“Non sono ancora pronta” è questa la frase più ripetuta da ogni mamma di ogni tempo e luogo, poche parole pronunciate con un piccolo sospiro e sussurrate al cielo.
“Non sono ancora pronta” dice la neo mamma davanti al cambio del primo pannolino, poi ride lo fa e diventa la cosa più naturale del mondo.
“Non sono ancora pronta” ripete la mamma il primo giorno di scuola materna, poi elementare, medie, superiori, però ostenta sicurezza e positività e stringe la mano del suo bambino varcando l’ingresso della scuola, sa che lui la guarda.
“Non sono ancora pronta” dice fra sé e sé la mamma vedendo la figlia sul motorino o neo patentata sull’automobile.
“Non sono ancora pronta” continuo a ripetere come un mantra queste parole ora che mia figlia si prepara a partire per un lungo viaggio dall’altro capo della Terra, armata del suo zaino di accompagnatori fidatissimi e della più che legittima voglia di partecipare al Jamboree un raduno scout mondiale, un evento bellissimo , sono orgogliosa e felice per lei eppure una parte di me tergiversa, si perde nei ricordi, nelle paure, nella nostalgia.
Ho un indole un po’ nostalgica, vorrei tornare per un attimo con te, ai tempi in cui servivamo il tè a un esercito di orsetti, a quelli in cui dormivamo abbracciate, quando i confini tra il mio e il tuo corpo erano così labili e ci perdevamo l’una nell’altra.
Mi trovavo in perfetta sintonia con quella bambolina che mi chiedeva quale fosse la forma della nuvola, chi abitasse nel cielo, di che colore fosse la nostra anima, un po’ più impacciata con la ragazza di ora, organizzata e con idee così precise sulla vita da farmi dubitare l’abbia generata io, un indole pragmatica e modi gentili ma decisi, una piccola donna che non ha più bisogno di avere in prestito i miei occhi per guardare il mondo.
Alle mie domande sul viaggio risponde un po’ evasiva , la metto davanti a questioni concrete per non affrontare il nocciolo del mio problema “Come faccio io ora che sei diventata grande?” so già che risposta mi daresti “Ti fai una vita tua-Amen”, la mia vita ha cessato di essere solo mia quando sei nata tu, quando ti guardavo e pensavo “Se a questa bimba capita qualcosa non potrò mai più essere felice” ed era un messaggio della carne ancora prima che del cuore. Carne della mia carne sangue del mio sangue, primo pensiero di ogni mia giornata.
I figli vanno lasciati andare, devono crescere e diventare grandi trovano un loro spazio nel mondo…e le mamme? Le mamme sono aquiloni e tengono il filo dal basso.
“Guarda la stella alle nove di ogni sera io ti penserò” mi diceva questo mia mamma quando partivo per un campo con i lupetti e mi preoccupavo della nostalgia, a luglio la mia stella luminosissima brillerà in West Virginia e io la guarderò ogni sera, tra un sospiro e un sorriso.
Chiara Macina