Cosa serve a una scrittrice
Dafne è Lou, scrive libri e crea corsi per persone fragili, scrive su commissione per aziende e privati.
Non lo so, posso scrivere cosa sento serve a me.
Sarebbe facile dire lettori e vendite, una nutrita schiera di sostenitori (più spesso sostenitrici).
La verità è che ciò che fai online è un’azione necessaria senza essere risolutiva, è una traccia che lasci per chi ti troverà, quando accadrà, e così potrà leggere la tua storia a ritroso e decidere se le piaci.
Il sostegno lo trovi incontrando le persone, conoscendole, curando ogni rapporto come fosse l’unico. Questo vale per le grandi aziende, che rispondono ai clienti con solerzia, e per gli artisti. Solo chi ha un flusso forzato di compratori può trattare i clienti come una massa, che sarà scontenta ma non potrà fuggire.
Scusate se parlo di marketing in un post per un luogo magico, ma credetemi: la magia più bella si basa su ragionamenti solidi. È quella che più dura e più produce.
Servono porti sicuri, tutto qui. Cosa sono i porti sicuri? Luoghi in cui andare e sentirsi accolti e poi tornare e ritrovare facce note, che ti rincuorano del viaggio e delle case e vie sconosciute incontrate mentre scali le marce, da sola nell’auto, per raggiungere un luogo che prima non sapevi esistesse e ora c’è nella mappa della tua vita, che più viaggi e più si fa fitta.
Io ho alcuni approdi che spero diventino porti sicuri, dove tornare e ritornare mentre cresco con il mio scrivere.
Uno di questi si trova a San Marino, per ora è fatto di alcune facce e una persona, che mi ha accolto e aiutato a trovare la strada per proseguire in un momento in cui rischiavo di dovermi fermare. Lei è Chiara, per me rappresenta San Marino e la sua repubblica di lettori.
Per poco ho perso l’occasione di godermi una delle ultime avventure che la vede protagonista, il Circo Letterario, e ogni volta che ci penso vorrei andare perché credo che lo devo alla me bambina, che dentro a un tendone perdeva il fiato: essere io sul palco, con le mie piccole cose inutili che tanto amo fare — scrivere, conoscere, disegnare.
Lo so che ci andrò e questa cosa mi emoziona al solo pensiero, credo metterò un vestito rosso e vi racconterò una fiaba che sta risolvendosi con un lieto fine, una fiaba vera perché le fantasie più belle si basano su concrete azioni e progetti assennati.
È la mia vita e io scrivo e cerco porti sicuri, sicuri come il cuore di Chiara a San Marino, che ogni tanto batte anche per me e io sento il mio lavoro esistere, non solo per me, nella mia testa, ma là fuori, tra voi. Un sogno diventato realtà.
Dafne Perticarini