“Una risata vi seppellirà” appariva scritto negli anni ’70 prima sui muri della Facoltà di Lettere dell’Università di Roma e poi un po’ ovunque.
Una risata per sminuire problemi e tensioni e affrontare la vita con più semplicità.
Ci sono frasi simili anche negli uffici pubblici, dove viene spesso evidenziato come per fare il broncio o arrabbiarsi si utilizzino più muscoli di quelli implicati nel sorriso o nella risata.
È ormai cosa nota, il fatto che l’umore influenzi a livello fisico l’organismo come anche il contrario e cioè condizioni di salute non ottimali possano condizionare l’umore. Certo è che in questo circolo a volte vizioso, a volte virtuoso, l’ambito emozionale si mischia con quello fisico e organico di ogni persona.
E se è vero che sentirsi bene aiuta anche a stare bene, anche il sorriso e soprattutto la risata, possono avere addirittura un utilizzo terapeutico e rigenerante.
Andando ad analizzare la risata dal punto di vista anatomico, bisogna ovviamente partire dalla testa, o meglio dal viso, dove sono presenti 36 muscoli, alcuni in coppia, altri singoli. E nella risata, dei 36 muscoli facciali, ne sono implicati dai 12 ai 15.
A influire sulla risata, tuttavia, non è soltanto la costituzione e quindi la fisiologia del corpo umano, ma anche la tradizione culturale della persona. Studi antropologici hanno infatti posto in evidenza come ogni popolo abbia delle proprie espressioni per sorridere e comunicare emozioni positive.
Ovviamente nella risata è presente anche una componente individuale, che rende quindi la risata di ogni persona caratteristica. Anzi, secondo uno studio, la risata sarebbe così particolare in ogni individuo che anche dopo interventi di plastica facciale tesi a modificare la fisionomia per non essere più riconosciuti, una persona potrebbe essere identificata comunque dalla sua risata.
Entrando ancora di più nell’anatomia e fisiologia della risata, bisogna subito premettere come il tutto sia sempre regolato dal cervello, a livello conscio e inconscio. È il cervello infatti che invia lo stimolo “risorio” ai muscoli facciali coinvolti nella risata. E ovviamente, più è forte lo stimolo e più si propaga e non coinvolge più solo i muscoli facciali ma può arrivare fino al diaframma e ai muscoli dell’addome.
A produrre beneficio, però non è la contrazione dei muscoli durante la risata, ma il rilassamento che segue a ogni contrazione.
Nella risata, a contrarsi e poi rilassarsi è un po’ tutta la muscolatura, da quella del torace a quella degli arti superiori. Il movimento di contrazione e rilassamento innesca una vera e propria ginnastica addominale che migliora le funzioni del fegato e dell’intestino come se si stesse facendo jogging.
A livello respiratorio si registrano poi i primi benefici, in quanto la respirazione stessa dopo una risata diventa più profonda, fino a tre volte di più di quando si è a riposo. E questo favorisce l’eliminazione dell’acido lattico, producendo anche una sensazione di minor stanchezza. Inoltre si assiste a un leggero aumento dell’ossigenazione sanguigna.
Gli effetti non sono solo fisici.
Anche il metabolismo subisce dei cambiamenti positivi grazie alla risata, che infatti stimola la produzione di ormoni, quali adrenalina e dopamina che liberano nell’organismo le endorfine. L’azione delle endorfine è quella di diminuire il dolore e la tensione, permettendo di raggiungere uno stato di tranquillità. Vengono inoltre prodotte le encefaline, che esaltano il sistema immunitario, migliorandone l’azione di contrasto alle malattie attraverso laproduzione di anticorpi e globuli bianchi.
La risata amplifica inoltre la produzione di serotonina, un antideprimente naturale, riducendo la secrezione di ormoni da stress, come il cortisolo e l’epinefrina.
Anche la dieta poi trova i suoi benefici dalla risata. Infatti, grazie alle risa, ci si libera efficacemente di grassi superflui.
In poche parole, ridere fa stare meglio.
E non solo a livello fisico, ma anche mentale, tanto che secondo gli psicologi la risata serve a esorcizzare una realtà ansiogena. Tanto che esiste proprio la “risoterapia” come per esempio la comico-terapia e dei clown nelle corsie degli ospedali, che abbreviano le degenze e riducono l’utilizzo dei farmaci, come aveva intuito bene il medico statunitense Hunter “Patch” Adams, più comunemente conosciuto come Patch Adams.
Alcune curiosità sul ridere fanno anche sorridere o riflettere.
Secondo recenti studi, infatti, la frequenza massima di risate viene raggiunta nell’uomo a cinque anni quando un bambino ride in media 250 volte al giorno. Durante il periodo adolescenziale si può avere il minimo di frequenza di risate e da adulti la risata è utilizzata, senza dubbio, come potente mezzo di comunicazione.
Ridere è anche contagioso. Non solo infatti, la risata fa stare bene chi ride, ma a livello relazionale interviene favorendo appunto le relazioni.
Come in tutte le cose comunque, un eccesso può avere effetti non salutari.
Ne sanno qualcosa, in Tanzania, dove nel 1962 si verificò una vera e propria epidemia di riso, che partì da un collegio gestito da missionarie dove tre ragazze iniziarono a ridere e contagiarono altre ragazze e via via altre, poi a casa le famiglie ecc… fino a portare alla chiusura prima dell’istituto e poi ben 14 scuole. L’epidemia, una vera e propria isteria di massa, durò infatti 2 anni e mezzo e colpì circa 10mila abitanti di varie tribù.
Le “contagiate” erano colpite da improvvisi e irrefrenabili attacchi di riso che potevano durare da pochi minuti a poche ore e si ripetevano ciclicamente tre o quattro volte al giorno.
Curiosità nella curiosità, a essere coinvolte furono soprattutto le donne.