Il ventennio fascista la sua caduta e il ritorno alla democrazia: festa del 28 luglio
Il Partito Fascista si organizzò ufficialmente a San Marino, il 10 agosto 1922.
L’evolversi degli avvenimenti politici in Italia e le pressioni messe in atto dai fascisti sammarinesi, non potevano che spingere San Marino verso la fine del sistema democratico.
Sul modello di quello italiano, cominciò la sua attività con una serie di intimidazioni, messe in atto contro liberi ed inermi cittadini, la vittima più illustre di questi soprusi fu Pietro Franciosi, integra figura di uomo e intellettuale, esponente di primo piano del socialismo sammarinese.
Agli stessi Popolari non vennero risparmiate pesanti minacce.
Per le elezioni in programma nel 1923verrà presentata una lista unica, “Blocco Patriottico” che comprendeva Fasicsti, Democratici, una parte dei Popolari, ed avrà grande successo.
I Popolari decideranno per lo scioglimento del loro Partito nel 1926, preso atto dell’impossibilità di portare avanti una linea politica autonoma.
Il Partito Fascista restò solo al potere, e vi restò grazie alle elezioni del ’26, ’32, ’38.
Il giorno 11 ottobre 1926 i Fascisti promulgheranno una nuova Legge Elettorale, che resterà in vigore sino al 28 luglio 1943, cioè fino alla caduta del Fascismo a San Marino.
La legge in questione segnò un passo indietro rispetto a quelle precedenti, di fatto fu come se l’Arengo del 1906 non fosse mai avvenuta e se anche pretese di muoversi nella tradizione statutaria furono quegli aspetti su cui si reggeva il governo oligarchico a caratterizzarla come punti di forza e garanzia per un governo verticistico ed autoritario.
In primo luogo si protrasse da 4 a 6anni la durata della legislatura “allo scopo di disturbare il meno possibile il Corpo Elettorale “, come ebbe a scrivere il Popolo Sammarinese, il solo giornale sopravvissuto in quei tempi a San Marino, Organo del Partito Fascista.
Il Corpo Elettorale, com era nell’antica tradizione arengaria, venne ridotta ai soli capi-famiglia, si ritenne opportuno che i Capitani fossero considerati come appartenenti di diritto al nuovo Consiglio e che, quindi, le votazioni si dovessero effettuare per 58 membri solamente.
Si ripristinava il sistema di elezione per cooptazione, elezione ad opera degli stessi Consiglieri, per quei Consiglieri che fossero venuti a mancare durante la legislatura.
Il Consiglio Grande e Generale riprendeva il nome di Consiglio Principe e Sovrano. Si rimuoveva dal Palazzo Pubblico la lapide che ricordava la storica data dell’Arengo del 1906 in cui il popolo aveva riacquistato la sovranità. La legge incideva nel sistema elettorale, in quanto sostituiva il sistema maggioritario a quello proporzionale. Con tale sistema, il partito che otteneva la maggioranza, si assicurava 46 seggi, considerando che i Capitani Reggenti siconsideravano di diritto come facenti parte del nuovo governo, i restanti 12 seggi andavano divisi tra gli altri partiti. Con il ritiro nel ‘26 dei Popolari dalla scena politica, si può considerare il sistema maggioritario come fittizio, le elezioni erano l’occasione per convalidare una lista tottalitaria, formata da soli Fascisti.
Ha fine lo scontro politico, ma anche la vita democratica.
Il partito al governo si curerà di rinsaldare la stabilità del regime, oltre che con sporadici atti di violenza, con l’obbligo d’iscrizione al Partito Fascista, con l’uso dell’arte della retorica sulle pagine dei giornali, nelle feste patriottiche, attraverso l’educazione dei giovani all’ideologia fascista.
In questo periodo venne dato il via ad opere edilizie pubblica di notevole impegno, ad esibizione del senso di decoro e del paternalismo del regime, ma anche a parziale soluzione dei problemi legati alla disoccupazione e alla emigrazione. La caduta del fascismo in Italia trascinò tre giorni dopo, il 28 luglio 1943, anche quella sammarinese.
28 LUGLIO
Il 28 luglio segna la data della caduta del fascismo a San Marino. 28 Luglio è il nome del giornale che il 3 settembre 1943, uscì in un solo numero, curato dal Comitato della Libertà. Caduto il Fascismo, gli esponenti dell’opposizione al regime, formarono il “Comitato delle Libertà”, che univa rappresentanti della sinistra e altri di formazione cattolica,.
Dopo le elezioni del 5 settembre 1943, si formò un consiglio rinnovato, che ebbe però un percorso piuttosto travagliato, a causa della guerra e del fatto che in Italia il Partito fascista si era nuovamente organizzato e così la Repubblica di Salò.
Si dovette dare il via a un “patto di pacificazione”, tra tutte le forze politiche e il Consiglio Grande e Generale nella seduta del 28 ottobre 1943, delegava i suoi poteri ad un Consiglio di Stato composto da 20 membri. All’inizio del 1944 anche a San Marino si ricostituì il Partito Fascista,ma ebbe breve vita. Il 23 settembre 1944, allontanatosi ormai il ciclone della guerra, il Consiglio Grande e Generale riassumeva tutti i poteri e convocava per il giorno 11 marzo 1945, il popolo a libere elezioni.