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“Ecco chi era Giuliano Gozi” – intervista alla nipote Paola Barbara

Paola Barbara Gozi racconta di sè e del libro dedicato alla memoria del prozio.

 “Giuliano Gozi un uomo un patria” è il titolo del libro da Lei curato, pubblicato a 60 anni dalla scomparsa del protagonista. Chi era Giuliano Gozi?

“Giuliano Gozi, mio prozio, fu nominato dal Consiglio Grande e Generale nella sua Seduta del 30 aprile 1918, Segretario di Stato per gli Affari Esteri mentre partecipava alla prima guerra mondiale come studente volontario. Ricoprì l’incarico di Segretario di Stato sino il 1943 svolgendo altresì la funzione di Segretario di Stato degli Interni ad interim; inoltre fu per ben cinque volte Capitano Reggente (la prima nel 1923, l’ultima nel 1942). Intraprese la professione legale dal 1920 al 1955; procuratore Legale del fisco, Giudice Conciliatore, Membro del Congresso dei Legali, Membro del Consiglio dei XII. Autore di scritti di carattere storico, politico, di diritto pubblico e cooperò alla stesura della Raccolta della Giurisprudenza Sammarinese e alla redazione della Raccolta delle Leggi e dei Decreti. Fu per quindici anni Presidente della Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino.

Dal 1930 fu Membro dell’Associazione Nazionale Volontari di Guerra Italiana e Presidente dell’Associazione Volontari di Guerra Sammarinese. Inoltre fu insignito dei Diplomi di varie Associazioni combattentistiche: Socio Onorario delle Ass.ni Nazionali Mutilati ed Invalidi di Guerra di Rimini e Cesena; Medaglia commemorativa del VI Pellegrinaggio Nazionale a Caprera; Istituto Nastro Azzurro; Società Volontari Garibaldini di Rimini.

In ogni settore si dimostrò di vasta dottrina. Non possedeva una cultura giuridica e professionale comune, aveva il senso giuridico, il dovere In ogni settore si dimostrò di vasta dottrina.
Basti ricordare che Vittorio Scialoja durante un congresso giuridico presentò il Gozi ad un giurista estero come “il rappresentante di uno dei più piccoli Stati del Mondo ma che potrebbe benissimo rappresentarne uno dei più grandi”.

Durante il Suo mandato, furono inoltre riorganizzate le finanze dello Stato mostrando negli anni della II guerra mondiale, un avanzo di bilancio, quale, proporzionalmente, forse nessuno Stato d’Europa aveva, predisponendo una apposita Legge per l’istituzione di un fondo di riserva in un primo tempo intoccabile, poi modificata con solo il Consiglio.

Grazie ad una politica equilibrata e lungimirante unitamente ad una forte rettitudine morale, fu l’inizio dello sviluppo edilizio della città murata e dei castelli. Il Gozi ne tracciò i nuovi profili, impose ai progettisti l’utilizzo della pietra locale e il rispetto della tradizione che ne diede l’aspetto gradito e accogliente, meta ancor oggi dei tanti turisti e premiato ultimamente con l’inserimento dello Stato nel Patrimonio dell’UNESCO.
Si devono a Giuliano Gozi opere edilizie tra cui, il ripristino di varie strade, del Teatro Titano, di scuole, del busto dedicato a Giuseppe Garibaldi, dell’Ara dei Volontari, dell’Ospedale di Stato. Inoltre come dimenticare l’opera ingegneristica ancor oggi nel cuore di tanti sammarinesi, la Ferrovia Elettrica San Marino-Rimini, che grazie ad un accordo stipulato con l’Italia, San Marino ha potuto vantare nell’anno 1932; la Convenzione Italia – San Marino del 1939, ancora vigente; la creazione di Consolati nell’America del Nord per i cittadini emigrati sammarinesi.

Fu altresì Accademico dell’Accademia Internazionale Lettere e Scienze di Napoli, 1921; dell’Accademia Tiberina di Roma, 1926; Membro Onorario della The National Geographie Society, Usa, 1940; Socio Accademico della Rubiconia Accademia. Investito altresì nel 1951, dall’Argentea Cruce dell’Anno Santo dal Vaticano.

Ricordiamo che è stato colui che ha voluto, a fianco di ogni data, la dicitura “d.F.R” proprio per onorare e ricordare la fondazione della Sua cara Terra. E l’amore per la Sua Terra e per il Santo Patrono, Marino, lo ha dimostrato con grande energia e prontezza quando il Cardinale Ildefonso Shuster mise in difficoltà la Repubblica di San Marino, affermando che le ossa ritrovate nella Basilica di Santo Stefano Maggiore a Milano erano del Santo Marino, quindi quelle custodite alla Pieve di San Marino a chi appartenevano?

