La scena fa ormai parte della quotidianità, fa sorridere ma non desta grande stupore scorgere qualcuno intento a dialogare con se stesso, riflettere ad alta voce per così dire, a volte anche animatamente.
Può capitare ovunque, alla guida, camminando da soli, mentre si è in fila in banca e un pò assorti… facendo jogging o ancora nell’atto di riempire il carrello al supermercato.
Parlare da soli: campanello di allarme?
Secondo un vecchio adagio “chi parla da solo non sempre è un matto, può essere una persona che ha una buona relazione con se stessa o meglio che si ritiene il miglior interlocutore possibile”. Al di là della facile ironia, chi si intrattiene in frequenti monologhi ad alta voce ha qualche problema?
Parlare da soli: dona benefici cognitivi
Un recente studio scientifico condotto sull’argomento, dimostra proprio il contrario. Secondo uno studio pubblicato sul Quarterly Journal of Expe- rimental Psychology, parlare da soli non è certamente segno di follia, è al contrario prezioso strumento in grado di donare benefici cognitivi a chi lo mette in pratica.
3 ragioni ci mostrano come parlare da soli faccia bene
1)Spesso si ripete ad alta voce il nome di un oggetto che abbiamo smarrito, ciò aiuta a focalizzare l’attenzione su questo, esprime una mutua richiesta d’aiuto. Ripetendo il nome dell’oggetto infatti, si si stimola il cervello a concentrarsi sulla ricerca, si trovano le cose più rapidamente, il linguaggio in questo caso influenza i processi cognitivi.
2)Secondo altro studio condotto dagli Psicologi della Toronto University sulla bizzarra e usuale abitudine di parlare da soli, questo vezzo non è assolutamente sinonimo di pazzia,anzi fa bene, aiuta nei processi decisionali, aumenta l’autocontrollo e diminuisce i comportamenti impulsivi.
3)Sono stati posti in essere alcuni test, rivolti a soggetti ai quali sono stati assegnati compiti sperimentali, ad alcuni veniva impedito di parlare con sé stessi, questi ottenevano i risultati peggiori, chi poteva farlo otteneva risultati più soddisfacenti.
“E’ bello scrivere poiché unisce due gioie: parlare da solo, parlare alla gente” (C. Pavese).
Chiara Macina