Film “Confidenza” (con Elio Germano)
Tutto ruota intorno a un segreto, quello che si scambiano i due protagonisti “dimmi la cosa più brutta che hai fatto, quella che non hai mai detto a nessuno”.
Lo chiede lei a lui dopo un litigio, animata dal desiderio di stringere un rapporto più intimo, un vero patto di sangue che si rivela però un’arma a doppio taglio perché lei rimane sconvolta e sconcertata dalla rivelazione, ignota allo spettatore, tanto che i due si lasciano “senza però lasciarsi mai veramente”, uniti dal legame ma anche da quella verità che pesa a lei e spaventa lui sino alla fine.
Pietro è terrorizzato dall’essere visto per ciò che è nella realtà, non importa se la sua interiore o quella oggettiva del suo prossimo, teme di perdere la stima che è il valore intorno a cui ha costruito la sua esistenza di insegnante e consulente del Ministero, lei, Teresa, è invece laureata in Matematica, avvezza a interpretare il mondo attraverso teoremi non si riesce mai a sganciare dal ricordo di questo amore giovanile e dai suoi corollari (il segreto).
Cosa accade se tutti scoprono chi siamo?
Cosa accade a noi se siamo visti in una dimensione di vergogna?
La domanda intorno a cui gira tutto il film, una narrazione interattiva, emotivamente avvincente, una vera esperienza emozionale, ci gonfiamo come palloncini per tutti i 136 minuti di proiezione, giochiamo un ruolo attivo: analizzare Pietro ogni gesto parola e espressione alla luce di ciò che sappiamo “ha un segreto”.
Dimmi il tuo segreto: se lo chiedono spesso nei loro giochi i bambini per stringere un patto di fratellanza e fiducia.
Un valore aggiunto o un pugnale da adulti?
È importante rivelare un segreto a qualcuno perché così ci si toglie il peso e si ha la possibilità di avere un altro punto di vista?
Io ho capito una cosa: è una domanda che non farò mai, a nessuno, per due ragioni: desidero non essere io a mettere in discussione quei rapporti che mi nutrono nel profondo, ho fiducia che le persone per me più importanti non abbiano segreti così terribili di cui vergognarsi.
E poi in fondo…i segreti appesantiscono soprattutto chi li riceve, non voglio diventare testimonianza tangibile della “cattiva coscienza” di nessuno.
Anna Chiara Macina