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Dal Rimini Summer Pride al Borgo San Giovanni sotto le stelle

“Ora l’inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole”. Che non è quello degli York, reso celebre dal bardo di Straford-upon-Avon, William Shakespeare, nel Riccardo III, ma quello che ha illuminato la Riviera durante la Rimini Summer Pride, tenutasi nel weekend dal 29 al 31 luglio 2016. E dato che sui giornali locali e nei bar non si parlava d’altro, abbiamo deciso anche noi di andare a dare un’occhiata all’evento promosso dall’Arcigay Rimini per celebrare, come recita il sito www.summerpride.it, “il momento anche per l’Italia di passare dall’inverno della completa assenza di diritti per le persone Lesbiche,Gay, Bisessuali, Transessuali e Intersessuali (LGBTI) a una stagione di riconoscimento delle famiglie omosessuali e omogenitoriali con lo strumento delle unioni civili. Uno strumento imperfetto ed incompleto privo di tutele per i figli delle famiglie omogenitoriali”.

 

In bici verso il lungomare: e il corteo dov’é

Ci dirigiamo così a cavallo della nostra bicicletta verso il lungomare sabato 30 luglio, dove a partire dalle 18.30 era annunciato il momento clou della tre giorni, che doveva rendere Rimini, nelle intenzioni degli organizzatori, una città in linea con le altre capitali europee: la parata. Arrivati in piazzale Kennedy all’altezza del bagno 28A, vediamo poche persone sulla strada, un furgoncino con alcuni ballerini in abiti sgargianti, i soliti chioschi di ristoro ai margini della strada e della piazza che si vedono in tutte le manifestazioni – piadina, birra, l’immancabile stand identitario che vende le magliette della Summer Pride – e ci chiediamo se il corteo non sia già partito. Scattiamo qualche foto e poi, passando da una stradina parallela, cerchiamo di raggiungere la testa della sfilata che si trova al bagno 25.

 

In duemila tra il bagno 25 e il bagno 28A

Scopriamo così che la manifestazione non era ancora partita, e che tutti i partecipanti erano raccolti tra il bagno 25 e il bagno 28A: ad occhio e croce, un paio di migliaia di persone (la stessa stima che, a manifestazione conclusa, farà la Questura; gli organizzatori, come riporta l’Ansa, ne attendevano invece 5mila). Imponente invece il dispiegamento delle forze dell’ordine: Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale, che hanno contribuito a far svolgere l’evento in sicurezza, e ad evitare contatti tra la Summer Pride e alcuni manifestanti di Forza Nuova che avevano, per l’occasione, dato vita ad una contestazione in difesa della famiglia tradizionale.

 

Summer Pride: atmosfera di festa

L’atmosfera era festosa, a tratti carnevalesca: scattiamo fotografie davanti alla testa del corteo, dove a reggere lo striscione della Summer Pride c’è, tra gli altri, Emma Petitti, Assessore Regionale in quota Pd. Attorno al breve serpentone, decine di persone assistono curiose. Tra le varie associazioni, scorgiamo l’Arcigay di Rimini ‘Alan Turing’, il Cassero lgbt center, alcune famiglie monogenitoriali giunte da Roma, una rappresentativa del noto locale gay Fuera, e diverse altre. A colpirci, in particolare, sono gli attivisti dello UAAR, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti Italiani, che si aggiudicano, secondo noi, il premio per gli slogan più simpatici, tutti a sfondo religioso: “Il Paradiso può attendere, i nostri diritti no”; “Non c’è libertà senza laicità”; “We LAIC Pride”; “Cittadini italiani non sudditi vaticani”; “Italia bigotta, governo clericale: per i diritti civili si mette male”; ma il top è: “Gli atei non mandano all’inferno nessuno”.

summer pride

 

Camioncini e drag queen

Passate le associazioni, la sfilata prosegue con l’arrivo di tre camioncini addobbati per l’occasione – due dei quali ‘targati’ Coconuts, il noto disco bar di Rimini – sui quali ballavano alcune drag queen dai corpi statuari – una delle quali con altissima chioma multicolor con una enorme croce tipo swarovski sul petto – lanciando flyers per il successivo spettacolo di La Troya Ibiza e qualche pacchettino che, a causa della distanza, non siamo riusciti ad identificare. E dietro di loro, incitata dal dj, una folla danzante di giovani e meno giovani, la maggior parte in abiti normali, qualcuno a petto nudo, che si muove allegra sulle note delle canzoni degli Abba e della musica techno. Dopo circa mezz’ora, il corteo, aperto e chiuso dalle camionette delle forze dell’ordine, termina di transitare davanti alla nostra postazione e si dirige verso il Porto Canale. Noi preferiamo tornare in centro, perdendoci così il gran finale di piazzale Fellini.

 

Borgo San Giovanni sotto le stelle

Passiamo da via XX Settembre, dove un amico ci aveva invitato alla Festa del Borgo, ma “quella finta”, aveva detto lui, perché quella ‘vera’ tradizionale si tiene ogni due anni ed è dedicata alla Madonna del Carmine. Ci immergiamo quindi nell’evento “Borgo San Giovanni sotto le stelle. Sulle note del Mondo” e anche qui, come sul lungomare poco prima, troviamo piadina, birra, vino, rustida e qualche stand di artigianato locale, negozi aperti e (abbiamo contato) cinque postazioni musicali: ci piace quella di musica country, con i ballerini vestiti alla foggia del far west, ma l’insieme è molto caotico, anche per via dei troppi decibel sparati dalle consolle dei dj.

 

Nel segno di Giacomo Foglietta

Simpatico, giusto, dovuto, l’omaggio in un piccolo chiostro accanto alla Chiesa di San Giovanni, al pittore del borgo Giacomo Foglietta, scomparso alcuni anni fa, noto per i suoi ‘pretini’ scanzonati e le atmosfere poetiche giocose. Una piccola pausa che ci dona un momento di leggerezza in un pomeriggio piuttosto roboante.

Giacomo Foglietta

Prima di lasciare la festa, la nostra attenzione è attirata da uno stand che espone dei bellissimi modelli di cargo bikes, ossia le bici da carico utilizzate per trasportare bimbi, animali domestici e merci, che evocano atmosfere del Nord Europa. Quelle sì. Davvero.

Crick

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