Sedie piene sedie vuote e stelle che si accendono
Ho sempre avuto un rapporto molto controverso con il Natale, da un lato ne amo il significato di Luce, nascita e tutto quello che è correlato, il regalo inteso come pensiero del cuore per le persone care, le città vestite a festa, le luci, la gioia dipinta sul volto dei bambini, il senso di attesa, dall’altro mi angoscia nel profondo, mi riconnette a un senso di aspettativa disattesa come qualche volta, spesso, è accaduto nel passato, nell’infanzia.
Oggi a questo senso di sottile malinconia si aggiunge quello per le sedie vuote, non tante per fortuna ma davvero fondanti la mia vita, il ricordo si fa pesante, struggente, di solito sento comunque la presenza di chi non c’è più, nei giorni di Natale è più forte l’assenza, gli auguri di un babbo, la risata di una nonna, ma anche di persone ancora fisicamente presenti ma che non condividono più il cammino con me e che non sarebbe giusto “riesumare” il 25 dicembre perché a Natale siamo tutti più buoni, oppure perché ci illudiamo di lenire così una ferita.
Il mio Natale è stato meritocratico e vero, auguri e pensieri autentici per le mie persone, quelle che mi fanno vibrare e brillare, nessuna ipocrisia o frasi di circostanza per chi ha scelto di andarsene.
Mia nonna Anna diceva una cosa “né amore né rancore”.
Baci sotto al vischio per me stessa perché se c’è stato un anno in cui sono stata sempre vera e anche un po’ coraggiosa è stato il 2024, fragile ed esposta in certe giornate, felice e luminosa in altre …come da copione ma sempre Chiara al cento per cento, in piena luce o in piena ombra.
L’Ombra è qualcosa che esiste solo in presenza della luce, poiché un corpo immerso nel buio non ha parti oscure, non ha Ombra.
Ogni sedia vuota racconta una storia
Ogni sedia piena racconta una storia
Ho pensato molto alle sedie nelle scorse settimane, sollecitata da qualche riflessione letta, ho deciso di regalarne una ad una cara amica, una sedie dall’allure un po’ vintage, perché collego questo mobile alle storie, mi piace moltissimo raccontarne ed ascoltarle, ciascuno ne portava una da casa propria durante le “veglie”tanti anni fa, è in assoluto il simbolo di riunione e convivio non necessariamente mangereccio.
All’amica a cui ho voluto regalarla vorrei dire “grazie di esserci” grazie per essere rimasta, grazie per non esserti mai alzata o andata dal tuo posto, sei saldamente rimasta vicino a me per tanti anni.
Mi hai ascoltata consigliata e incoraggiata, con la tua presenza fortissima eppure discreta…come piace a me…
Ci siamo conosciute moltissimi anni fa quando le nostre figlie frequentavano la scuola materna avremmo potuto perderci terminato il giro interminabile di compleanni ogni sabato pomeriggio al Mc Donald’s, le uscite al parco, il tempo dei colloqui dagli insegnanti avremmo potuto ma non è accaduto.
Chi deve restare resta
Chi se se ne deve andare va
Ci sono persone uscite dalla mia vita, dopo un interminabile numero di passaggi in una porta scorrevole, ma nell’anno che sta per terminare c’è stata anche una nuova entrata luminosa come una stella, un pensiero puro che mi fa svegliare felice e cullata da una certezza: “Com’è bello sapere che da qualche parte del mondo (a San Marino) c’è una persona alla quale sono legata da un filo rosso robustissimo lunghissimo eppure leggero leggero. Un filo di seta che mi ingentilisce con la sua bellezza e fa sentire protetta senza stringere mai troppo forte.
Chiara Macina