio Editore.

Finalista nel concorso “Antologia poetica accademia dei poeti” IV Edizione, di Castiglione Olona, con la poesia “Il destino degli innamorati” la stessa è stata inserita nella medesima antologia poetica, Settembre 2020.

Le poesie scritte in spagnolo “La luna de Barranquilla” y “Te he buscado” sono state incluse nel numero 28, della rivista letteraria “Trinando” Colombia, Bogotà dell’11 Novembre 2020. http://revistatrinando.com/pagina11.htm

La poesia tradotta in spagnolo “El destino del los enamorados” è stata inserita nella terza edizione della rivista letteraria Ámalon, Hermosillo, Sonora, Messico del 17 Novembre 2020.

https://www.editorial3k.com/revistaamalon003

Le poesie in spagnolo “El destino de los enamorados” e “Ruido” sono state incluse nel numero 37 della rivista letteraria “Aristos Internacionales” Alicante, Spagna. Novembre 2020.

https://aristosinternacional.com/poesia-en-espanol/

Le poesie scritte e tradotte in portoghese: “A lua de Barranquilla”, “Algumas pessoas”, “Te busquei”, “O destino dos apaixonados” e “Natal” sono state incluse nel numero 66, della rivista letteraria “Revista Conexão Literatura”. Brasile, San Paolo. 1 Dicembre 2020. http://www.fabricadeebooks.com.br/conexao_literatura66.pdf

Finalista nella sezione B della prima edizione del Concorso nazionale di poesia e prosa “Sei autori in cerca di editore” promossa dalla casa editrice Tomarchio Editore e  in collaborazione con altri enti. Con il racconto “Guardami con nuovi occhi”. Dicembre 2020.

La poesia scritta in portoghese “Volim Te” è stata inserita nell’edizione numero 8 della rivista “Projeto AutoEstima”. Brasile, San Paolo. 10 Dicembre 2020.

http://www.fabricadeebooks.com.br/revista_projeto_autoestima_8.pdf

La poesia “La luna di Barranquilla” è stata inserita nella rivista letteraria “Zomma.news” della Repubblica di San Marino il 16 dicembre 2020, mentre la poesia “Natale” è stata pubblicata sulla stessa il 23 dicembre 2020, iniziando così una collaborazione ancora in corso. Qui alcuni esempi:

https://www.zoomma.news/la-luna-di-barranquilla-sinossi-emozionale/

https://www.zoomma.news/natale-poesia-di-antonio-di-bianco/

La poesia tradotta in spagnolo “Navidad” è stata inserita nel numero 38 della rivista “Aristos internacional” del 21 Dicembre 2020. Alicante, Spagna.

https://aristosinternacional.com/poemas-en-espanol-una-navidad-diferente/

 

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