Una semplice rappresentazione del “giro della morte” o un riferimento ad una parte del simbolo dell’infinito. Il titolo stesso richiama a questo ciclo perpetuo.
“E’ il giro della vita eguale per tutti noi. Si decolla, si viaggia e si atterra. Esattamente come nella vita”.
Il nostro corpo è finito, ma chi ci assicura che la nostra anima lo sia?
Nel 2009 l’opera è stata esposta a Grenoble all’interno della collettiva Depart.
Testo tratto dal catalogo “21 retrospective Ciaccaezetazetai+neosim”