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Spezzoni di Juta: Simone Rastelli e i fumetti

SAN MARINO. Simone Rastelli, firma Juta, è un fumettista sammarinese autore della serie “Spezzoni di vite drammatiche” recentemente pubblicata sulle pagine di Artribune. Le sue storie tragicomiche parlano di vite sghembe e personaggi “figli di una periferia che si allarga attorno a un centro che non c’è”. Le nuvole parlanti di Juta raccontano perfettamente, con sincerità e potenza, la vita degli anni della crisi, sia essa sociale o intima.

© Juta

Quando e come è nata l’idea alla base della serie? 
Non ho mai deciso nulla prima di farlo. Gli spezzoni sono nati un po’ per caso da una serie di coincidenze, avevo voglia di fare storie brevi, veloci da disegnare e da leggere. Che cosa sia questa serie lo sto scoprendo strada facendo, il progetto esiste da più di due anni ma è in continuo mutamento. Alla base c’è semplicemente l’idea di raccontare ogni volta un personaggio diverso. Ci sono varie regole che mi sono dato: il bianco e nero, l’unità di tempo e di luogo, il tono tragicomico. Tutte regole che poi trovo sempre il modo di aggirare.

Nei tuoi personaggi c’è tanta solitudine, insicurezza e una grandissima difficoltà di comunicare con gli altri: cosa li potrebbe salvare? 
Se esiste un modo per salvarli, non lo saprei comunicare.

© Juta

Bianco e nero, tratto sghembo e segno grafico senza fronzoli: il disegno è essenziale, funzionale prima di tutto alla narrazione pura e all’aspetto comunicativo. Hai una coerenza stilistica?
Dal punto di vista stilistico negli Spezzoni utilizzo un tratto poco raffinato, i disegni sono imprecisi e precari. Negli Spezzoni tutto è fragile e ridicolo e questo stile malconcio si adatta alle storie che si raccontano. Molti elementi stilistici degli Spezzoni sono un compromesso tra le mie capacità tecniche e la necessità di raccontare. Il mio percorso autoriale consiste nel trasformare quei compromessi in delle scelte. Partendo dal presupposto che un disegno non può essere sbagliato, l’unico limite entro il quale cerco di muovermi è quello della leggibilità. Il ritmo è una delle cose più importanti del fumetto, se i disegni diventano troppo imprecisi, si rischia di dover dedicare troppo tempo a decifrare un’immagine e perdere il ritmo di lettura.

© Juta

I tuoi fumetti sono atipici, non solo nella forma, ma anche per la struttura narrativa che spesso propone  un intreccio non lineare. Ci sono fumetti o disegnatori che ti hanno particolarmente influenzato? 
Assolutamente si, alcuni libri sono più spesso sul tavolo dove lavoro piuttosto che sullo scaffale.  “Nessuno mi farà del male” di Giacomo Monti ad esempio. In questo fumetto, Monti descrive la miseria della vita quotidiana mettendo in scena eventi assolutamente fuori dall’ordinario. Descrive le dure atmosfere della periferia, entra nei dettagli più intimi mentre intorno accadono eventi cosmici. Questa commistione di reale ed immaginario mette in luce il quotidiano nella sua degenerazione, lo stile sintetico ed asciutto riesce ad aprire a paesaggi complessi, fatti di abitudini consolidate e rapporti perversi.  Un altro grandissimo che continuo a guardare è Altan, autore noto soprattutto per le sue vignette ma capace di spaziare dalla Pimpa alle biografie a fumetti di personaggi storici.

Disegnerai altri personaggi dalle vite spezzate? A quali progetti stai lavorando ora?
Ho già altri spezzoni pronti e presto li metterò online, continuerò questo progetto fino a che ne avrò voglia, al momento ne ho ancora voglia. Riguardo ai fumetti ora sto iniziando a lavorare ad un libro, è un lavoro molto diverso dagli Spezzoni, soprattutto per la struttura del racconto. 

Non solo fumetti ma anche murales legati alla tradizione sammarinese.  Con il “Viaggio di Marino” hai arricchito l’ultimo tratto recuperato della Scala Colombaia di via Giacomini in Città: ad ogni rampa una tappa della storia di Marino e Leo nel leggendario percorso all’origine della comunità.  Quanto ti senti legato alle tue radici sammarinesi? Qual è il tuo rapporto con la street art?
San Marino è casa mia, c’è la mia famiglia e molti amici con cui sono cresciuto. Sono legato a questo piuttosto che alla mia nazionalità. La street art è molto affascinante, soprattutto per l’atteggiamento collaborativo degli autori che fanno parte di questo mondo. Io però non centro nulla, sono un turista in questo ambito. Il lavoro della Scala Colombaia è stato interessante, ci si trova a lavorare per strada con gli abitanti della zona che vengono a vedere e si appassionano. Le idee cambiano strada facendo, anche nel dialogo con le persone e questo è molto stimolante. 

© Juta

Juta

Breve bio

Simone Rastelli, firma Juta,  soprannome che gli ha affibbiato il fratello quando erano bambini: deriva da “Youthanasia”, nome del gruppo musicale del cugino. Ha ventisei anni, è nato e cresciuto a San Marino, ora vive a Milano dove collabora con la rivista “Vice Italia”.

www.spezzoni.com

La serie “Spezzoni di vite drammatiche” la potete trovare in versione integrale sul sito ufficiale.

Michele Marino Macina

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