Il titolo “San Marino- Guida” lo stemma della Repubblica, la data di stampa 1903, questo quanto appare nella copertina di una datata guida turistica, stampata a Firenze nello stabilimento G. Civelli al principio del Novecento, dell’autore sono riprodotte le iniziali J.M.
Dalla prefazione:
“San Marino per l’antichissima sua esistenza, per lo splendido panorama e la salubrità dell’aria, per la bellezza di taluni edifici e per le cerimonie che vi si compiono merita di essere visitata.
Il numero di visitatori aumenta sensibilmente e ogni anno se ne contano dall’aprile all’ottobre oltre duemila”.
Suggestiva la lettura di un testo scritto in un tempo così lontano:
La Rocca o Guaita (tratta da San Marino- Guida 1903)
“L’edificio , già fortezza serve oggi di carcere. Vi sono custoditi gli imputati durante il periodo istruttorio, e i condannati a pene oltre i sei mesi. Per quelli di maggior durata l’espiazione avviene nei Penitenziari del Regno, i quali sono rimborsati dal Governo sammarinese.
Varcato il portone due mortai donati da Vittorio Emanuele II° coi quali la Guardia di Rocca fa gli spari nei giorni solenni.
Nel primo cortile la cappelletta dedicata a Santa Barbara. Sull’architrave della seconda porta è scolpita la data 1411. Affacciandosi al muraglione del secondo cortile, dall’alto dell’inaccessibile dirupo, godesi di una vista meravigliosa sino al mare di Cattolica, Riccione, Rimini, Bellaria, Cesenatico, la Pineta di Ravenna, internamente su di una linea quasi parallela al litorale di Montescudo, Serravalle, Verucchio, e (oltre il Marecchia) Santarcangelo, Savignano, Cesena e nei giorni freddi e sereni le cime di alcuni monti della Dalmazia. Splendido a mirarsi di lassù è lo spuntar del sole.
Alla base del torrione su cui sovrasta una penna, come anche sulle due torri, un carcere, al quale prima si accedeva, soltanto da un foro praticato nel soffitto. Stettero qui rinchiusi il falsario Giurowich e il poeta Belzoppi.
A sinistra una porta immette in un corridoio, dal quale si penetra in altre celle. Una scaletta accanto alla porta conduce all’abitazione del custode, e da questa ad un ballatoio esterno, che mena ad altra cella nel torrione, sulla cima del quale si può salire per una scala esterna. A destra un corridoio coperto conduce ad un carcere più piccolo, dove rinchiudonsi i prigionieri riottosi, e poi al ripiano del campanile.
La campana (rifusa nel 1758) indicante le ore dell’antico sistema italiano, viene suonata altresì per indicare le adunanze del Consiglio al tramonto dell’ora precedente e per annunziare al pubblico la lettura di una sentenza penale.
La Rocca è visibile mediante permesso che si rilascia dal Tribunale Commissariale a cui bisogna declinare il proprio nome. Temporaneamente l’accesso alla Rocca è libero a tutti i residenti dalle 10 alle 15.
E’ vietato l’accesso alle guide. I visitatori debbono firmarsi in apposito registro. E’ vietato intrattenersi coi detenuti e di fare ad essi regalie.