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Il tempio cambogiano di Ta Prohm

Il tempio cambogiano di Ta Prohm

Centinaia di edifici sacri semidistrutti, pietre divelte e rotolate a terra, stretti corridoi, cortili chiusi, torri e lastre di pietra finemente scolpita memoria di grandezza del passato, il tutto inghiottito da piante rampicanti, radici e tronchi di alberi secolari che contribuiscono alla rovina ma, al contempo, conservano e rendono unico il tempio cambogiano di Ta Prohm, reso famoso dal film di Tomb Raider con Angelina Jolie.

Ta Prohm è solo uno (ma sicuramente il più spettacolare agli occhi dei visitatori) dei grandiosi templi cambogiani che si trovano all’interno di quello che è l’immenso sito archeologico di Angkor, capitale dell’impero Khmer tra il IX e il XV secolo, che governò un vasto territorio che comprendeva, oltre alla Cambogia, la Thailandia, il Laos e il Vietnam meridionale. La città di Siem Reap, sviluppatasi a partire dagli anni venti parallelamente all’aumento del flusso turistico, è il punto principale di accesso al parco archeologico di Angkor”, istituito per decreto reale nel 1994, che si estende un’immensa area di foresta di circa 400 km quadrati.

 

Diversamente dalla maggior parte dei templi di Angkor, Ta Prohm è rimasto nelle stesse condizioni in cui è stato trovato dai primi esploratori europei nel 16° secolo; l’atmosfera creata dalla combinazione di alberi che crescono sulle rovine e la giungla circostante lo hanno reso, appunto, uno dei templi più popolari di Angkor. Un luogo misterioso, dove il fascino mistico dell’Oriente si unisce alla natura primordiale.

Ma attenzione, lo stato di abbandono è solo apparente: il tempio è accessibile ai turisti che, camminando fra gli impervi sentieri, raccontano del senso di smarrimento e di stupore provato al cospetto di queste rovine strette nell’abbraccio della giungla.

 

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