Considerando Nicolaj Valuev il più alto pugile della storia, ci si sbaglia di almeno quindici centimetri.
Gogea Mitu, gigante delle campagne romene nato nel 1911, raggiungeva quantomeno i 228 centimetri di altezza, sebbene alcune fonti lo diano oltre i due metri e trentacinque.
In un articolo del Salt Lake Tribune del 6 dicembre del 1935, si legge che “(…) la preoccupazione maggiore del suo manager è far quadrare i conti del cibo, giacché quattro bistecche sono solo il suo antipasto!”.
Sembra, inoltre, che consumasse, per colazione, un chilo di pane, venticinque uova, due litri di latte, un chilo di pollo fritto e mezzo litro di vino.
Il letto su cui dormiva misurava tre metri e mezzo per due. Calzava scarpe che, nei numeri moderni, sarebbero state di misura 63!
Nato in una famiglia poverissima, Gogea era finito sin dalla più tenera età in una compagnia circense di errabondi artisti del Danubio, presentato come il bambino più alto del mondo, dati i suoi due metri di altezza a soli undici anni d’età, per poi esser scritturato dal più prestigioso Circo di Praga.
Strappato alle carovane zigane dal manager italiano Umberto Lancia, fu superficialmente approntato alla carriera nella nobile arte pur non avendo alcuna qualità da pugile.
Da professionista Gogea combatté solo tre incontri ufficiali, ma gliene sono attribuiti almeno undici dagli storici della sua nazione.
Gli incontri che lo videro protagonista sono unanimemente considerati mediocri. Ammalatosi di tubercolosi, Gogea Mitu morì, tristemente, a soli 24 anni, prima che troppe persone traessero beneficio dal suo eccezionale gigantismo.
Il suo cadavere, esumato negli anni ottanta, rende tuttora un grande servizio agli studenti di medicina dell’Università di Bucarest.