La mia finestra dorata
Unendo le stelle come fossero puntini si formano le costellazioni
L’astronomia è una delle discipline più antiche della storia umana, le stelle affascinano e ispirano sogni, ma permettono anche di orientarci nella notte, celeste o dell’anima.
I puntini luminosi, che colorano e illuminano l’immenso arazzo nero dell’universo, sembrano muoversi in una lenta danza che dura da milioni di anni.
Il tempo trascorso sdraiata a terra magari dentro ad un sacco a pelo, di notte con lo sguardo rivolto al cielo e spesso in compagnia, rappresenta per me un ricordo accarezzato da una povere di magia, una specie di finestra dorata che mi riconnette a una dimensione di leggerezza e progettualità, il tempo sembrava fermarsi e aveva un valore aggiunto, era un momento dedicato al mistero, alla fantasia e alla contemplazione.
Di solito il tempo notturno trascorso in questo modo era quello dedicato ai campi estivi con gli scout, oppure le gite di ferragosto con gli amici, oppure la notte di San Lorenzo con la persona del mio cuore, organo che ha negli anni elargito diverse cittadinanze onorarie.
Quando ero una giovane mammina alle prime armi con figli molto piccoli ripetevo sempre che la mia finestra dorata era tra le 14 e le 17, quando i pargoli dormivano e io mi potevo dedicare a me stessa, non che il resto della giornata non fosse bello lo era eccome, ma era mutilo del concetto “me stessa” e intriso di accudimento e protezione verso una piccola vita.
Spesso questo “tempo per me stessa” finiva con diventare tempo per lavare i patti accumulati nel lavello, fare lavatrici o cose così, ma c’erano giorni in cui lo usavo per leggere, guardare un bel film, riposare, telefonare a una persona amata, guardare la forma strana delle nuvole, scrivere, fare cose che potessero spalancare una finestra dorata con Grandangolo su me stessa, che in quegli anni ero sempre un po’ in fondo alla lista.
Oggi la mia finestra dorata si è un po’ ampliata in dimensioni e traiettoria, ho sempre cercato di fare coincidere la mia attività professionale al mio sentire e molto spesso ci sono riuscita.
Fuori dalla mia dimensione lavorativa la mia finestra dorata si apre quando scrivo perché “il cuore detta la mano scrive” quando penso a un racconto, una favola, tutte quelle emozioni che si agitano dentro di me e che a volte mi fanno sentire un po’ in dissonanza assumono una forma precisa, ordinata, chiara e per me molto salvifica.
La mia finestra dorata si spalanca quando parlo con una persona che mi risuona e fa vibrare nel profondo perché come ho letto qualche giorno fa “ciascuno di noi risuona in modo speciale se maneggiato con cura”.
Ciascuno può vedere fuori di sé soltanto attraverso la propria finestra, ma può ascoltare la descrizione del vicino su ciò che vede dalla sua finestra e imparare qualcosa di prezioso: nessuno può avere una visione totale della realtà, nessuno è un’isola, abbiamo bisogno dello scambio con l’altro per rendere completa la nostra visione della realtà.
Spesso una “ finestra” è necessaria per entrare nel regno del sogno e della fantasia: una linea di confine che demarca il mondo interno da quello esterno.
Peter Pan, uscendo in volo dalla finestra, entra nel mondo della fantasia.
Io entro nel mio e in quello di chi vibra con me.
La mia finestra dorata rappresenta un’opportunità per rallentare, sognare e connettersi con ciò e soprattutto con chi conta davvero.
Anna Chiara Macina