La posta delle emozioni
Per sempre è come mai: non esiste? – Il tempo del “sempre” non è eterno, non è senza limiti. Anzi, il più delle volte ha un inizio e una fine.
Inviate le vostre storie di “mai” e “per sempre” a [email protected] oppure [email protected]
Cara Chiara,
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Cara Chiara,
in questi giorni di coronavirus, sempre chiusa in casa come una talpa, per il rispetto delle norme e il timore del contagio, mi dedico, come non mai, alle attività di cucina. Preparo gratificazioni golose, un po’ per allentare la tensione accumulata, un po’ per esorcizzare il tam tam lugubre e ossessivo delle reti radio-televisive, un po’ per fare da controcanto a quanto visto e respirato ieri mattina.
Dopo sette giorni che non mettevo il naso fuori dalla porta, con il frigo deserto e la dispensa pure, sono uscita a fare la spesa per il rifornimento viveri, contenta di dare aria al sapore di claustrofobia che mi attanaglia. Mancava un quarto d’ora alle otto e per strada non c’era nessuno, invece davanti al negozio sostava un gruppo di persone, ben distanziate una dall’altra, tutte con il volto semicoperto dalla mascherina. Parlavano tra di loro, un bisbiglio mesto, dolente, rassegnato, quasi che questo tempo malato non dovesse finire mai. Ai miei occhi è sembrata la scena triste di un film che richiamava altri tempi e altri luoghi, la Russia o la Polonia nei momenti peggiori di crisi.
Mi sono messa in coda e in breve tempo il gruppo di persone è aumentato.
Mano a mano che la fila si allungava, nonostante il bel sole di primavera, l’atmosfera si faceva sempre piùe bigia, tutti apparivano più affranti e depressi.
Corpi rigidi, sguardi impauriti, silenzi diffidenti, e tanta voglia di sentire parole rassicuranti.
Giunto il mio turno ho fatto il pieno di farina e, tornata a casa, dopo tre accurati lavaggi di mani, mi sono messa a impastare. Ed è stato mentre tiravo l’ennesima sfoglia per quadrucci e tagliatelle che le mie sinapsi hanno avuto una rivelazione: la parola “sempre” è bugiarda.
Il tempo del “sempre” non è eterno, non è senza limiti.
Anzi, il più delle volte ha un inizio e una fine.
“Questo amore è per sempre”, “Tuo/tua per sempre”, “Amici per sempre” e mille altre, sono parole ascoltate e dette più volte, e ogni volta per ciascuno era un vero, sentito, autentico “per sempre”.
Un per sempre a scadenza, come una scatoletta di tonno. Confesso che questo pensiero, piuttosto che suscitare rammarico, mi ha fatto sobbalzare di gioia. Prima o poi anche il coronavirus verrà sconfitto, allora questo tempo di forzata clausura finirà.
Ed è solo per non urtare l’imperscrutabile a volubilità della parola che non aggiungo “per sempre”.
A tempi migliori, con rinnovata simpatia.
Pierina
Cara Pierina
in questi giorni infiniti e angoscianti torno spesso con la mente al luogo in cui ci siamo conosciute: i laboratori di scrittura di Eric Minetto, a quei momenti vorrei dedicare il mio per sempre,
In generale sono i tempi della scrittura ad aprirci spazi e orizzonti nuovo e a portarci in luogo e tempo lontano…lì voglio stare ora…
Ti abbraccio con tutta la stima che come sai nutro nei tuoi confronti
Chiara
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