Marrakech: il giardino di Yves Saint Laurent
Durante il loro primo soggiorno in Marocco, a Marrakech, nel 1966, Yves Saint Laurent e Pierre Bergé rimasero incantati dal complesso architettonico dei Giardini Majorelle, una villa in stile moresco costruita nel 1931 dall’architetto Paul Sinoir per conto del pittore francese Jacques Majorelle, inserita in un lussureggiante giardino tropicale.
Il giardino fu una personalissima realizzazione dal pittore francese che, ispirandosi ai giardini tradizionali marocchini, realizzò “un giardino impressionista, una cattedrale di forme e colori, imperniata su un lungo bacino centrale con vari ambienti differenti, dove centinaia di uccelli nidificano. Questo giardino è un’opera d’arte vivente in movimento, con piante esotiche e rare specie, e ornato con fontane, laghetti, fontane, vasi in ceramica, sentieri, pergolati”.
Nel 1937 l’artista creò anche un nuovo colore, il blu Majorelle, un blu oltremare/cobalto al tempo stesso intenso e chiaro, con cui dipinse le pareti della sua villa e tutto il giardino, creando il particolare effetto scenico del colore blu che spicca tra il folto verde della vegetazione del giardino. Poi, nel 1947 aprì al pubblico il giardino.
Il complesso, che venne abbandonato per molti anni in seguito alla morte del proprietario, fu scoperto dallo stilista francese Saint Laurent, che si decise ad acquistarlo nel 1980, facendone la sua dimora e il laboratorio di innumerevoli collezioni di moda.
Le ceneri dello stilista sono state cosparse nel roseto della Villa (da lui ribattezzata Villa Oasis), mentre il piano terra è stato trasformato in museo berbero, nel 2011. Tutt’ora aperto al pubblico, il giardino attira più di 600.000 visitatori all’anno, che si addentrano fra le diverse varietà di cactus, banani, aloe, palme, bamboo accompagnati dal canto di bulbul, merli, passeri, pettirossi, cinciallegre, o ai meno comuni codirosso spazzacamino, ballerine bianche, e pigliamosche comuni.
Fonte: wikipedia.org