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“Io la matematica l’ho sposata”

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È tutto ciò che ricordo del programma di matematica del liceo, l’equazione della retta, un concetto da me solo memorizzato e quasi sempre applicato fuori e senza contesto.

Io della matematica ho sempre capito zero, dalle elementari, ho preso notevole nel compito sulle tabelline in seconda o terza  solo perché ho copiato il testo dalla mia amica Arianna.

“A me della matematica importa poco” era la prima frase che diceva sorridendo mio babbo ai suoi colleghi entrando ai colloqui, quando gli cominciavano a esporre le mie difficoltà, una frase forse poco rispettosa pronunciata da un uomo gentilissimo, un gesto che mi è sempre arrivato come un’enorme pacca sulla spalla.

Non ti preoccupare avrai altri talenti…

Non so perché non ho mai fatto pace con il mondo dei numeri, che mi applicassi o meno il risultato era sempre uguale: 2 o 3, i voti che collezionavo alle superiori.

E’ stato un enorme sollievo dopo il Liceo dire addio a questo mondo che mi era così incomprensibile ed ostile…anche se….

“Io la matematica l’ho sposata” lo dico sempre quando incontro in città la mia Prof. di seconda superiore o al bar quello degli anni del triennio, lei sorride, è stata  anche l’insegnante di mio marito, amatissima da entrambi, lui scuote un po’ la testa e forse pensa al triangolo a testa di spuntone, pur di riuscire a farci entrare in testa le figure geometriche le aveva ribattezzate.

Mio marito si è laureato in matematica all’Università di Bologna, è molto lontano dal clichè dell’uomo razionale per il quale ogni evento ha una spiegazione logica, più incline a raccontarmi cosa si cela dietro ai teoremi, cosa vogliono raccontare al mondo.

E’ la persona più serena e in pace con l’universo che io conosca e lo era anche ventotto anni fa quando ci siamo conosciuti.

Mi ha rasserenata mi ha fatto fare pace con tutte le parti di me, riconciliata col mondo, amata e guardata come nessuno prima  di lui ha fatto, come nessuno riuscirà mai a fare.

Quando è un po’ nervoso gioca con il cubo di Rubik.

Lui mi ha spiegato l’equazione di Diraq

Il principio afferma che :”Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in qualche modo, diventano un unico sistema. In altri termini, quello che accade ad uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce”.

Noi siamo sposati dal 3 agosto del 2002, abbiamo due figli, cinque gatti, un cane, due tartarughe d’acqua, una di terra, abbiamo vissuto in tre diverse case, nell’ultima messo radici profonde.

Amiamo Bologna, passeggiare nelle vie del centro, tornare nei posti dove andavamo da studenti, senza nostalgia, perché il presente è quasi meglio del passato, io curo la casa, lui cucina, io chiacchiero, lui ascolta con attenzione, io dormo volentieri nel weekend, lui si sveglia all’alba, va a correre, poi mi aspetta in cucina con le brioches e il caffè, io scrivo, lui lavora con i numeri.

Una sola volta tanti anni fa anziché mostrarmi il lato poetico di equazioni e teoremi si è cimentato nella spiegazione di diagrammi e curve, dovevo sostenere l’Esame di Economia Politica, una vera contrattazione tra la mia totale inettitudine all’argomento e un’assistente comprensivo che cercava di aiutarmi, al termine telefonai a mio marito, era in ufficio, la sera mi confidò che  era stato così felice che si era dovuto rifugiare  in bagno tanto si era commosso alla notizia.

Noi siamo così non c’è accadimento nella vita dell’uno che non si ripercuota su quella dell’altro.

Gli esami…un ricordo lontano ora è mia figlia alle prese con quello di maturità e decisioni grande per il suo futuro.

I nostri figli sono la sintesi perfetta di noi, sui loro visi la somma dei miei e suoi lineamenti e uno spirito tutto loro, che li porta a camminare nel mondo con il passo di chi sa di essere immensamente amato dai genitori.

E’ questa consapevolezza l’orgoglio più grande della mia vita.

Quando litighiamo io a volte alzo la voce, quando si arrabbia lui comincia a tossire.

E’ con lui che condivido la mia vita e spero possa essere lo stesso nelle prossime cento.

Chiara Macina

 

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