Nella foto siamo in tre: io, in mezzo Amalia e vicino a lei Andrea, siamo giovani spensierati e con un’aria un po’ imbarazzata , nel quotidiano non vestiamo abiti così seri mai, preferiamo una sorta di divisa d’ordinanza: jeans con l’orlo sfilacciato, Barbour e anfibi, ma lo scatto ci ritrae al Veglione studentesco, abbiamo 18 anni, siamo al Grand Hotel di Rimini, non ricordo se trovare l’abito adatto ci abbia fatto spendere tempo o meno, noto con disappunto che non ho tolto lo Swatch dal polso e che ho un’acconciatura abbastanza improbabile, ma sorrido guardando i miei occhi brillanti e felici.
Il Veglione studentesco è una tradizione per il liceo sammarinese, organizzato dai ragazzi dell’ultimo anno, una notte magica dove studenti e insegnanti si mostrano con abiti diversi e con uno spirito leggero e divertito. Così è nel 2021 per mia figlia, così è stato nel 1996 per me, idem per mia mamma e mia nonna.
Da qualche anno, tradizione nella tradizione, a questa serata possono partecipare anche i genitori, quest’anno è stato tutto in forse sino alla fine ma …bibidi bobidi bù, ci sarò anche io al veglione e non avrò occhi che per mia figlia e per le sue amiche, ripeterò cento volte che mi sembra ieri che andavo a vedere le recite dell’asilo e passato ieri che andavo al mio di veglione e che si, il tempo passa troppo in fretta.
I genitori ripetono tutti più o meno le stesse cose, banali, verissime autentiche e sentite, il loro cuore si ferma in ogni momento importante per la vita dei loro figli, il primo giorno di scuola, il primo viaggio, la prima volta che si innamorano, quando escono di casa, quando diventano genitori, una trafila di eventi che fa assolutamente passare in secondo piano qualsiasi evento topico nella lora di vita, giusto o sbagliato che sia.
Io lo ripeto sempre c’è stata una vita prima dei miei figli e poi c’è stata la vita vera, la vera me stessa, nata grazie a loro, prima c’è stata una ragazza schiva, chiusa e molto critica verso se stessa e gli altri e poi c’è stata una persona che si diverte e tanto a camminare nel mondo al passo dei propri figli, una donna che ride sempre le basta pensare a quei visi bellissimi con le ciglia lunghe lunghe e il monociglio che la aspettano a casa.
Non so se mia figlia sia contenta vada anche io al suo veglione “Mica avrò tempo per stare con te quella sera”, “Si ma il veglione è degli studenti non dovrebbero venire i genitori” “ma come ti vesti?” mi ripete come da copione la mia diciottenne, so che io felice di andarci lo sono e moltissimo, e dentro di me quella sera balleranno un valzer tutti i miei ricordi.
I figli a volte pensano ai genitori come a dei marziani, un po’ noiosoni, che ripetono cose e fanno prediche, non sanno che il nostro cuore batte di mille emozioni e abbiamo anche noi tanti sogni, molti riguardano loro i nostri figli, altri noi stessi, la nostra vita, il futuro.
Riguardo ancora la foto di me Andrea ed Amalia, miei amatissimi compagni, sembrano identici anzi forse oggi sono ancora più belli, lei ha sempre quelle fossette dolcissime quando sorride, lui quegli occhi divertiti e ironici.
Arianna guarderà le foto del veglione tra vent’anni ? Cercherà una traccia della ragazza che è stata? Ricorderà che siamo state a Rimini un pomeriggio a cercare il vestito e che ho trovato gli orecchini dello stesso colore? Forse si…
I ricordi battono dentro di me come un secondo cuore.
(John Banville)
Chiara Macina