File vuoto
di Lucia Baldini
Istintivamente ho cercato un posto in cui installarmi i prossimi mesi; la padrona di casa è inquieta, preoccupata. Ma io disturbo poco, a malapena si sente il mio cuore che batte. Il tempo passa, le mie orecchie funzionano sempre meglio e sento che fuori da qui c’è parecchio caos. Per consolarmi mi succhio il pollice, frullo un pochino. Aumentano il movimento e il rumore intorno a me. Cosa significa?
Per fortuna che c’è chi mi accarezza piano e quella mano benedetta mi permette di fare qualche breve sonnellino.
Misuro pochi centimetri ma ho già capito che la vita è dura, non si può mai stare tranquilli. Tento di dare dei calci a vuoto, mi giro e mi rigiro. Agitazione, incertezze. Prima o poi mi dovrò affacciare, sgusciare fuori per trovare un senso a tutto questo. Sono solo, nuovo. Uno spicchio di vita. Siamo tanti, imprigionati in un desiderio antico
Ma che succede? Qui si balla, anzi si sballotta! Aiuto, mamma, aiuto! Con le poche risorse che ho cerco di capire la situazione: la mia sede è in mare ora, e a parte i rari momenti di calma piatta si
prendono schiaffoni e scossoni molto violenti. Sento voci chiedere inutilmente pane e acqua, invocare aiuto, sento imprecazioni contro il freddo, il caldo, la pioggia. Ma io credo di essere al
sicuro qui dentro, almeno lo spero.. A cosa serve questo viaggio? Dove mi porta?
Cala un silenzio assurdo, presagio di morte, in questo cimitero galleggiante col sapore della disperazione salata.
Nella paura che mi abita c’è l’oscura sensazione di un destino che mi porta lontano. La mia giornata passa in una luce indistinta, poi percepisco vagamente i riflessi aranciati del tramonto che inonda l’orizzonte ed è subito buio, un buio che rimbomba nell’eco invisibile della speranza.
So che un giorno aprirò gli occhi e potrò buttarmi nella profondità dei miei sogni, incontro ai miei sogni.
Indosso pian piano un corpo, automaticamente. Sono programmato per qualcosa che non conosco
Assolutamente, so solo che sono connesso alla mia padrona di casa, che mi alimenta e, spero, mi alimenterà e mi salverà con un nome, il mio nome
Questo è il mio viaggio, iniziato come per magia, ma proseguito fra mille pericoli e malefici.
Ci sarà per me un lieto fine? Aggiornamento in corso.