venerdì , Novembre 22 2024

Quasi un’elegia. Povero diavolo

Il diavolo oggi mi guarda bizzoso.

-No, proprio non posso venire-rispondo

Sorride maligno, mi calca la mano alla spalla.

 

Ha rada barbetta, ha occhiali, un aspetto dimesso.

E’ tipo alla mano: non arie

da duro e nemmeno da padreterno.

Di solito tace; se parla discorre da stolto:

di gare e bisbocce, di giochi d’azzardo,

di vita un pò frivola e grama.

Talora lui gioca a vestire altrui panni:

camuffa la voce, si fa dottrinale,

e dice un pò in greco e in latino.

Talaltra si fa birichino,

si calca il cappello sugli occhi

a sfuggire la gente dabbene:

frequenta osterie, bestemmia,

schiavazza, spetazza, sputacchia.

 

Io aspetto il meschino: so che fa ore tarde.

In punta di piedi, ecco entra, socchiude la porta, si toglie il cappello,

 

e poi,screanzato,

si butta sul letto al mio posto

e dorme beato

Giuseppe Macina

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