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Cosa sognano i pesci rossi?

Cosa sognano i pesci rossi?”, è un romanzo di Marco Venturino, professione medico, direttore di divisione di anestesia e terapia intensiva all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.

Il romanzo ha due voci, quello di un paziente Pierluigi Tunesi, ricoverato nel reparto di Terapia Intensiva, in gravissime condizioni, dopo essere stato operato per un tumore in metastasi avanzata, forse inutilmente, da un medico in cerca di facili consensi, quello di un medico, anestesista Luca Gaboardi, rianimatore e che lavora nel reparto. Nelle ultime pagine del libro, il paziente ha un attacco, forse l’ultima fatalità, il Dott. Gaboardi è chiamato a soccorerlo e all’improvviso i loro sguardi s’incrociano, il medico lo mette allora a fuoco per quello che è, un uomo che ha odiato, che ha amato, che ha avuto paura, che ha gioito, che ha sofferto, che è stato odiato…che ha vissuto.

Per la prima volta vede forse vede il reale volto umano del paziente, non solo una “macchina”, della quale prendersi cura con professionalità per individuarne il meccanismo, i suoi guasti e cercare di aggiustarla, se possibile, ma un essere umano. Il romanzo è commovente, tratta temi nodali, quali la vita e la sua precarietà, la deontologia medica, le risorse umane; il protagonista, il paziente, paragona se stesso ad un pesce rosso, tracheostomizzato, non riesce più a esprimersi, si sente in un acquario, costantemente osservato, senza possibilità d’interagire in modo da risultare comprensibile.

Il romanzo è suddiviso in capitoli: uno raccontato in prima persona dal paziente e uno dal medico.

Quanti hanno avuto un familiare o amico ricoverato in questo reparto lo sanno bene, ciò che fa soffrire maggiormente il paziente,se lucido e non sedato, è la noia, l’impossibilità di impiegare il tempo in modo costruttivo, si finisce allora in una spirale di pensieri, che diventano sempre più intricati, contorti, ossessivi.Pensieri al centro di questo romanzo.

Chiara Macina

 

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