Solo negli ultimi anni, finalmente si può dire che durante l’epoca fascista, e quindi durante il Governo Gozi, un migliaio circa di ebrei vissero indisturbati a San Marino, nonostante fossero state emanate le leggi razziali.  Leggi emanate ma mai applicate, i documenti e le testimonianze scritte e orali lo confermano. E’ una cosa molto importante per San Marino”.

goziLa pubblicazione è arricchita da inediti documenti custoditi nell’Archivio della famiglia Gozi.

Cosa indicano, quali i più significativi?

“Sinceramente a mio avviso tutti i documenti che ho inserito nella pubblicazione sono importanti per capire una parte di storia sammarinese che sino ad ora non è stata trattata. Importanza hanno le testimonianze di Gozi tenente degli alpini, quando ha combattuto a fianco dei fratelli italiani; le fotografie e gli scritti delle famiglie ebree che mantenevano rapporti con la nostra famiglia anche dopo la morte di Giuliano Gozi. Tutto ciò che hanno preservato i componenti della mia famiglia e che io ho pubblicato e desidero pubblicare, è basilare per raccontare una storia sommersa per tanti lunghi anni. Ancora ho molto da rendere pubblico”.

La sua famiglia è depositaria di documenti storici molto rilevanti per la storia del paese. Il desiderio, già messo in atto nel libro, è quello di metterli a disposizione della comunità.

Quanto è importante la memoria storica di un paese?

“Mi riallaccio alla risposta precedente aggiungendo che i miei concittadini hanno il diritto di sapere anche un altro spaccato storico. Non si può vivere e proseguire nell’ignoranza. E’ indispensabile avere a disposizione più informazioni possibili che implementino la storia sino ad ora trasmessa. E’ un nostro diritto ma è anche un dovere dello Stato far sì che i suoi concittadini sappiano verità tenute all’oscuro. Il Governo dovrebbe essere lusinghiero e riconoscente per tutti coloro che scrivono storia sammarinese, facendo ricerche e aprendo i propri archivi per tramandare la storia. Offuscare la memoria significa distruggere la base della propria identità e della propria continuità attraverso i secoli”.

“La polvere sopra” è un audio-book presentato recentemente, ripercorre la storia di Giuliano Gozi, ritratto nella sofferenza provata dallo statista sammarinese durante il periodo di detenzione in carcere. Audiolibro tratto dall’omonimo racconto da Lei scritto, insignito di un premio prestigioso. Com’è nata l’idea del racconto? Com’è riuscita a dar voce ai sentimenti e alla sofferenza del protagonista?

“Partecipare ad un concorso è stato fortuito. Esploravo internet e mi sono imbattuta proprio in questa occasione. Allora ho iniziato a leggere quante più cose possibili, intime di Giuliano Gozi e … sembrava come se la mia mano venisse guidata. Ho scritto con forte impeto, mi sono immedesima in mio zio e e ho cliccato invia…

Poi, a lavoro terminato, ho pensato che questa fosse una buona occasione per trasmettere, anche se in forma romanzata, un fatto realmente accaduto e non conosciuto. Visto il successo di questo racconto, ho deciso che fosse importante avvicinare non solo i giovani ma anche coloro che hanno deficit alla vista, a questa storia per me unica, così ho pensato” perché non farne di questo racconto storico un audio?”. Mi sono messa in contatto con Fabrizio Raggi, attore e coach sammarinese, per far sì che questo testo diventasse “visto e sentito”. L’interpretazione di vari attori, ha fatto sì che “La polvere sopra” diventasse un racconto dove potersi calare in prima persona, vedere e sentire non solo le emozioni, ma l’ambiente in cui l’attore principale, Giuliano Gozi, stava scontando la prigionia in Rocca”.

Quanto è importante oggi togliere “la polvere sopra”? Dare nuova luce e giusta collocazione a eventi storici del passato?

