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Bloodsport: trent’anni fa usciva nelle sale uno dei capolavori di Jean Claude Van Damme

Bloodsport, trent’anni fa usciva nelle sale uno dei capolavori di Jean Claude Van Damme

“Bloodsport”, ossia “Senza esclusione di colpi” nella versione italiana, è uno di quei film sulle arti marziali che hanno cresciuto diverse generazioni di appassionati: la pellicola usciva infatti nel lontano 1988 nelle sale cinematografiche statunitensi, ben trent’anni fa. Il produttore è Mark Di Salle, che firmerà un altro film cult del genere “picchiaduro” un anno più tardi sempre con Jean Claude Van Damme nel ruolo di protagonista. Di Salle si concede anche un doppio cameo all’interno delle due pellicole: lo ritroviamo in “Bloodsport” nella palestra in cui si allena Ray Jackson (Donald Gibb), mentre è nel ruolo di un giornalista in “Kickboxer il nuovo guerriero” del 1989 dove intervista il campione Eric Sloane (Dennis Alexio) prima della sua partenza per la Thailandia insieme al fratello Kurt (Van Damme).

Senza esclusione di colpi

“Senza esclusione di colpi” è un omaggio alla vita del grande campione e maestro di arti marziali Frank William Dux, che vanta tuttora il titolo onorifico di “Hanshi” nonché il nome Shaolin di “Shi Chang Gui”. Dux è nato a Toronto, in Canada, nel 1956 ed è emigrato negli States nel 1963. Il film è ispirato al Kumite World Tournament del 1975 dove egli stabilì diversi record: il maggior numero di knockouts consecutivi, il knockout più veloce registrato in appena tre secondi, il pugno e il calcio più veloci con cui è stato realizzato un knockout. Quella di Dux è una carriera memorabile: dal 1975 al 1980 ha combattuto 329 incontri, ritirandosi imbattuto come campione dei pesi massimi al Kumite di Full Contact. Ha quindi fondato il sistema di combattimento conosciuto come “American Ninjitsu Dux-Ryu”.

Il film sembra ispirato al romanzo-thriller “Shibumi – Il ritorno delle gru” scritto alla fine degli anni Settanta da Trevanian, nome d’arte dello scrittore Rodney William Whitaker: il protagonista del libro, Nicholai Hel, è infatti un uomo di origini occidentali cresciuto da un guerriero giapponese attraverso i valori e gli ideali orientali, nonché addestrato ad un’arte marziale micidiale. Così nel film “Bloodsport” Frank Dux, interpretato da un eccezionale Jean Claude Van Damme, è un giovane avviato alle arti marziali giapponesi dal maestro Shodushi Tanaka che gli tramanda tutto il suo sapere. Anche per il ruolo di Tanaka ci si affida a un personaggio già noto agli appassionati di arti marziali: si tratta di Roy Chiao, che compare nell’evergreen del compianto Bruce Lee “I tre dell’operazione drago” del 1973 nelle vesti di un monaco Shaolin.

Frank Dux

Frank Dux è un pilota militare statunitense che sogna di partecipare al più grande Kumite del secolo, il quale si terrà ad Hong Kong; i suoi superiori sono tuttavia contrari e faranno di tutto per impedirgli di combattere, considerata la pessima fama di un torneo dove in passato alcuni atleti avevano trovato addirittura la morte. Dux riesce comunque a seminare gli emissari del governo americano e sale così sulla pedana di combattimento dell’arena sotterranea segreta, in una zona malfamata di Hong Kong off-limits per occidentali e giornalisti. Soltanto una giovane cronista riuscirà ad intrufolarsi in incognita tra le tribune dell’arena per il gran finale, approfittando della relazione sentimentale nata proprio con Frank Dux durante le intense giornate del torneo, scandite da combattimenti senza esclusione di colpi.

Non è tuttavia solo un film “picchiaduro”, poiché è infatti condito dall’immancabile dose di buoni sentimenti che popolano le pellicole di Jean Claude Van Damme nel ruolo del guerriero buono e leale che deve fare giustizia e sconfiggere il malvagio di turno a suon di spettacolari colpi marziali. Questa volta l’antagonista principale è il perfido coreano Chong-Li intepretato da Bolo Yeung, non nuovo a questi ruoli: infatti, andando indietro nel tempo, lo ritroviamo nella già citata pellicola di Bruce Lee, nei panni dello scagnozzo al servizio di uno spietato boss dedito a traffici illegali. In “Bloddsport” abbiamo un preciso momento clou in cui il male calpesta i pedi al bene: Chong-Li affronta in pedana il corpulento, rude e simpatico Ray Jackson, che nel frattempo aveva stretto una bella amicizia proprio con Frank Dux.

L’amico di Frank Dux finisce in ospedale, essendo stato colpito di proposito alla testa da Chong-Li, dopo aver già subito un micidiale knockout da quest’ultimo: un’azione vigliacca che grida vendetta. L’intreccio sarà ripreso nel già menzionato film “Kickboxer”, dove Kurt dovrà vendicare il fratello Eric Sloane rimasto paralizzato dopo aver combattuto contro il possente Tong-Po, interpretato dallo stesso Michel Qissi che in “Bloodsport” è invece nelle vesti di un più docile Parades. La resa dei conti dunque bussa alla porta nella sfida finale tra i due contendenti: «Hai battuto il mio record; ora io batterò te, come ho battuto il tuo amico», tuona minaccioso Chong-Li all’indirizzo di Frank Dux pochi istanti prima dell’incontro decisivo per il titolo di campione. L’incontro si mette subito bene per l’americano, sicché il coreano tenta la via disperata del colpo basso gettando negli occhi di Dux una polvere accecante; tuttavia non sa che l’eroe buono era stato addestrato dal maestro Tanaka anche per combattere bendato.

Inutile dire chi sarà il vincitore, in un finale mozzafiato che cattura l’attenzione dello spettatore non soltanto per i calci rotanti in volo resi celeberrimi dalle performance di Van Damme: il messaggio è più profondo e riguarda i valori di lealtà, passione pura e rispetto per il proprio maestro che dovrebbero animare ogni praticante di arti marziali.

Simone Sperduto

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