Presentare San Marino al turista nella sua luce migliore, quella che lo illumina grazie alla sua leggenda e storia, alla fierezza del suo popolo, alla mitica libertà perpetua che lo ha da sempre contraddistinto; un paese raccontato sul campo, attraverso gli edifici e i monumenti che maggiormente lo caratterizzano e identificano, quelli dove si svolge la vita istituzionale e quelli che ospitano il patrimonio storico, artistico e archeologico. Le bellezze e peculiarità del territorio narrate con la fierezza e l’orgoglio di una cittadina innamorata della propria Terra, felice di accompagnare il turista alla sua scoperta delle sue Piazze, delle vie che nel passato sono state testimoni degli eventi principali della sua storia, con una esposizione semplice ma accurata, ricca di spunti che stimolino il forestiero ad approfondire e avere voglia di tornare. Il mio nome è Chiara Macina e questa è in estrema sintesi la finalità principale del mio servizio di guida turistica, per il quale ho ottenuto l’abilitazione lo scorso anno, dopo aver frequentato il corso di formazione propedeutico all’esame e aver superato il relativo esame e richiesto l’iscrizione all’albo e il codice operatore.
Nelle prossime settimane accompagnerò i lettori a spasso per il centro storico, soffermandomi sui luoghi più importanti, raccontandoli attraverso le curiosità e l’esposizione delle caratteristiche principali.
Dopo aver varcato Porta San Francesco e percorso via Basilicius ci troviamo in Piazzetta del Titano, percorrendo la Galleria Cassa di Risparmio arriviamo al Giardino dei Liburni.
Al centro c’è una Fontana, costruita negli anni ’60 con il sostegno del governo americano e dalla quale sgorga acqua del Torrente di San Marino. I Liburni, una popolazione barbarica, sono in qualche modo connessi alla nostra storia e leggenda.
Il manoscritto da cui è tratta la leggenda risale alla prima metà del secolo X°, si tratta della “Vita Sancti Marini”, un testo agiografico pubblicato dallo storico svizzero P. Aebischer.
Secondo la tradizione Marino arrivò dall’isola di Arbe in Dalmazia a Rimini nella seconda metà del terzo secolo d.c, chiamato da Diocleziano con altri scalpellini per ricostruire il porto e le mura della Città seriamente danneggiati dalle invasioni barbariche, certamente ebbe numerose occasioni di recarsi sul Monte Titano, anche per reperire il materiale, pietra e altro, per i suoi lavori. Decise in seguito di rifugiarsi proprio sul Monte Titano per sfuggire in primis alle persecuzioni contro i cristiani e secondariamente alle insidie di una donna che si professava contro verità, sua moglie, giunta dalla Dalmazia.
Sul Monte Titano costruì una piccola Chiesa dedicata all’Apostolo Pietro e cominciò a condurre una vita molto semplice fatta di lavoro e preghiera, a poco a poco una piccola comunità cristiana si radunò intorno a lui. La tranquillità della vita di Marino fu messa a repentaglio da un certo Verissimo, figlio di Donna Felicissima, padrona del Monte Titano, che un giorno trovandolo in preghiera cominciò ad apostrofarlo con parole piuttosto severe, l’invettiva non si limitò alle parole, il giovane scaglio una freccia contro Marino che però seguì una strana traiettoria e colpì Verissimo, paralizzandolo.
La madre di Verissimo pregò Marino di salvare il figlio, cosa che puntualmente avvenne, in cambio la donna gli regalò in segno di gratitudine il Monte Titano. E’ questa l’origine della nostra storia, un lascito, libero da qualsiasi vincolo fatto da Felicissima a Marino. Il Santo avrebbe fatto poi donazione del monte alla prima comunità cristiana che attorno alla chiesa si era raccolta. Questo il punto di partenza di quello che poi è stato definito “il mito della libertà perpetua di San Marino”. Mito che trova i suoi riscontri anche nella pubblicistica ufficiale. Con decreto del 2 luglio 1941, n.9 si statuì che la Repubblica era stata fondata il 3 settembre 301 dell’era volgare.
Il 3 settembre di ogni anno si festeggia la fondazione della Repubblica con una festa che si compone di celebrazioni civili, religiose e folkloristiche tra queste il Palio delle Balestre.
Il mattino del 3 settembre un corteo formato da dame, cavalieri e musici, sfila per il Centro viene poi data lettura del decreto dei Reggenti che ordina il Palio e la gara vera e propria si svolge nel pomeriggio presso la Cava dei Balestrieri. In epoca antica la Balestra era importante strumento di difesa, poteva centrare un bersaglio alla distanza di 90 metri, oggi viene utilizzata a scopo ludico, il vincitore del Palio è proclamato dai Capitani Reggenti.