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Bruno Arcari il più forte pugile italiano di sempre

Natoil giorno di capodanno del ’42 ad Atina, in provincia di Frosinone Bruno Arcari è, a mio modesto parere, il più forte pugile italiano di sempre, al pari di Duilio Loi.

Salito al nord, al seguito della famiglia, a solo un anno d’età, Arcari è genovese a tutti gli effetti. Nel capoluogo ligure fece le prime esperienze sportive come calciatore, finendo sempre col bisticciare con tutti ed evidenziando un temperamento adatto ad altri sport; nella palestra Mameli, sempre a Genova, mosse così i propri primi passi sul ring, senza più scenderne.

Curiosamente, perse il suo primo incontro da professionista, uno “scioccante” inizio di carriera che comunque lo accomuna ad altri grandissimi pugili del presente e del passato, quali Juan Manuel Marquez, Alexis Arguello e, addirittura, Henry Armstrong.

Arcari perse pure il suo dodicesimo match, sempre nella maniera del primo, ossia con una testata volontaria dell’avversario ad aprirgli le sopracciglia, suo autentico tallone d’Achille.

La debolezza delle sue arcate era spesso evidenziata da abbondanti sanguinamenti che, alle volte, finivano con l’essere fuori controllo.

Al di là di questi episodici infortuni, Bruno Arcari, mancino di classe cristallina, era praticamente imbattibile e non tardò a dimostrarlo.

Conquistò ogni alloro dei superleggeri: l’italiano, l’europeo e il mondiale furono suoi in rapida successione, con prestazioni di tale dominio del ring da renderlo, agli occhi del pubblico, un pugile di una categoria a parte.

Nel 1968, alla Stadthalle Arena di Vienna, colma di quindicimila austriaci ubriachi e aggressivi, spazzò via l’idolo di casa con un KO terrificante, riducendo al silenzio una metropoli intera.

Concreto e pragmatico, Bruno nulla concedeva ai rotocalchi del tampo, assetati di cronaca mondana, finendo col piacer poco agli addetti della carta stampata. Una mancata alleanza che pagò con la scarsa popolarità degli uomini realmente liberi!

Con un filotto di cinquantasette vittorie consecutive, interrotte solo dal controverso pareggio di Milano con Rocky Mattioli, Bruno Arcari impose la propria egemonia sui superleggeri per quasi quindici anni: un autentico fenomeno! Un inimitabile dominatore!

Nel 1978, con un altro knock-out ottenuto ai danni di Jesse Lara, concluse la carriera con lo strabiliante record di 69 vittorie, 2 sconfitte, 1 pareggio.

Uscito di scena con la compostezza che lo aveva sempre contraddistinto, Bruno Arcari è caduto in un semi-oblio che dovrebbe far vergognare ogni italiano: in altri paesi, questo non sarebbe successo.

Marco Nicolini

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