No frills
Capita o è capitato a tutti una o più volte nella vita: quella di sentirsi travolti da un dolore sordo e potente a seguito di una brutta notizia o di un evento improvviso.
Ci si ritrova allora come bambini indifesi, incerti e spaventati , un po’ come quando al mare ci si trova al largo, in punta di piedi, solo per poco si tocca il fondale e le onde ci portano al largo verso l’ignoto e il pericolo. Vogliamo tornare a riva ma non sappiamo bene come fare e nell’ansia del momento ci ritroviamo sempre più in pericolo, senza appigli e come travolti da una forza superiore.
Come si torna al sicuro? Mettendosi in protezione ed eliminando i fronzoli.
No frills.
Nessun orpello, nessun gesto dettato solo dalla buona educazione o dal senso del dovere, nessun tentativo di fuga, ci sono momenti in cui dal dolore non si può scappare, solo ascoltare e capire cosa ci vuole raccontare.
Albert Einstein diceva:
“Fate ogni cosa nel modo più semplice possibile. Ma non nel più semplice assoluto”.
Quando io ho un dolore sento l’atavica necessità di stare “tutta dentro me stessa” fare emergere ricordi ed emozioni, mi mortificano le frasi di circostanza anche se pronunciate con buone intenzioni.
Piccole cose che aiutano quando si è in una situazione di sofferenza:
-liberarsi di pesi aggiuntivi: semplice e liberatorio
-stare nell’emozione senza scappare o cercare una distrazione che sarebbe solo ingannevole
-non dire si quando si ha voglia di dire no
-stare e parlare solo con chi risuona con noi
-spegnere il cicaleggio da fuori
-ringraziare chi vuole esserci ma per qualche ragione non ci arriva, mettere dei confini
-dormire molto ricaricare la propria energia
-abbracciare chi amiamo
-nichilismo attivo: fare piccole semplici cose materiali
-prendere l’occasione per dire “ti voglio bene” a chi amiamo di più e a chi è un peso “sai che c’è? Spostati un po’ che mi togli la luce”
-Cogliere l’occasione per eliminare un po’ di fronzoli, orpelli inutili, consuetudini che portiamo avanti per educazione o perché non sappiamo dire di no, a volte per abitudine ma che ci levano solo energia.
Levando strati di trucco ormai diventato vecchio ritroviamo noi stessi, la nostra vera luce, come quando si lucida l’argento ormai verde e ossidato dal tempo.
Spesso aggiungiamo: impegni, appuntamenti, complicazioni, quando il vero segreto del vivere sereni è togliere, semplificare, fare una semplice operazione di “estrazione” che ci riporti al centro di noi stessi, nel posto più intimo e segreto di ciascuno di noi: a casa.
Le cose che mi riportano a casa:
-disegnare un cuore sul finestrino appannato dell’auto
-tempo in una libreria sfogliando libri a caso e godendo dell’odore particolare e intenso che arriva da quelle pagine
-il rumore delle posate che arriva dalle case con le finestre aperte mentre passeggio la sera nelle prime sarate calde di giugno
-la dolce goffaggine di “un vero duro”che vorrebbe aiutarmi ma non sa da che parte cominciare e allora mi scrive “oggi meglio?” mi fa tanta tenerezza
-i progetti per il futuro: festeggerò il mio compleanno festeggerò la vita che si rinnova
-i puri di cuore: chi usa ancora espressioni semplici come “pecoroni” .