Amore: una calamita
Quando paleso il grande amore che io provo verso il 14 febbraio, il giorno degli innamorati, incasso quasi sempre la stessa risposta “E’ un giorno fatto per arricchire fiorai…la festa del consumismo…una ricorrenza inutile….” e così discorrendo.
Io il 14 febbraio mi sento sempre un pò speciale…ripenso ai miei amori e al concetto di amore in generale…chi ha fatto battere forte il mio cuore? chi lo fa battere forte ora? quante volte ho rovinato le cose? quante volte lo hanno fatto gli altri? quando mi sono dichiarata? e quando invece ho optato per un ritiro?
Non importa… ripenso a quanto forte ha battuto il mio cuore, le emozioni i sogni, i progetti…quante cantonate! e quanti giorni perfetti … trascorsi un pò come Lilli e il Vagabondo, dividendo spaghetti e polpette.
Qualche giorno fa ho letto un articolo sul web con previsioni un pò apocalittiche che mi hanno molto turbata, David Levy, esperto di Intelligenza Artificiale e autore del libro Love and sex with robots, afferma che nel 2050 potrebbero addirittura venir legalizzati i matrimoni tra robot e persone e che già adesso sono aperti dibattiti legali ed etici a riguardo, che coinvolgono la religione, la cittadinanza, i diritti umani, la proprietà privata, etc…
Cosa deleghiamo a un robot?
Spesso in amore desideriamo solo una cosa: che l’altro risponda in maniera esatta e speculare a quelli che sono i nostri desideri: “dico ciò che vuoi, faccio quello che desideri”.
Ergo…”Fai ciò che desidero…ti programmo per rispondere alle mie domande…dammi la risposta giusta…se puoi sempre!
Consiglio un’attenta lettura: del libro “Ti amo ma sono felice anche senza di te” di Jaime Jaramillo, un testo che parla di donne e del raggiungimento di una consapevolezza: per amare in maniera equilibrata e matura è necessario imparare ad amare se stesse, bastarsi, non essere alla disperata ricerca di un uomo che ci dia conferme, sicurezza e faccia da specchio al nostro valore.
In commercio c’è già Pepper che, per la modica cifra di 1.700 dollari, è in grado di offrire tutto l’affetto di cui si ha bisogno. Questo bimbo sintetico prova emozioni, empatia e riesce a sviluppare una propria personalità. Pepper è l’emblema dell’amore nell’era post-umana, un’epoca caratterizzata dalla robotizzazione dell’uomo da una parte (attraverso arti artificiali, device, etc.) e l’umanizzazione delle macchine dall’altra.
Scenari futuri o realtà?
Perchè delegare a un’intelligenza artificiale le proprie emozioni? Solo per ottenere le risposte che vogliamo?
Non è meglio vivere?
“In amore vince chi fugge? Di certo perde chi rimane immobile dov’è”, molte storie parlano di amore tormentato, non corrisposto, di tattiche, ossessioni, di certo i rapporti umani, che siano di amicizia, amore o conoscenza sono la croce e delizia di tutti gli esseri viventi, l’uomo è un essere sociale, necessita di relazionarsi al suo prossimo anche quando dichiara il contrario. Le relazioni tra gli uomini non sono però sempre facili, si propone continuamente, specie in amore, un eterno gioco delle parti, che trasforma un rapporto in un braccio di ferro, in una gara di prestazioni, privando il legame della sua valenza più spontanea e genuina. Probabilmente si tratta solo di rapporti sbagliati, che testardamente cerchiamo di fare decollare.
A quale prezzo?
Quando due persone entrano in rapporto si crea spesso una situazione in cui -entrambi provano attrazione, -A prova più attrazione di B (es.90), -B prova meno attrazione di A (es. 50), -B percepisce l’attrazione 90 di A, quindi si trattiene e invece di manifestarne 50 ne dimostra 30 per non illudere A -Quand’anche A realizzi che B prova un’attrazione 50, soffre comunque perché è insufficiente ed è come se ne percepisse 0. -A soffre perché si sente rifiutato.
Si sprecano allora gli spasimi, le sofferenze, le imprecazioni di A nei confronti di un B “insensibile, snob ecc” quando in realtà si tratta dell’eterno gioco del “In amor vince chi fugge”. Il che è una dinamica normale in amore, legata ai caratteri, ai momenti, dinamica che può vedere i ruoli invertirsi o rimanere stabile. Perché si possa strutturare una storia bisogna però -che quel divario 90/50 si restringa -che B non sia costretto a trattenersi fino a 30- che per A il divario stesso diventi sopportabile. Altrimenti è una tortura, non è più in rapporto e la sola cosa da fare è troncare, senza rimpianti.
Ma in fondo…non è meglio vivere?
Storie che stentano a decollare…premessa alla fine di ogni rapporto o volano per una storia con tutti i crismi?
C’è chi la butta su un problema di spazi e mancato rispetto, chi invoca la famigerata fobia maschile per l’amore, chi ancora ne fa una questione di “mosse e possibili strategie”. Niente di più inutile.
Spesso in questi casi è la paura il nemico peggiore, un’emozione paralizzante, che ci rende goffi e insicuri, che non produce altro effetto che allontanare l’altro, perché l’amore è prima di tutto leggerezza e divertimento, c’è solo una regola che non ci farà mai sbagliare in amore come in ogni altro campo: fare ciò che si sente ed essere se stessi, seguire e ascoltare la nostra parte più magica , quella che in un flusso magico ci conduce di fronte all’altro con empatia, mettendoci in gioco e accettando che non sempre le cose vanno come desideriamo ma che sempre in amore vince chi ama, chi si mostra, chi corre dei rischi perché la posta in gioco è alta, la nostra felicità, l’occasione di trovare la persona con cui condividere la vita o un pezzo di strada.