Classe 1961, Alghero.
Antonio Marras è un preziosissimo esempio di stilista-artista del panorama Italiano.
“Che cosa mi tiene così legato al mondo dell’arte?
L’arte per me è una passione, e come tale va coltivata. Mi informo, la cerco e vi dedico tutto il tempo che posso. Se una mostra, una performance o uno spettacolo mi interessano, nulla mi frena e rinuncio a tutto pur di non perdermeli. Per chiunque faccia il mio mestiere l’arte è una molla potentissima e una grande fonte di ispirazione, e io sono sempre affamato di immagini e di suggestioni..”
Antonio Marras, un universo dove le idee circolano liberamente e non conoscono alcuna gerarchia culturale o intellettuale.
L’approccio alla moda è un’alchimia di omaggi alla storia del costume, di riferimenti all’arte contemporanea.
Viaggi nelle storie popolari della letteratura colta, anche e soprattutto della sua terra: la Sardegna.
Una totale apertura nell’ accostare tessuti che apparentemente non hanno nulla in comune.
A volte sembrano casuali, gli intrecci visivi, ma in realtà così precisi e studiati.
In fondo, la creazione è arte, ispirazione.
Arte miscelata, contrasti senza tempo e apparentemente difficili da comprendere.
La passerella è sempre un’occasione per creare uno show, di rimandi artistici e culturali.
Marras ci porta con lui in spazi fuori dal tempo, dove l’immaginazione non ha confini.
Le sue collezioni non seguono mai il trend del momento, ma quelli di un personale tragitto che segue logiche alternative, talvolta estranee al fashion system in termini commerciali.
“Fogu Fogu, (fuoco fuoco)”
Alta moda, Roma Terrazza del Pincio, P/E 1998
Musiche arcaiche, a cui la voce umana si mescola ai rumori d’ambiente.
Crepita il fuoco.
Avanzano lente le modelle con scenografici copricapi, portano l’immagine di Santa Barbara, protettrice dei minatori.
Gli abiti sono ricchi, giacche e capispalla con orli imbastiti.
Abiti lunghi, gonne affusolate.
Broccati, principe di Galles , tra i tessuti.
Tutto può funzionare per associazioni.
La sua moda è un testo da leggere.
Anche gli spazi del brand, gli store sono contesti intrisi di riferimenti da altri mondi: l’arte, la storia, i viaggi.
Talvolta sembra di essere parte di una fiaba, dal quale si viene inevitabilmente risucchiati.