giovedì , Novembre 21 2024

Cosa ti piaceva di più fare da piccolo?

Qualche giorno fa si è laureato uno degli amici più cari di mia figlia.

Elia: occhi azzurri meravigliosi, 22 anni di dolcezza e caparbietà, di lui mi ha sempre colpito moltissimo una cosa, l’energia e la forza garbata e morbida con cui dà gambe solide e robuste ai suoi sogni, ama da sempre la fotografia, è bravissimo e ne ha fatto un lavoro molto prima di concludere il suo percorso universitario, sono orgogliosa e felice di lui come lo sono dei miei figli.

Io gli domando sempre di scattare delle foto a mia figlia in modo che io possa sempre ricordarmi la bellezza e intensità di questa fase della sua vita, lui mi dice “a lei non piace molto essere ritratta ma io lo faccio spesso”, me lo dice con con gentilezza, io tra le righe leggo sempre un rassicurante “non ti preoccupare io ci sono per lei”, facendomi soprattutto provare fiducia verso una cosa “sino a che hai un amico che ti guarda non sarai mai sola” e Arianna ha Elia, e un vero amico è per sempre soprattutto alla loro età.

Ho impressa nel cuore la prima volta in cui io li ho visti insieme, erano usciti da scuola e stavano dirigendosi verso la fermata del bus, io camminavo non vista qualche metro dietro a loro, a un certo punto lui le toglie con dolcezza una foglia dai capelli, io ho sentito forte l’eco di un “per sempre” .

Io nutro per Elia un affetto e una vicinanza particolare e molto forte, ne sento la sensibilità e la dolcezza rivedo in lui qualcosa che ha accompagnato me negli anni, una volta raccontandomi il suo amore verso la fotografia mi ha detto “non è solo uno scatto è anche immaginare la storia che c’è dietro a quelle persone che ritraggo, cosa nasconde uno sguardo, un gesto”. In tutto questo c’è un mondo. Un mondo che è anche il mio.

Elia si affaccia al mondo degli adulti con l’aiuto del suo super potere preferito:  la fotografia, armato della sua macchina fotografica per realizzare video e scatti, un ponte per ritrarre la realtà con il valore aggiunto di una sua interpretazione personale, a volte frutto di un momento di suggestione, altre per catturare l’emozione , o ancora per dare una lettura personale della realtà

E’ giovane ed in quella fase della vita in cui l’orizzonte è davvero ampio e bellissimo, per ricordare questo passaggio così importante io gli ho regalato una piccola mongolfiera.

Una mongolfiera che all’occorrenza ha cavi robusti per essere ancorata a terra ma anche in grado di elevarsi in alto nel cielo, un po’ come fanno i sogni ai quali bisogna sempre cercare di dare gambe robuste affinchè non si sfracellino al suolo.

Io gli auguro di sapere sempre con autenticità guardare dentro a se stesso e capire cosa il suo sogno gli sussurra all’orecchio, quale direzione gli chiede di prendere, non quella più giusta per gli altri, quella perfetta per lui.

Trovare la propria identità salva per sempre.

Anni fa  mi ha fatto un regalo enorme mi ha raccontato il suo sogno “ E’ una passione nata tanti anni fa- mi ha detto-alla fine delle scuole elementari, quando ho ricevuto in dono la Go Pro, una telecamera leggera, duttile che si presta a essere usata anche in acqua, ha acceso in me l’amore per le riprese e la sperimentazione, dapprima video poi anche per la fotografia, dei primi amo molto il fatto che mi consentono di realizzare delle mini storie, accompagnando la narrazione con il ritmo delle immagini che alternano, ora veloce ora lento a seconda dell’effetto e naturalmente con la musica. La fotografia invece è il mezzo che mi permette di “catturare” e rendere eterno un istante, prezioso e irripetibile, a 12 anni ho avuto la mia prima Reflex della Canon, la uso ancora è ottima per fare esercizio e imparare”.

Tra i suoi sogni quello di scoprire angoli suggestivi del mondo per immortalarne magia e mistero: gli Stati Uniti verso i quali sente un profondo senso di appartenenza, l’India, l’Oriente in generale, Tokyo.

Se puoi mandami sempre una cartolina e un’immagine da ciascuno di questi posti

Quando la tua mongolfiera sarà un po’ in una Terra di mezzo, un po’ legata a Terra e un po’ sospesa in aria tu non avere dubbi chiudi gli occhi e ripensa a cosa amavi fare, cosa rappresenta per te la fotografia, che tipo di emozione desideri condividere.

Io ti guarderò da terra alzarti in aria, oppure ci saluteremo vis a vis in cielo ciascuno a bordo della sua di mongolfiera, mi riconoscerai perché sarò sempre quella persona che ti guarda con orgoglio e gioia come pochi giorni fa alla tua laurea e poco dopo come sempre ti chiederò “Ma l’Arianna???…pensaci te mi raccomando…”

Chiara Macina

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