Nuova targa per un’opera che impreziosisce il centro storico di San Marino: “Fiori di roccia” , una scultura realizzata dal Dottor Bruno Marabini: medico, scultore, scrittore, ceramista e pittore, posizionata sul Piano dei Mortai in prossimità della Prima Torre “La Guaita” a San Marino Città. Un articolo pubblicato da zoomma.news qualche mese fa ne ha raccontato la storia, concludendosi con l’appello del nipote Edoardo Marabini “dopo quarant’anni, necessiterebbe di un intervento di pulizia e manutenzione, in modo tale da potergli restituire un aspetto florido, un presente godibile e degno della posizione in cui è locato”.
Appello prontamente accolto dagli ISTITUTI CULTURALI –CENTRO DEL RESTAURO, in collaborazione con AASLP sezione Scalpellini.
Da qualche giorno una nuova targa è stata collocata davanti all’opera, grazie all’iniziativa del Centro del Restauro e alla consulenza dello scalpellino capo della sezione Scalpellini AASLP che ricorda bene ancora oggi l’artista Bruno Marabini “Avevo circa 18 anni quando è venuto nella Bottega nella quale avevo appena cominciato il mio apprendistato, desiderava realizzare il suo Fiori di roccia con la pietra di San Marino, un uomo brillante, che non si è mai messo su un piedistallo ma si è sporcato le mani di gesso e paglia per dare forma alla sua opera. Un uomo socievole che non perdeva occasione di fermarsi, dopo aver lavorato sulla scultura, a cenare insieme agli scalpellini. Il calco è stato realizzato in gesso e paglia e prima è stata creata la base e successivamente si è dato forma ai fiori, poi utilizzando una scala 1:1 la scultura è stata suddivisa in quadrati ed ad ogni scalpellino è stato assegnato il proprio o i propri quadrati con compito di lavorarlo per renderlo uguale al calco. In seguito la scultura è stata tagliata in 4 sezioni che poi sono state ricomposte sul posto. La finitura (incisione) dei petali è stata realizzata sul posto dopo che la scultura è stata montata”.
Fotografia di Nicoletta Meluzzi
La storia di un’opera d’arte s’intreccia a una storia personale…una vera storia nella storia.
Un protagonista indiscusso: “Fiori di roccia” una donazione privata dell’artista alla Città di San Marino e una narrazione nella narrazione.
La narrazione ha più voci e più volti, tutti femminili, puntini che piano a piano si sono uniti e un comun denominatore: l’affetto, il ricordo, il sostegno reciproco, l’amore per la Repubblica di San Marino.
Siamo Chiara, Nicoletta e Valentina e questa meravigliosa scultura in un modo o nell’altro racconta la nostra storia, ci fotografa in momenti diversi del nostro viatico.
Fotografia di Valentina Mandrelli
Il mio punto di vista passa attraverso la professione che ho svolto per tanti anni, quella di guida turistica, di cittadina innamorata del mio paese, per un discreto periodo ho avuto l’orgoglio e il privilegio di narrare ai turisti in visita quel meraviglioso museo d’arte en plein air che è il nostro centro storico, spesso, giunta con un gruppo al Piano dei Mortai, il mio racconto si svolgeva davanti a “Fiori di roccia” , in realtà non conoscevo molto di quest’opera né mai avevo notato il nome del suo autore, riprodotto in una piccola targhetta resa quasi illeggibile dal trascorrere del tempo.
Qualche mese fa ho trascorso un periodo di quarantena causa Covid a casa, chiedevo sempre a Valentina mia grandissima amica che lavora in Città di inviarmi qualche scatto, qualche scorcio e lei un bel giorno me ne invia uno proprio di quest’opera bellissima e per me dall’autore sconosciuto, glie l’ aveva inviata la sua vicina di casa Nicoletta ….ecco ora comincia un’altra storia nella storia.
Nicoletta e Valentina sono due vicine di casa, sammarinesi non di nascita ma per matrimonio, innamorate da subito dell’Antica Terra della libertà, persone sensibili e generose , hanno trascorso il lockdown dello scorso marzo con un rituale ben preciso, appuntamento sul terrazzo da brave dirimpettaie e tempo dedicato alla bellezza, al canto, alla narrazione di storie.
Una di questa ha per protagonista proprio “Fiori di roccia” , la racconta Nicoletta che ormai molti anni fa, appena giunta sul Titano, ha l’abitudine di passeggiare in Città per scoprirne tesori, luoghi e monumenti, questa scultura accende nel suo cuore un ricordo, la riporta lontano agli anni dell’infanzia, periodo trascorso all’interno della bottega artigiana gestita dal suo papà, nonno e bisnonno lungo la consolare Rimini San Marino, davanti a quell’edificio che ospitava il pastificio Ghigi, portandola al luogo dove l’opera ha visto la sua materiale realizzazione ad opera di Bruno Marabini, dalla creazione del calco in legno in poi.
Nicoletta non ha avuto alcun dubbio, non si è dovuta chiedere se la sua fosse suggestione e nostalgia o se il suo ricordo fosse esatto, rammentava esattamente il luogo dove aveva visto quella scultura, ne ha parlato con suo padre che ha confermato il suo sentire e gli ha indicato il nome del Dottor Marabini come autore, lo stesso si era appoggiato alla loro officina per molte fasi della realizzazione.
Il Dottor Marabini al lavoro all’interno della Bottega Meluzzi : da sinistra Carlo e Adamo Meluzzi e Bruno Marabini
“In un attimo sono dentro alla bottega che era sempre piena di segatura e di attrezzi- racconta Nicoletta-Ricordo che in un angolo c’era anche una piccola lavagna che veniva usata allo scopo di segnare le misure con il gesso….ma quando arrivavo io cancellavo tutto e sopra ci facevo i miei disegni” .
Bottega Meluzzi: da sinistra Carlo Meluzzi, Giorgio Meluzzi, Adamo Meluzzi, Bruno Marabini
Nicoletta ha poi contattato il figlio dello scultore, ha risposto il nipote Edoardo e c’è stato un bellissimo scambio epistolare …“pure io come nipote mi sono spesso chiesto di chi fossero quelle magiche mani che ai tempi tagliavano perfettamente i legni e levigavano le opere di mio nonno”…
ph: Valentina Mandrelli
Una storia meravigliosa che non ha mai smesso di emozionarmi, finalmente l’opera che ammiro da tanto ha un nome e un titolo, inoltre anche in me ha acceso una fiammella che mi ha portato indietro nel tempo, a un’amicizia di lunga data che ha sempre unito la famiglia di mia nonna a quella del Dottor Marabini.
Sua moglie Valeria è stata compagna di Liceo di mia nonna Anna e io stessa l’ho conosciuta nell’estate del 2003 accompagnandola a un pranzo di ex compagni di scuola. Ricordi un po’ lontani che sono tornati vivi nella mia memoria, facendomi immensamente emozionare. Il finale che sognavo per questa storia bellissima è che una targa ben chiara con nome e cognome del suo autore venisse posizionata vicino al suo lavoro, in suo ricordo e come segno di ringraziamento. Sogno realizzato. Ringrazio molto Nicoletta e Valentina per avermi ricordato che c’è sempre una storia bella da scrivere e raccontare , anche in questi tempi, anzi soprattutto ora.
Chiara Macina