“E’ fondamentale per essere uomini liberi. La “damnatio memoriae”, la condanna della memoria è il cancellare ogni traccia che fosse testimonianza della storia. Nel nostro Paese, è stata utilizzata non solo nei confronti dei miei famigliari, ma anche verso ideologie o periodi storici: un esempio riguarda la cancellazione dei nomi dei due Reggenti, Gozi e Belluzzi, a suo tempo impressi nella Colonna Romana donata dallo Stato Italiano nel 1937. L’anno scorso ho presentato una Istanza d’Arengo per far riscrivere, in nome della memoria storica, per non dimenticare il dono che lo Stato Italiano ha fatto al nostro Governo, i nomi dei Capitani Reggenti, quali figure della più alta Magistratura.  Il risultato, veramente ridicolo è stato che, trattandosi di atto vandalico, i nomi non si riscrivono. Quindi significa che se uno screanzato dovesse togliere la testa alla Statua della Libertà in Piazza, per logica non si dovrebbe ricollocare essendo “atto vandalico”. Pensi che tanti sammarinesi non sapevano neanche che vi erano impressi i nomi dei Reggenti e dietro la colonna due fasci. Altro esempio è stato cancellare la dedica del Campo del Tennis in città a Bruno Mussolini, dedicandolo invece a Bruno Reffi; togliere la pietra in onore della morte di Carlo Bosi, solo perché è stato un martire fascista. E tanto altro ancora…. Importante è festeggiare il 28 luglio, quale ricorrenza della caduta del fascismo e festa della libertà. Questa ricorrenza è inesatta, il 28 luglio non è caduto il fascismo, ma c’è stato un vero Colpo di Stato. Pertanto questa giornata va rivista per non dare male interpretazione e per non essere puramente politica. Ricordiamo che il 28 luglio dell’anno scorso, durante la cerimonia dei Reggenti e Capitani di Castello, alcuni hanno cantato “Bella ciao”; siamo ancora molto indietro con la mentalità ed ancorati in vecchie ideologie. Il 28 luglio dovrebbe essere una festa per ricordare che tutte le forme di oppressioni negano la libertà dell’individuo.

Comprende dove porta la condanna della memoria? l’ideologia politica?, all’oblio, all’ignoranza. Nel testo scolastico che tutt’ora utilizzano i nostri ragazzi e ragazze, vi sono delle omissioni dettate da ideologia politica. San Marino deve essere rieducata per tutti gli anni, 70, che è stata sommersa dalla polvere…questo lo dobbiamo alle future generazioni ma anche a coloro che hanno vissuto quel periodo che c’è stato e non può essere cancellato, ma studiato e implementato da nuove testimonianze”.

Suo desiderio è quello di conservare e tramandare la memoria della sua famiglia, valorizzare la storia locale e divulgare la conoscenza della storia sammarinese. C’è una frizione tra versione ufficiale della storia e quanto risulta dai documenti?

“La documentazione rinvenuta dall’archivio famigliare ha portato alla luce una storia parallela a quella esistente ed offuscata per tanti anni. Innanzi tutto un profilo di Giuliano Gozi, totalmente opposto a quel poco che viene dichiarato nella stampa, vuoi per poca conoscenza e superficialità, vuoi per non voler sapere la verità. Inoltre le vicissitudini degli ebrei aiutati durante l’epoca fascista dal Governo Gozi e il loro aiuto riversato alla mia famiglia quando è stata esiliata a Milano, in segno di gratitudine; l’apertura di Consolati per i nostri emigrati ma anche per salvare un ebreo proveniente dalla Francia; le opere ingegneristiche e strutturali fatte nella Capitale e non solo; le convenzioni stipulate; le donazioni fatte dal Governo Italiano come la Colonna Romana, poi deturpata con la cancellazione dei nomi dei due Reggenti in carica, Gozi e Belluzzi; l’iconoclastia quindi di opere fatte durante il periodo; il colpo di stato del 28 luglio 1943; le vicissitudini di una cinquantina di sammarinesi che hanno aderito al partito fascista repubblicano e che hanno pagato questo con la galera, l’esilio, l’interdizione dai pubblici uffici nonostante due Magistrati Italiani,  Comandini e Angeletti non avessero trovato colpa alcuna. Queste sono solo alcune notizie storiche che andrebbero, a mio avviso, implementate nei testi scolastici, per offrire una panoramica più ampia della storia locale. E’ un vero peccato che non si sappia di nostri concittadini che hanno prodigato la propria esistenza per il bene del Paese, offrendo ospitalità a persone di religione ebraica mettendo in repentaglio la propria esistenza, che hanno stilato Convenzioni tutt’ora vigenti. Questo perché molti rimangono ancorati a passate ideologie che non portano a nulla di positivo ma solo a rancori. E così la storia rimane “sotto la polvere”. Ma io mi sono ripromessa di portare alla luce ciò che è avvenuto nella nostra Repubblica, questo lo devo alla mia Famiglia in primis, poi alle tante famiglie che hanno vissuto il ventennio, ed infine a coloro che vivono ancor oggi nel buio”.

 

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