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In viaggio alla ricerca della salute (perduta o ritrovata)

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita“.

Attraverso questa nota terzina, il sommo poeta, Dante, inizia il suo viaggio lungo le strade della Divina Commedia, ritrovando – forzando un po’ il paragone – la salute del suo spirito e della sua anima.

Anche al giorno d’oggi, escludendo motivi di lavoro o di necessità (come l’abbandono della propria casa e terra a causa di guerre o calamità), chi viaggia lo fa per passione, voglia di scoprire nuovi posti, staccare dalla vita quotidiana e immergersi in realtà diverse da quelle a cui si è abituati. Il viaggio per turismo o vocanza in teoria dovrebbe quindi essere un modo per rigenerarsi, rilassarsi e ritrovare le forze. E oggigiorno è davvero facile spostarsi, anche e sempre più a basso costo, raggiungendo anche mete lontane ed esotiche.

Il viaggiatore esperto e consapevole, sa però, che recarsi in un posto o luogo diverso dal proprio ambiente quotidiano non sempre è agevole e non sempre lo si può fare senza essersi adeguatamente informati sul posto in cui ci si recherà. Al di là infatti di visti e regole generali regole sull’immigrazione, quando si visita un paese estero, esistono spesso raccomandazioni o addirittura obblighi di tipo sanitario da soddisfare.

Ma ci sono soprattutto cautele da prendere e buone prassi da utilizzare anche una volta giunti in tali posti.

L’esempio più classico è la profilassi antimalarica per chi si reca, per esempio, in paesi dell’Africa sub sahariana. Profilassi che di solito si inizia prima di partire, si continua per tutta la permanenza nel paese estero e si conclude solo dopo un paio di settimane da quando si è tornati. Spesso però associata alla profilassi antimalarica (che non è esente dal causare problemi in diverse persone) va pure associata una o più vaccinazioni a seconda del paese che si visita o che si attraversa per giungere nella propria destinazione.

Oggi, più che di malaria però, si parla di un altro problema che sta assumendo sempre più le dimensioni di una epidemia continentale nel Sud America. Si tratta virus Zika, un particolare virus che si sospetta essere responsabile della nascita di bambini con malformazioni (in particolare microencefalia), dall’esito spesso fatale e che nella sola Colombia avrebbe già colpito oltre 3.500 donne incinta.

Intanto l’OMS, l‘Organizzazione mondiale della sanità, ha diramato una nota in cui si prevede che entro un paio di settimane sarà fatta chiarezza sui probabili legami tra il virus Zika e la microcefalia dei neonati, anche se il vice direttore generale dell’Oms per i sistemi sanitari e l’innovazione, Marie-Paule Kieny, ha comunque ammesso che il legame è probabile, aggiungendo che per avere dei vaccini efficaci, ci vorranno almeno 18 mesi per sperimentazioni su larga scala.

Intanto si parla già di emergenza in America Latina, con il Brasile che ha anche confermata la sua terza vittima adulta, una ragazza di 20 anni, e il Venezuela ha annunciato le prime vittime legate a Zika, mentre la Colombia sta monitorando la situazione di oltre 5mila donne incinta, mentre sarebbero oltre 30mila i casi di contagiati dal virus. La presidente brasiliana Dilma Rousseff ha per esempio chiesto aiuto alle chiese del Paese affinché coinvolgano attivamente i fedeli nella lotta contro la zanzara Aedes aegypti, vettore del virus. e proprio in Brasile sembra sia scoppiata la diffusione, essendo anche il paese che ha registrato le prime morti di adulti al mondo (il primo paziente ucciso dal virus Zika è stato un uomo del Maranhao, nel nord-est del Paese, e il risultato ufficiale è stato divulgato lo scorso novembre. Il secondo caso confermato è avvenuto lo scorso ottobre e ha riguardato una ragazza che fino ad allora non aveva presentato gravi problemi di salute). Anche in Venezuela però sarebbero morte, riferiscono fonti governative, almeno tre persone e 68 sono state ricoverate in ospedale nel Paese sudamericano con complicazioni correlate a Zika (in Venezuela sono stati registrati oltre 5.000 casi sospetti dal novembre dello scorso anno, ma secondo organizzazioni sanitarie locali il numero reale è probabilmente molto più alto).

Singoli casi si sono registrati anche negli Usa, in Russia, Spagna (almeno due) e pure in Italia, e riguardano tutte persone che erano state in vacanza o in viaggio in paesi dell’America Latina.

Senza però stare a scomodare virus dalle conseguenze potenzialmente mortali, chi viaggia, soprattutto se in posti esotici o con abitudini alimentari molto diverse dalle proprie, dovrebbe sempre adottare alcuni accorgimenti. Quesi tutti i siti di viaggi infatti, di solito indicano quali siano le condizioni del paese che si va a visitare e quindi se sia opprtuno o meno (come spesso risulta), bere l’acqua locale piuttosto di quella imbottigliata, mangiare verdura appena lavata oppure frutta con la buccia o meno. A volte viene scongliato pure lavarsi i denti con l’acqua del rubinetto.  In Messico, per esempio, i classici problemi di stomaco o di pancia, vengono chiamati la “maledizione di Montezuma”, ma in realtà colpiscono anche ad altre latitudini (tali disturbi vengono infatti più comunemente chiamati “la diarrea del viaggiatore”) e possono essere parecchio fastidiosi se non seri, quando per esempio colpisono persone più cagionevoli o bambini.

C’è anche un altro aspetto da tenere presente, infatti, quello delle eventuali cure mediche necessarie, che potrebbe rappresentare una spesa aggiuntiva non prevista e anche costosa. Per questo tra le raccomandazioni da controllare, va sempre data una letta anche a quelle sui costi sanitari.

imagesI viaggi della salute

Se viaggiare può a volte mettere a rischio la nostra salute, esistono però una serie ormai ampia di viaggi che al contrario sono rivolti alla ricerca della salute. Ci sono addirittura paesi che su questo hanno sviluppato una propria area di business.

Un esempio anche in questo caso molto noto è quello delle cure dentarie in paesi quali la Croazia o la Romania, dove il costo di impianti o dentiere risulta spesso notevolmente inferiore rispetto a quanto costi in Italia o a San Marino. In passato era una pratica anche molto rischiosa, oggi invece la pubblicità di cliniche odontoiatriche al di là del confine rientra nella quotidianeità e ci sono molti più strumenti per vrificare se si tratti di annunci fasulli, frodi oppure vere e proprie offerte.

Viaggiare per recarsi in paesi dove curarsi costa meno, è diventato da tempo infatti, un business globale, e ci  sono paese come la Malesia, per esempio, che proprio su questo hanno sviluppato un importante fetta delle entrate nazionali. Un settore che già vede svolgere anche fiere e congressi mondiali e che anche lo stesso Stato di San Marino sta cercando di intercettare, soprattutto in alcuni specifici settori, come alcune pratiche a livello ostetrico e ginecologico o tecniche chirurgiche per i grandi obesi.

I viaggi della salute, come vengono chiamati, rappresentano quindi una nuova frontiera del variegato mondo dei viaggi e sempre più spesso possono rappresentare una alternativa valida, anche se non sempre economicamente conveniente, a un ritrovato stato di salute del viaggiatore-paziente.

Franco Cavalli

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