Scoperta l’identità il demone sparisce!
Scatti isterici e urla di paura certo non mancano alla visione di “The Conjuring – Il caso Enfield” secondo capitolo dell’horror che ha lasciato tutti ancora una volta con il fiato sospeso fino all’ultimo secondo. Alla fine del 1977, con gli strascichi di Long Island che ancora li ossessionavano, i Warren si erano imposti una pausa di riflessione e si erano recati a Londra, dove dovettero affrontare un’entità demoniaca che si era insediata nella casa della famiglia Hodgson, nel popolare quartiere di Enfield. Quella che da molti era considerata una mistificazione, divenne uno dei casi più documentati nella storia del paranormale. ( così vogliono farci credere) Tornano così i coniugi Warren, investigatori del paranormale, per questo nuovo terrificante caso da risolvere.
Il film è un horror abbastanza specifico, devo ammettere i brividini lungo la schiena in alcuni punti, effetti speciali fatti molto bene e attori un po’ scialbi, sinceramente nulla di che. La pellicola scorre velocemente soprattutto nella seconda parte, trovando finalmente respiro dopo un primo tempo lento e poco costruito. Tutti presenti gli elementi del classico horror, ovvero bambini vittime di spiriti cattivi e malvagi, cambi di voce repentini, riflessi sullo specchio, musica improvvisa, scherzi subiti dal demone cattivo alla famiglia sfortunata e povera, etc etc… La piccola protagonista impossessata dal demone cattivo è come al solito un ragazzina nerd, indifesa e triste la quale subisce mille traumi causati dal demone. Poi infine ecco che il fantasiose brutto e cattivone viene scacciato perché rivelata la sua identità e maledetto all’inferno. Bene. Ma l’inferno esiste? esiste il paradiso? questo film, inevitabilmente di parte, parla della redenzione, credere nel paradiso ,nel bene, in Dio, nel passare oltre una volta morti. La paura alimenta il male, il terrore procura delirio e negatività, pensare negativo può dare solo potere proprio a ciò che non amiamo. Allora Ecco che l’unione familiare, la condivisione di buone esperienze, l’amore tra uomo e donna, la procreazione di figli, aiuta e alimenta un pensiero positivo lanciato verso la luce del bene… Il film spiega il perché in qualche modo questa famiglia ha una buona dose di negatività addosso, facendo capire allo spettatore tutte le circostanze precedenti all’azione iniziale, ma non sottolinea mai il fatto che anche in difficoltà un essere umano può comunque risollevarsi con le proprie gambe, utilizzando la cosa più importante al mondo ovvero l’intelligenza.
Qua no! in questo caso la famiglia essendo stata abbandonata dal padre e quindi dal capo branco è del tutto spersa e incrinata negli affetti e negli equilibri; Certo non è una bella cosa subire un abbandono ma in questo caso viene solo sottolineato che senza guida siamo solo persi e costretti al dolore! Sinceramente la trovo una morale così piccola e soprattutto manipolatrice da far venire i brividi, altro che il film! Utilizzare le paure degli uomini per costringerli poi a credere che senza una guida suprema saremo del tutto destinati alle tenebre lo considero umiliante all’intelligenza dell’uomo. Alla fine poi non potevano mancare i protagonisti principali , i coniugi gostbuster, soddisfatti e felici di avere sconfitto il demone, ballare amorosi e abbracciati sulle note di Elvis!
Insomma che dire? Bocciato!!!