Il bonsai sopravvissuto alla bomba di Hiroshima
Si tratta di un Pino Bianco Giapponese in miniatura, un bonsai appunto, ed ha 391 anni.
Al momento dell’esplosione della bomba atomica su Hiroshima si trovava nel vivaio della famiglia del Maestro Bonsai Masaru Yamaki, sopravvissuto anche lui insieme alla sua famiglia.
La storia è stata resa nota nel 2001 dal Telegraph, anno in cui i nipoti del Maestro Yumaki si recarono al National Bonsai & Penjing Museum presso lo U.S. National Arboretum, l’arboreto nazionale di Washington, dove l’albero viene conservato, chiedendo di poter vedere il Pino del nonno. Il bonsai, infatti, venne donato come “gesto di amicizia, di connessione tra due culture diverse”, raccontò in quell’occasione il curatore del National Arboretum, Kathleen Emerson-Dell.
Quando la bomba è esplosa uccidendo 140 mila persone, ha frantumato anche i vetri del vivaio dove l’albero era custodito: probabilmente il bonsai è sopravvissuto perché il vivaio e la casa di famiglia erano protette da alte mura che hanno schermato l’esplosione.
Oggi il pino è alto poco più di un metro, ha un tronco spesso e aghi ormai ingialliti. Dei fili di metallo impediscono ai rami di crescere troppo verso la luce del sole. “Le rughe, le incrostazioni, le storture, sono tutte cose che gli danno carattere”, dice Emerson-Dell, che spera che il bonsai diventi un simbolo di sopravvivenza.
“Con un essere vivente che è sopravvissuto a chissà quante catastrofi si crea una sorta di connessione […] Io sono alla sua presenza, così come l’albero è stato alla presenza di tanta altra gente vissuta tanto altro tempo fa. Toccare il vaso è come toccare la Storia”.
Fonte: nationalgeographic.it