OCCHIO AL TUO SMARTPHONE!
Per tutti gli amanti del buon cinema italiano, il regista Paolo Genovese è un must. Le sue commedie a più voci, frizzanti, dinamiche, leggere, sono state stravolte da questi “Perfetti Sconosciuti”. Esattamente lo scorso anno, il regista ci ha presentato un “Sei mai stato sulla luna?”, salvato dall’interpretazione impeccabile del cast, dalle musiche e dalla poeticità di alcuni momenti clou del film. “La vita vera è meglio”, se si è in grado di saperla rappresentare: così ci veniva presentato il film nel 2015. A distanza di un anno, in “Perfetti sconosciuti” non esiste più la “vita vera”, bensì tre, ben delineate e svincolate: pubblica, privata e segreta.
Discostandosi completamente dalla sua ultima regia, Genovese ci propone e tratteggia con grande maestria come si possa trarre il massimo dal minimo; nella conferenza stampa egli stesso ha sottolineato come il plot del film sia nato da un’idea che sarebbe stata semplicemente una scena dello stesso film. E’ proprio qui che il regista sfodera il suo genio: riesce a costruire una serie di intrecci, ci presenta la vita di tutti i personaggi, la pericolosità della tecnologia sempre più a portata di mano, la facilità con cui si può confondere il pubblico dal privato o, ancora peggio, dal segreto. In breve, come potremmo semplificare la trama di questo film, godente di larghi consensi, sia di pubblico che di critica? Una coppia (Eva, interpretata da Kasia Smutniak, e Rocco, interpretato da Marco Giallini, attore dal rapporto con Genovese più che consolidato), invitano a cena i loro amici: Cosimo e Bianca (rispettivamente interpretati da Edoardo Leo e Alba Rohrwacher), Lele e Carlotta (Valerio Mastrandrea e Anna Foglietta) e Peppe (Gabriele Battiston). Si scopre che il rapporto tra Eva e Rocco è incrinato da tempo, destabilizzato anche dall’incomunicabilità con la propria figlia; Cosimo e Bianca sono freschi di matrimonio, Lele e Carlotta non riescono ad intavolare una conversazione senza calcare la mano sulle loro problematiche e il povero Peppe, dopo il divorzio, non riesce a trovare una ragione di vita, tra mancanza di un’occupazione stabile e di una relazione fissa. Come riuscire a rendere la cena stuzzicante? Eva propone di mettere tutti i cellulari sul tavolo: qualsiasi contenuto arriverà sul cellulare passerà al vaglio della compagnia. Sembrerà una trama semplice, ma (come ha confessato lo stesso Genovese in un’intervista) mettere in piedi la commedia non è stato facile, soprattutto partendo da un’idea piccola e dalla location al chiuso.
La sceneggiatura efficace, l’empatia con i personaggi grazie anche all’affiatamento del cast, l’amaro realismo della quotidianità, rendono onore al film, peraltro premiato con il David di Donatello come miglior film, detentore di 20 milioni di euro di incassi e considerato di interesse socio-culturale dal Ministero per i beni e le attività culturali – Direzione Cinema. L’occhio attento di Genovese è quasi una psicanalisi, una ricostruzione antropologica della nostra vita sociale e “social”. Per quanto la regia sia in alcuni momenti elementare e le musiche talvolta di troppo, i dialoghi sono brillanti e il risultato evidente: chiunque sia andato al cinema con il suo compagno o la sua compagna ha avuto paura della fatidica domanda: “E tu mi faresti controllare il tuo smartphone?”. Chissà quante coppie sono ancora vive dopo il film…
In questi giorni al cinema per un estate all’insegna delle avventure non dimentichiamo l’ennesima saga di Star Trak Beyond, con effetti speciali “enormi” il ritorno del nostro caro TARZAN, l’uomo che non deve chiedere mai, il divertentissimo TOP CAT e un film italiano meritevole di lode “Quel venerdi 30 dicembre” (Commedia egotista con una galleria di personaggi da dimenticare) protagonista una cara amica,una attrice molto brava, Maria Tona.