Quando pensiamo al verbo “guardare” di solito lo facciamo in riferimento a ciò che ci circonda, il paesaggio, le persone, le nostre attività quotidiane. Ma “guardare” ha un significato più ampio, che si estende alle situazioni, ai rapporti fra le persone, a ciò che accade dentro di noi. Guardare a volte non basta, bisogna “vedere” quello che si cela dietro alla vita apparente.
E’ proprio questo scatto che spesso provoca i maggiori disagi, perchè un conto è aprire gli occhi sulle situazioni e un altro è vederle. Spesso ci rifiutiamo di vedere ciò che è palese perché è più doloroso che far finta di nulla, altre volte ciò che vediamo fa così male che il nostro organo fisico preposto alla vista si ammala proprio per dirci che una certa situazione ci ha feriti oltremodo e dobbiamo rielaborarla. Altre volte fa comodo non vedere, perché tutto sommato ci sta bene così.
Ma la vista è un senso al quale non si sfugge, perché viaggia su due binari che a un certo punto si incrociano e chiedono di alzare il velo sulle scuse, sulle paure e sulla non consapevolezza che a volta ci accompagna proprio nei momenti cardine della nostra vita. Prima o poi il conto ci viene presentato, e dobbiamo guardarlo in faccia.
Quando l’organo della vista viene colpito è perché succede qualcosa fuori o dentro di noi che non vogliamo vedere, come la sofferenza improvvisa di una persona che amiamo, una situazione da cui temiamo di non uscire, una verità che sappiamo ci farà male ma che preferiamo tenere nella penombra, che conosciamo, piuttosto che portarla alla luce, che non sappiamo cosa mostrerà.
E’ sempre una questione di consapevolezza leggere un disagio in una chiave più ampia del semplice sintomo fisico, e proprio questa maturità nel guardare oltre ci permette di conoscerci sempre più a fondo, e riscoprire nel nostro corpo un amico fedele che porta sempre l’attenzione prima che all’esterno su di noi.
La stessa metamedicina fa riferimento agli occhi come alla capacità di vedere, di guardarci, di guardare gli altri e anche la vita. Una congiuntivite, per esempio, fa riferimento alla difficoltà di accettare qualcosa che vediamo o che non vediamo più, oppure alla vista di qualcosa che ci ha fatto arrabbiare o che ci ha profondamente spaventati. La miopia è un’anomalia che impedisce di vedere bene da lontano, e traduce la sensazione di sentirsi minacciati o non abbastanza sicuri, il futuro ci fa paura. L’allergia agli occhi traduce un disturbo in ciò che vedo, che sovente richiama un evento triste della mia vita o qualcosa che vorrei rivedere perché mi manca molto nella mia vita attuale.
Queste sono indicazioni di massima, ovviamente, ma sono uno spunto per riflettere su ciò che ci accade, che si manifesta in una determinata maniera piuttosto che in un’altra. E’ un richiamo al risveglio, al guardarsi davvero senza filtri, al capire che c’è molto di più rispetto a quello che sembra.
Dal mondo delle essenze ce ne sono alcune che ci aiutano a guardare oltre l’apparenza e a codifica i messaggi che ci arrivano dal corpo per riscoprire la nostra verità interiore e fare le scelte giuste per noi.
- Procione (Essenza Animali Selvatici), per chi ha intrapreso un viaggio di consapevolezza e deve far emergere ricordi che hanno segnato il proprio percorso in modo significativo. Il procione aiuta a svelare la verità che si cela dietro alle apparenze.
- Zebra (Essenza Animali Selvatici) per trascendere una visione in “bianco e nero”, accostarsi a un livello di verità profonda e integrata e vedere la verità nascosta che si cela dietro una maschera.
- Star of Bethlehem ( Fiore di Bach) per rielaborare traumi, paure, shock e curare le ferite che queste situazioni possono avere creato dentro di noi. Lenendo questi traumi impediamo che diventino voragini che risucchiano la nostra serenità lasciando la porta aperta a ogni tipo di paura o angoscia.
- Holly (Fiore di Bach) per la rabbia che proviamo in certe situazioni e che non riusciamo ad esternare , permettendole così di erodere dall’interno la nostra tranquillità
Vediamo sempre più di quello che pensiamo, basta essere solo più attenti a leggere i messaggi che la nostra anima ci manda attraverso l’unica cosa reale che possediamo, il nostro corpo.
Buona lettura …