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Nice, la donna Masai che salva le bambine dalle mutilazioni genitali

Nice, la donna Masai che salva le bambine dalle mutilazioni genitali

Nice è una bellissima donna Masai, non ancora 30enne, che parla un inglese colto (grazie ad una borsa di studio che le ha permesso di studiare a Boston) e che, da vera guerriera quale è, conduce la sua personalissima battaglia contro le mutilazioni genitali delle bambine in Kenya.

Le mutilazioni genitali femminili sono pratiche diffuse ancora oggi in alcuni paesi africani, in alcuni paesi del medio oriente, in Indonesia, in Malesia e in un gruppo etnico della Colombia noto come emberà-chami. Queste mutilazioni, eseguite con finalità terapeutiche o come rito di passaggio all’età adulta, vengono effettuate sulle bambine in età differenti a seconda della tradizione:per esempio in Somalia si praticano sulle bambine, in Uganda sulle adolescenti, mentre in Nigeria sulle neonate.
Le mutilazioni hanno delle gravissime conseguenze sul piano psicofisico perché provocano delle complicazioni croniche e acute per la salute e per la vita sessuale, con ripercussioni immediate (rischio di emorragie a volte mortali, infezioni, shock) e a lungo termine (cisti, difficoltà nei rapporti sessuali, rischio di morte nel parto sia per la madre sia per il nascituro).

L’organizzazione mondiale della sanità ha classificato le mutilazioni in 4 differenti tipi e varie sottocategorie: Mutilazioni genitali femminili – Classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – Wikipedia.org

Nice Nailantei Leng’ete aveva 9 anni quando, orfana dei genitori, scappò dal villaggio della zia che la ospitava per sfuggire, insieme alla sorella, alla pratica disumana della mutilazione. Si presentò dal nonno e gli disse: “Non voglio essere tagliata. Io voglio studiare, non mi interessa il matrimonio”.
La piccola coraggiosa guerriera riuscirà a spuntarla (non la sorella, purtroppo!) e oggi, con una laurea in Management sanitario e ambasciatrice di Amref Health Africa si batte con lo stesso spirito guerriero per salvare altre bambine.

Nel 2008 venne scelta dai capi dello stesso villaggio da cui scappò come educatrice, con il compito di insegnare i rischi e le conseguenze delle mutilazioni e dei matrimoni precoci. Comincia a spostarsi in altri villaggi, incontra gli anziani e i giovani: “Ho dovuto parlare con i vecchi, spiegare che ci sono riti alternativi possibili alla mutilazione, mi sono fatta ricevere dai giovani guerrieri Moran. Ho chiesto loro: “Volete spose sane? Volete che i vostri figli nascano forti e belli?”. Hanno capito, hanno accettato. Non è stato facile ma io seguo la politica del passo dopo passo”.

Ad oggi, Nice ha contribuito a salvare oltre diecimila bambine da questa pratica disumana grazie all’introduzione di riti alternativi che combinano la tradizionale cerimonia con l’educazione alla salute sessuale e la promozione dell’istruzione per le ragazze e le loro famiglie. Le feste di iniziazione durano tre giorni: le bambine non vengono più sottoposte all’incisione, ma il passaggio all’età adulta viene benedetto sui libri.

 

Fonte: www.repubblica.it

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