STRALCI DA “I DIARI DI LUIGI NICOLINI”, mio nonno, professore di italiano emigrato da San Marino.
8 settembre 1921
Ero a mercatino conca dove passavo le vacanze estive divertendomi con una motocicletta, che mi era costata lire 2000 e che poi dovetti vendere perché guasta, quando mi giunse una cartolina da Roma di Don Giulio Gavio, dalla quale capii che la signorina Mary Mimiola di Feltre era ora libera. Egli sapeva già da tempo che avevo una simpatia per quella signorina, che secondo lui sarebbe andata bene per me.
Iniziai subito gli approcci inviandole una cartolina illustrata con saluti a lei e alla famiglia poi, il 1 ottobre, un giornale di San Marino con un mio articolo su Giovanni da Serravalle. Come andrà?
6 novembre 1921
Con il prezioso aiuto dell’amico Don Mario Zanini i miei approcci con la signorina Mimiola sembrano mettersi bene. Oggi, preso il coraggio a due mani, le ho scritto questa prima lettera:
“Signorina, tutte le volte in cui mi sono fatto la grave domanda “che cos’è la vita?” la mente ed il cuore mi hanno risposto che la vita è una missione di felicità alla quale siamo chiamati da una vocazione specifica.
(…) Alla mia vita pur felice devo sottrarre la perdita di quattro fratelli e sorelle che amavo con tutto me stesso.
(…) (…) devo essere sincero non posso mentire a me stesso, né a lei: ho spiato i suoi passi, ho cercato i suoi incontri, i suoi saluti, i suoi sguardi ed anche il suo sorriso.
(…) E se la volontà di Dio dovesse trovare in lei la più legittima interprete per assolvere degnamente la missione della vita nostra e giungere così a una perfezione ideale, non è forse un mio dovere e un mio bisogno chiedere a lei una parola che segni la mia via ed eterni il mio amore?
Ossequi molto cordiali, Luigi Nicolini
1 gennaio 1922
Mio fidanzamento ufficiale con la signorina maestra Mary Mimiola, con la quale avevo avuto uno scambio di lettere che erano valse a destare in lei, ormai disillusa in un suo amore precedente, una viva simpatia per me e una stima ancor più viva.
Finalmente dopo diverse simpatie più o meno indovinate per alcune signorine, fra le quali oltre alle già dette Emilia Salvioni di Bologna, la Nina Ceccoli e la Renzini di San Marino (mi ero fidanzato ufficialmente solo con la Ines Cervesi di Forlì – finalmente dimenticata completamente ma richiamata alla mente solo per la cronaca) il mio sogno si avvera!
8 maggio 1922
Mary e sua mamma partono per Pontebba, presso la signora Elisabetta Rossi, loro rispettiva zia e nuora, abile ricamatrice, per lavorare insieme in una coperta da letto e in altre cose che dovranno servire per la nostra nuova casa.
Si tratterranno circa un mese.
Come ci amiamo io e Mary! È un amore che non può mentire perché sincero e ardente.
5 e 6 settembre 1922 (martedì e mercoledì)
Mio matrimonio con Mary a Feltre.
Erano venuti da San Marino il babbo ed i miei fratelli don Terzo e don Settimio.
(…) (…)
Alle 10 terminato il rinfresco io e Mary partimmo con le nostre valigie in un’automobile della ditta Savioli alla volta di Montebelluna, per poi montare in treno salutati e baciati dai parenti, fra baci e strette di mano degli invitati che poi, dalla terrazza, ci lanciarono fiori.
Sono l’uomo più felice del mondo.