“Gli scout sorridono e cantano nelle difficoltà” questo punto della Legge scout, un ricordo lontanissimo eppur presente, mi è venuto in mente due volte in questi giorni difficili: guardando il video realizzato dalla Parrocchia di Borgo Maggiore ma soprattutto vedendo un ragazzo, un Capo Scout, con il fazzolettone bianco e azzurro davanti alla Titancoop impegnato a regolarne l’entrata e fornendo indicazioni, lo faceva bene e lo faceva con un sorriso meraviglioso e penso che questo in questi giorni di solitudine e scarsissimi contatti sia importantissimo, vitale, altrettanto importante della spesa.
Lo scoutismo propone un ideale di vita destinato ad accompagnare la persona per tutta l’esistenza “scout una volta scout per tutta la vita”.
Non si tratta di un doposcuola, nè di uno spazio aggregativo tout court, ma di un contesto educativo vero e proprio, all’interno del quale il ragazzo cresce con valori ben precisi: “tutto viene fatto con il gioco ma niente per gioco”.
Sono stata anche se non in maniera continuativa negli scout dagli otto ai venticinque anni, nel San Marino I°, nulla più degli scout ha plasmato la mia educazione: scout una volta scout tutta la vita, i valori che mi sono stati trasmessi continuano a ispirare la mia vita, oggi come allora…
Promessa del lupetto:
Prometto con l’aiuto e l’esempio di Gesù,
di fare del mio meglio per migliorare me stesso,
per aiutare gli altri,
per osservare la legge del branco.
Chi sono gli scout? Cosa propone lo scoutismo?
L’unico modo per essere felici, è quello di procurare felicità agli altri”. Questa massima di Baden Powell sintetizza al meglio la filosofia alla base del movimento scout. La natura, il rispetto per il prossimo, l’impegno a fare del proprio meglio sono alla base della proposta rivolta alle varie branche che compongono il movimento.
Gli stessi scopi sono delineati in maniera diversa a seconda dell’età dei ragazzi.
Fare del mio meglio significa dare sempre il proprio massimo, nel rispetto di attitudini personali e talenti. Il lupetto promette di fare del suo meglio, a seconda delle proprie possibilità personali, così l’esploratore, la guida e via discorrendo.
Sono stata una lupetta che non voleva giocare, una guida che non ha imparato a fare un nodo decente, una scolta che in barba all’essenzialità partiva per le route con dei beauty case più alti di lei eppure…è ancora oggi lo scoutismo il mio faro, quando in questi giorni cerco di tenere mio figlio non nella normalità, sarebbe impossibile, ma nelle cose belle o quando spiego a mia figlia quanto è importante trovare il nostro posto nel mondo e unirci agli altri, uscire dalla dimensione personale e cercarne una più ampia.
Negli anni scout ho incontrato la mia migliore amica, ormai 35 anni fa, lei mi ha insegnato a mettermi in gioco e ad entrare nel gioco, non lo ha fatto con sermoni, ma con la gioia e spontaneità di una bambina di otto anni che ne coinvolge un’altra e ho imparato che giocare è bello ma lo è anche entrare nel gioco, senza paura di mostrarsi, né di fallire, né di non essere come gli altri.
“Forse ho ancora sonno ma mi chiaman forte entra nel gioco e gioca la tua parte”….la strofa di questa canzone ha accompagnato molti giorni dei campi estivi, ma anche molti momenti in cui davanti a una difficoltà ho avuto la tentazione di sottrarmi e di scappare lontano….non l’ho fatto e devo ringraziare voi, i miei compagni d’avventura, quanti ne ho incontrati…quanti ancora fanno parte della mia vita, e i miei Capi, persone importantissime che dopo avermi accompagnato tanti anni ho ritrovato oggi che questa esperienza meravigliosa la stanno vivendo i miei figli, ciascuno con il suo passo e il suo modo, il più piccolo nel branco dei lupetti la più grande in Clan.
In attesa di incontrarci ancora…
Buona strada a tutti!
Chiara Macina