P.Assaggi di vino: la Rimini ‘giovane’ si diverte e fa il pieno di alcol
P.Assaggi di vino, promosso dal Consorzio Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Rimini, potrebbe essere una bellissima manifestazione dedicata all’enogastronomia (eno 90%-gastronomia 10%), con oltre trenta cantine del territorio e cinque ‘piazze degustazione’ se non fossero evidenti – all’occhio non ancora annebbiato dall’alcol – alcune problematiche che, se non risolte, ci spingono a sconsigliarne la partecipazione.
P.Assaggi di vino tenta di tagliare le 10mila presenze
P.Assaggi di vino, giunto alla quattordicesima edizione, è uno degli eventi più interessanti dell’estate riminese e coinvolge il Borgo San Giuliano, tra il Ponte di Tiberio, via Marecchia,Viale Tiberio e zone limitrofe. L’anno scorso in 7mila avevano transitato l’antico ponte eretto mentre Gesù camminava in Palestina, attorno al 30 d.C., appunto, e quest’anno invece i visitatori sono stati oltre 12mila (stime dell’organizzazione). Un evento che trasforma ogni anno il Borgo in una cantina a cielo aperto: un momento di festa con aziende agricole che promuovono i propri vini, ma anche olio, tartufo, prodotti fa forno. E poi musica in ogni angolo, dal jazz alla disco music; ‘frittino’ di pesce al cartoccio da un lato, grigliata di carne dall’altro; ristoranti, negozi, cantinette: tutto aperto, per due giorni, all’insegna del divertimento e del bel vivere.
Il maltempo ha fatto la sua parte e P.Assaggi di vino edizione 2016, anziché debuttare venerdì 15 luglio, ha stappato le prime bottiglie sabato 16 luglio, per concludersi domenica 17. Quello che possiamo dire, avendo passeggiato tra la folla sabato sera, è che a nostro avviso qualche problema legato all’evento c’è.
P.Assaggi di vino: questione di coupon
P.Assaggi di vino funziona a coupon: 4 coupon, 10 Euro, compreso bicchiere e portabicchiere. Se invece vuoi solo assaggiare 1 calice, spendi 2,5 Euro. E dove sta il problema? Che con 2,5 Euro non ti danno il bicchiere. Quello lo prendi solo con 4 coupon. E se non hai il bicchiere ‘ufficiale’ targato P.Assaggi di Vino, il vino non te lo danno. Quindi? Presto detto: bisogna spendere 10 Euro, prendere 4 coupon anche se volevi bere solo un calice. Quindi hai in mano il bicchiere ‘ufficiale’ e puoi assaggiare qualche vino. Solo allora, quando cioè il tasso alcolico è salito, puoi scegliere 1 coupon per 1 assaggio. Quindi, volenti o nolenti, siamo incoraggiati a bere anche se non ne abbiamo voglia. Possiamo dividere in due i 4 coupon? Certo: ma ci hanno dato solo 1 bicchiere, quindi? Potremmo alternarci al bicchiere e bypassare il problema. Ma si torna al punto di partenza: vogliamo solo un bicchiere a testa. E non possiamo. Come risolvere il problema? (In fondo all’articolo, la soluzione.)
È più facile che un cammello passi per la cruna dell’ago che attraversare il ponte di Tiberio
Un’altra criticità la rappresenta la logistica: attraversare il Ponte di Tiberio è un’impresa. Il sedime stradale è ridotto perché sulla strada, lato monte, sono stati posizionati alcuni salottini – belli, con piantine a fare da separé. Inoltre, una dj proprio in mezzo al ponte sta mettendo dei dischi che fanno ballare la gente. L’effetto tappo è garantito: ci mettiamo cinque minuti solo per attraversarlo, pigiati come sardine. Con noi: passeggini, carrozzine (diverse), anziani (pochi), giovani (tanti), adulti (tantissimi). Tutti a piccoli passi per raggiungere l’altra cima del ponte, sperando che nessuno si senta male. Nelle viuzze laterali, l’effetto tappo si ripropone; poi quando si supera la piadineria Nud e Crud, si riprende respirare.
Tutto è bene ciò che finisce bene
Al di là della logistica, le migliaia di persone che si sono assiepate sul ponte e zone limitrofe, bevono e sono allegre. Quindi la festa ha avuto un buon successo e saranno tutti contenti (a parte quelle poche decine, ahiloro, che avranno passato la notte a vomitare o chi si sarà svegliato con il mal di testa) per i fatturati da un lato e per la portata culturale dell’evento. Perché il vino, senza dubbio, è cultura: storia della nostra terra, di chi lo produce, dei sacrifici fatti per domare il vitigno e trasformarlo. Ma l’eccesso, si sa, cambia il bene in male, il buono in non-buono. E se proprio vogliamo dirla tutta: fanno bene alla salute bere 4 bicchieri di vino – minimo – a testa in una serata? Perché non lasciare la possibilità di berne solo uno? Possiamo dire che questa festa promuove un consumo di alcol non responsabile?
P.Assaggi di birra: Consolare 72 & friends
Una nota positiva, al di là della comunque simpatica cornice festaiola molo-style, è che per la prima volta P.Assaggi di Vino accoglie la birra, con uno stand di quattro realtà birraiole della nostra terra che vale la pena citare. Il Gualdo, Monkey Beer Company, Birra Riminese e, least but not last, Consolare 72, birra artigianale prodotta da un gruppo di amici che, da poco ma con grande entusiasmo, si sono lanciati nella realizzazione di un’etichetta e di tre proposte: LaBonaccia, LaDogana, LaMbrata.
Sangiovese Ca’ Perdicchi, ma all’Osteria dei Tre Mori
Ecco come abbiamo risolto il problema. Quando alla fine della passeggiata scopriamo, come già enunciato qualche riga sopra, che non possiamo bere un calice a testa, pur essendo disposti a pagare 2,5 Euro cadauno, lasciamo il più rapidamente possibile il Borgo e la sua festa e ci dirigiamo dall’altra parte del Corso d’augusto, nell’altro borgo, quello di San Giovanni, all’osteria dei Tre Mori, dove possiamo ordinare un calice ciascuno – che basta e avanza – e, nella ritrovata quiete, con buona musica proposta al giusto volume (Johnny Cash), ci godiamo la fine della giornata degustando il Sangiovese di Ca’ Perdicchi. Alla nostra salute.
Scrisse bene Jack London in uno dei saggi che compongono ‘Rivoluzione’ (Mattioli 1885, 2016):
“Questo è il mio orizzonte: attendo con ansia il tempo in cui l’uomo saprà conquistare un progresso non solo materiale; il momento in cui l’uomo sarà guidato da un incentivo più alto di quello odierno, che è appunto lo stomaco. Continuo a credere nella nobiltà e nell’eccellenza dell’uomo. Credo che la dolcezza spirituale e la generosità sconfiggeranno la volgare ingordigia dei nostri giorni”.
Correva l’anno 1909.