martedì , Dicembre 3 2024

Predicare bene e razzolare male: insegnare con l’esempio

“I guru dell’«instant motivation» sono ridicoli e nascondono sotto un velo di narcisismo il loro vuoto pneumatico.” Pietro Trabucchi

Trovo divertente l’ammasso di “Predicatori” (come amo definirli io scherzosamente) che ultimamente affolla lo scenario del business della crescita personale e spirituale.

All’improvviso, dopo anni di inconsapevole torpore, molti hanno creduto necessario iniziare una vera e propria opera di “evangelizzazione”, sicuri che le loro parole (così focosamente dispensate alle platee) avrebbero prodotto un più o meno discutibile cambiamento di massa.

Mi sono ritrovata spesso disorientata di fronte all’imbarazzante incapacità di saper scegliere tra i seminari più disparati, i quali avevano tuttavia una cosa in comune: tutti promettevano la Verità o la realizzazione della propria felicità.

Già la cosa di per sé mi sembrava strana….”Come può essere così semplice? Perché tanti conoscono la “Verità”, ma le loro vite sono comunque un caos?”

C’era qualcosa che non mi tornava.

Conoscendo poi i relatori nella loro intima quotidianità, mi sono resa conto che essi erano ben attenti a celare ai più le loro umane miserie…e chi non ne ha? Allora ho compreso una cosa banale quanto fondamentale: meglio lasciare alle nostre azioni, più che alle nostre parole, il compito di insegnare, dando un esempio concreto al quale ispirarsi piuttosto che fornire ammalianti quanto sterili pillole di saggezza. Gli Indiani d’America chiamano questo “camminare le proprie parole.

Un tempo non lontano anch’io facevo parte dei folli sognatori che volevano entusiasticamente cambiare/salvare il mondo attraverso il verbo. Poi crescendo in saggezza, ma soprattutto in umiltà, ho realizzato l’importanza di togliersi di scena per dare attenzione a un Lavoro più interno che miri a realizzare un vero magnetismo in grado di ispirare gli altri. Devo ammette che uscire di scena dona una profondità di campo davvero interessante; la visione diventa più acuta e il focus viene spostato verso un tipo di insegnamento più pratico e concreto.

Con questo non voglio assolutamente denigrare l’insegnamento in sé; io amo insegnare e ci sono al mondo persone davvero ricche di talento e carisma capaci di infondere esempi da seguire. Tuttavia credo sia necessario un sano discernimento, al fine di non rischiare di passare da un seminario all’altro perdendo di vista il vero luogo dove avviene l’apprendimento: la vita nel suo quotidiano avvicendarsi.

In ogni caso, ognuno è libero di esprimere se stesso come meglio crede; e se urlare a squarciagola la sua Verità rappresenta la sua fonte di appagamento, tanto meglio per lui.

Il mio è solo un grandangolo curioso che ama osservare l’affascinante e divertente spettacolo teatrale che chiamiamo Vita.

 

 

Chiara Pierobon

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