Un risparmio di tempo
Mrs Vemon entrò nel momento esatto in cui Virginia tirò giù dallo stipo la padella in acciaio. Aveva già pesato tutti gli ingredienti, che ora si trovavano disposti in bell’ordine sul ripiano della cucina: le uova, il latte, lo zucchero, la farina, il cioccolato fondente, e dentro un cilindretto di plastica trasparente, chiuso da un tappo di gomma rosso, il baccello di vaniglia.
«Ah. Hai già iniziato.»
La voce tradì un accenno di disappunto, ma Virginia decise che non ci avrebbe fatto caso. Era il SUO pomeriggio, la SUA ricetta e soprattutto era il compleanno di SUO marito, e pazienza se questi fosse, al contempo, anche il figlio di Mrs Vemon.
«Sì, ho risparmiato un quarto d’ora buono nella preparazione dell’arrosto. Mary Jane mi ha insegnato un trucco fantastico su come legarlo; se vuole più tardi glielo mostro.»
Mrs Vemon alzò la spalle.
«Non credo proprio di aver bisogno dei consigli di cucina di Mary Jane.»
Virginia si voltò e sfoggiò il suo miglior sorriso.
«Ma CERTO che no, mamma Vemon.»
L’anziana signora depose la borsetta su una sedia, e ne tolse una serie di buste di carta. Poi si levò capello e soprabito e andò a lavarsi le mani.
«Ti ho portato le uova della Fattoria Oleson, sono decisamente meglio di quelle che compri tu allo spaccio. E anche il latte, sono passata a prenderlo dai Breathing. Tu ti ostini a usare quello parzialmente scremato, ma ti assicuro che nulla è meglio del latte appena munto.»
Ancora Virginia sorrise.
«Oh, se vuoi morire di salmonellosi, il latte appena munto è davvero ideale, su questo sono d’accordo con lei, mamma Vemon. Comunque ho già comprato questo e andrà più che bene. E’ della centrale del latte comunale. E’ come se lo mungesse direttamente il sindaco. Non vorrà scontentare il nostro sindaco, mamma Vemon.»
Mrs Vemon socchiuse gli occhi. Con un movimento secco aprì l’ultima bustina
«E qui ti ho comprato la vaniglia in polvere. E’ una vera novità. Potrai risparmiare un sacco di tempo, usando questa e non il baccello. E tu ami risparmiare tempo, Virginia, non è vero? Un sacco di tempo.»
La donna si avvicinò asciugandosi le mani nel grembiule. Vaniglia in polvere. Ne aveva sentito parlare. Mary Jane le aveva detto che era arrivata da poco, allo spaccio, e che lei era stata la prima a provarla. Un vero portento, non ti accorgevi della differenza.
«Un enorme risparmio di tempo, Virginia.»
Mrs Vemon le rivolse un sorriso complice.
«Perché no? Ci posso pensare. Grazie per il pensiero, mamma Vemon. E’ bello sapere di poter sempre contare su di lei.»
L’anziana signora parve arrossire. Si diresse verso il frigorifero, mentre Virginia apriva i cartoni del latte e li metteva a scaldare nella casseruola.
«Posso prendere una caramella di rabarbaro?»
«Oh certo, mamma Venom, lo sa che quelle le compriamo solo per lei. Noi non le mangiamo. Paul le trova orribili. Lo dice sempre. “quelle orribili caramelle che piacciono solo a mia madre…”»
Mrs Venom scartò la caramella e lasciò cadere la carta a terra.
«Paul ha sempre mostrato pessimo gusto, cara. In tutte le sue scelte, nessuna esclusa. Ora, perché non vieni ad assaggiare questa vaniglia? Io la trovo profumatissima. La fine del mondo.»
Virgina si avvicinò. Prese in mano la bustina, la rigirò fra le dita. Continuava a maneggiarla come se aspettasse qualcosa.
E finalmente accadde.
Mrs Vemon si accasciò a terra, tenendosi il ventre. Un fiotto di sangue le uscì dalla bocca e poi più nulla. Gli occhi voltati all’indietro sembravano rapiti dalla visione delle gambe della sedia.
Virginia sorrise. Si abbassò sulla suocera, aprì la vaniglia, e poi gliela mise fra il pollice e l’indice della mano destra.
«Che peccato, mamma Vemon, arrivare sempre ultima.»
Raccolse la carta della caramella al rabarbaro e la bruciò accuratamente alla fiamma del fornello.