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Soffrire per amore: colpa del cuore o della mente?

Dicono tutti che le donne usino la parte sinistra del cervello, quella legata alla sfera emotiva, mentre gli uomini quella destra, legata alla razionalità. Ma è davvero così scientifico?

Sembra che nelle faccende di cuore ci sia sempre una battaglia fra quello che sappiamo e quello che sentiamo.

Amore: cuore o mente?

Che cosa bisogna fare quando ci si ritrova a oscillare fra la parte sinistra e quella destra? Quando si tratta di storie d’amore è meglio seguire il cuore o il cervello?

Questo è un dilemma in cui tutti siamo incappati almeno una volta nella vita, e non c’è niente da fare, mente e cuore hanno una relazione alquanto complicata. Che siano in perfetto accordo è cosa rara.

Il linguaggio del cuore è fatto di emozioni, trasporto, tenerezza, passione, mentre quello del cervello parla di realtà dei fatti, di analisi delle circostanze oltre il velo dell’illusione. Eppure certe volte c’è un miscuglio di sensazioni e pensieri che cambia le carte in tavola a seconda del tasto che viene premuto.

Soffrire per amore

Ecco allora che sentiamo nel nostro cuore che una situazione è finita ma la nostra mente cerca duemila giustificazioni per ogni parola detta o non detta, si fa viaggi interstellari cercando di capire il perché di un certo atteggiamento quando dall’esterno è chiaro che non c’è più trippa per gatti.

Il cuore lo sa che è finita ma si aggrappa alla mente sperando che il suo delirio sia reale perché ha bisogno di quell’amore, e non vuole arrendersi alla realtà delle cose.

Altre volte invece la mente fa di tutto per tenere le distanze da situazioni pericolose, perché lo sa che il cuore e l’istinto sono due personaggi poco raccomandabili quando sono insieme e certe situazioni sono come un salto nel buio. Eppure ne viene travolto, e nonostante le sue resistenze e tentativi di riportare ordine nella truppa non riesce a vincere la battaglia. Gli resta la triste consolazione del “lo sapevo che finiva così” e l’arduo compito di leccare le ferite.

E’ che certe volte non riusciamo a fermarci, e nonostante nella nostra testolina tutto gridi “NO”, dentro di noi arde il più spregiudicato e sconveniente dei SI’”. Le donne sono geneticamente portate a vivere questo conflitto, e nonostante soffrano quando le situazioni non vanno bene, riescono più facilmente a venirne fuori, non certo a costo zero ma con maggior dimestichezza e la grinta per rituffarcisi ancora.

E’ un po’ la condanna degli inquieti che, come dice Emily Bronte “ sanno com’è difficile sopravvivere alla tempesta ma non possono vivere senza”.Gli uomini, invece, riescono a mantenere una lucidità maggiore e un distacco di sicurezza che difficilmente li mette in crisi, almeno quelli che ho conosciuto io, che siano padri, fratelli, amici, colleghi, compagni, amici di amici e così via. Sono più pratici, si fanno meno pippe mentali, valutano i pro e i contro di una situazione, l’interesse reale che hanno nei confronti di una donna e cadono nel guado del conflitto interiore soltanto se scivolano nel sentimento e nella paura fottuta di perdere il controllo.

A questo punto scelgono, e questa è la grande risorsa del genere maschile: scelgono. Che poi lo facciano alla “cazzo di cane” questa è un’altra cosa, ma non si triturano i neuroni nel dubbio come facciamo noi ( o se lo fanno, certamente per un tempo più breve).

Hanno paura di perdere la testa e il controllo della propria vita? Fuga. Si sentono schiacciati in una relazione? Mollano o, se non possono o non hanno gli attributi per farlo, si scelgono alternative gestibili, ma senza sensi di colpa Ti amano alla follia? Fanno i salti mortali per averti e soprattutto tenerti.( La seconda cosa scricchiola un po’ ma facciamola passare).Non è sempre così, ovviamente. Ne fanno di sciocchezze e pensano anche di farla franca, ma in generale qualunque cosa facciano per tirarsi fuori da una situazione la fanno e basta.

Nel loro equilibrio la bilancia pende un po’di più dalla parte della testa. Poi ci sono le eccezioni ovviamente, che sono a volte meglio e a volte molto peggio della media, ma questo credo sia comune ai due generi. La differenza nel caso degli uomini la fa il cuore. Quando un sentimento cresce è come un fiume in piena, e gli argini della razionalità non riescono a contenerlo, non per molto almeno. Magari all’inizio non si accorgono che la cosa ha preso piede, e pensano di poterla gestire come fanno col Fantacalcio, ma appena capiscono che il fuocherello è diventato un incendio è ormai tardi, ci sono dentro a piedi pari. E qui parte il conflitto mente cuore, che crea una tensione interna di tale portata che o li porta alla fuga o li fa uscire in maniera meravigliosa.

Le donne invece sono più a loro agio col fiato corto, guerriere inconsapevoli a volte di battaglie fasulle ma comunque degne di essere combattute fino in fondo. Anche un po’ masochiste certe volte, votate al martirio più o meno coscientemente ma sempre sul pezzo. Se devono soffrire nell’incertezza, lo fanno fino allo sfinimento, si consumano fra il desiderio di lasciarsi andare completamente a discapito di tutto e la consapevolezza che cambiare strada è l’unica scelta da fare per portare a casa la pelle.

Prima di arrivare a una decisione davvero importante le donne si flagellano, ma poi è definitiva, senza ritorno. Mente e cuore nel corpo di una donna non fanno il militare, entrano direttamente nei corpi speciali senza passare dal via.

Lavoratori instancabili e coraggiosi, temerari e forti come nessun altro, la mente e il cuore di una donna sono gemelli diversi, che litigano, cercano di prevaricarsi, di avere la meglio, ma quando sono d’accordo non li ferma nessuno, e l’energia che scaturisce da una tale unione è qualcosa in grado di cambiare il mondo.

Se a volte è necessario seguire il cuore altre volte è vitale seguire il cervello, perché ci sono casi in cui la nostra capacità pensante viene offuscata dal desiderio, dalle emozioni, dalla voglia di mollare i freni inibitori e sentirsi liberi di seguire un impulso che arriva da dentro, da un luogo imprecisato dove risiedono le cazzate più grandi che possiamo fare ma che noi non riconosciamo come tali, se non col senno di poi, purtroppo.

In ogni caso se incontriamo sul nostro cammino questo dilemma cosmico è perché dobbiamo imparare una lezione, che sia ascoltarsi profondamente ( perchè sono certa che dentro di noi sappiamo sempre cosa fare in ogni situazione), avere il coraggio di scegliere per sé e non per gli altri, non aver paura di dire NO…oppure SI’, battersi per se stessi fregandosene altamente dei giudizi altrui, scegliere il proprio destino  o rischiare di essere felici.

Che sia cuore o sia mente a un certo punto bisogna mettere la posta sul tavolo e giocare le proprie carte…

“le jeux son faits,mes amis, rien ne va plus”

Buon viaggio anime coraggiose!

Maruska Cappelletti

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