La sirena triste
Questo disegno l’ho intitolato “La sirena triste. Autunno”, perché lo sguardo della protagonista è per me particolarmente malinconico, a tratti nostalgico.
Un amico che ha visitato la mostra all’ inaugurazione, però, mi ha fatto notare che, questa sirena più che triste sembra pensierosa e trovo che abbia ragione, visto che subito dopo avermelo riferito, ho aggiunto a questa qualifica dello sguardo anche l’aggettivo sognante.
Lo sguardo della protagonista è perciò pensieroso e anche un po’ sognante e, probabilmente la sirena triste sta pensando a qualcuno che le è caro ma lontano in questo frangente di vita e, questa persona è rappresentata dalla figura seduta e di color verde scuro, posta al lato del braccio e della mano su cui sta appoggiando il volto.
Una figura, questa, forse più onirica che parte vera e propria del suo mondo reale, che con il braccio sinistro alzato sembra interloquire con il pescetto rosa che, un’onda più forte e determinata delle altre, ha innalzato al livello dello sguardo di questa figura colorata di verde speranza.
Quindi la sirena sta riflettendo sulla sua vita, su come è stato il suo passato fino ad ora e soprattutto su come sarà il suo futuro da adesso in poi. Lo sguardo della sirena è, inoltre, rivolto davanti a sé, come a voler indagare con la sola vista il suo destino.
Un destino che scoprirà solo vivendo, giorno per giorno, il suo habitat marino. Ma, in questo compito di vita, la nostra protagonista non è più sola. Vi è infatti, una guida, rappresentata da quell’anima-nocchiero sulla barca che cavalca non onde terrene, bensì una nuvola grigio chiaro-bianca, in alto nel cielo a destra. Un nocchiero che è guida poiché dalla sua posizione elevata conosce già il destino che spetta alla sirena triste e saprà perciò sempre ben consigliarle.
La sirena triste nel riflettere sul suo passato, nel pensare il suo presente e nel sognare il suo futuro è in stasi. Si trova perciò, immersa in un mare azzurro, quindi limpido, in cui le onde celano il suo corpo, che passa sotto un monte Titano-isola, fino a far fuoriuscire, dall’altra parte del monte, la sua pinnata, verde e squamosa coda di sirena.
Sullo sfondo a sinistra, si immettono nel disegno, dei rami, che allungandosi verso destra, attraversano l’intero lavoro. Questi rami sono spogli e le poche foglie rimaste, non sono più verdi ma rosseggianti e ingiallite e stanno lentamente cadendo. Quindi siamo in autunno, forse al suo inizio e, questa stagione corrisponde fra le età dell’esistenza umana, alla vita adulta. Quindi la sirena è “nel mezzo del cammin di nostra vita” e ciò significa che sta entrando nella sua vita adulta.
A sinistra, dietro ai rami e alle poche foglie, un po’ lontano, si trova il sole. Questo è un sole sì di un bel giallo intenso ma, che non scalda tanto l’ambiente circostante e, l’atmosfera celeste, di un color argento freddo e metallico, conferma questo stato climatico. Atmosfera che dà anche tanta lucentezza a tutto il disegno e sott’intende che, la stessa protagonista ha raggiunto uno sguardo del mondo che la circonda, assai più lucido e chiaro da come fino ad allora lo aveva interpretato.
Caterina Ferri [email protected] cel. 335-7337808
L’opera “La sirena triste. Autunno” fa parte della Personale di Caterina Ferri “I mangiatori di colore” in mostra a Palazzo Graziani (Piazzale lo Stradone, 13-Repubblica di San Marino) sino al 28 febbraio.
Il titolo della mostra vuole essere un omaggio all’ opera di Van Gogh “I mangiatori di patate”, 22 opere, lavori su carta disegnati a mano libera, colorati poi a matita e con pennarelli di varia consistenza e fattura, legati da un ratto comune: il colore, che domina incontrastato in ogni lavoro.