Una coppia di donne fidanzate da cinque anni in crisi. Un’insicura bisessuale spaventata e molto confusa, l’altra in pace con il mondo e con se stessa, lanciata verso un futuro d’amore con la compagna. Una bella casa, un meraviglioso gattone e un filippino domestico stile Jacobe del “Il vizietto (La cage aux folles)” (film geniale anno 73’ con Ugo Tognazzi e Michel Serrault) Siamo a Roma Caput Mundi, anno MMXV (2015) e una coppia di belle donne benestanti; Lei è un architetto affermato, l’altra proprietaria di un bel locale bar-ristornate nei pressi di Piazza Venezia.
Due mondi diversi e due realtà molto vicine, ma le ragazze (one…intorno alla cinquantina…) si amano. Una ha un figlio e un ex marito, l’altra era attrice. Belle, ben pettinate, ben truccate e ben vestite. BENE. …ma la crisi di coppia porta una delle due a tradire l’altra con un uomo.
La crisi scoppia, poi… non scrivo il finale.
Allora la regia di Maria Sole Tognazzi, figlia del sopra citato Ugo, è pulita, lineare, ben costruita, con pochi fronzoli e con poche idee, così come la sceneggiatura e i costumi. Gli attori e le attrici purtroppo seguono a pieno regime lo stile italiano, cioè non esiste il personaggio, si accontentano di dare un minimo della loro verità e non si spingono veramente oltre la fiction o peggio la soap; e questo è una pecca davvero forte.
Il film è assolutamente Italiano, non esportabile, perché la comicità della Ferilli, la passività e la nevrosi della Buy, i fatti e le situazioni create, gli usi e costumi sono nostrani.
Certo è vero che con questo film abbiamo finalmente in Italia una rappresentazione sana e onesta dell’omosessualità, ben inserita in un contesto sociale, non messa in risalto come una tragedia.
Il messaggio è bello. Sii te stesso non avere paura e affronta quello che la tua natura chiede e soprattutto AMA.
Principalmente si parla di scelte personali e ben definite, cioè amare o non amare, ma soprattutto chi? La nervosa Buy, purtroppo sempre uguale in tutti i film, non si ritiene una lesbica, ma semplicemente una donna libera di amare una donna o un uomo, mentre la Ferilli, burrosa bella e sempre uguale anche lei in tutti suoi film, è più inserita in un contesto di genere, quell’appunto della popolazione LGBT (o GLBT, sigla utilizzata come termine collettivo per riferirsi a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender).
Credo importante sottolineare che il film rende due protagoniste molto popolari del cinema italiano come eroine di una popolazione che da anni subisce un inutile razzismo da parte di coloro che terrorizzati dall’essere umano, segue regole dettate da un partito politico chiamato “chiesa cattolica”.
Consiglio il film a tutti! Adulti, giovani e bambini, così da potersi rendere conto e capire che una coppia formata da due donne, due uomini o da uomo e donna, non cambia! Resta un unione di due persone che si amano, vivono, lavorano, producono, pensano e soprattutto vivono nel rispetto e nell’onestà coniugale.
Fabrizio Raggi