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Ti amo alla follia…ma solo se fai come dico io

Ti amo alla follia

Mai avrei pensato di scrivere un articolo sulle pene d’amore…tema troppo scottante e complicato. Ma, si sa, all’esistenza non manca di certo il senso dell’umorismo e quello che cerchi scrupolosamente di evitare non tarda mai ad arrivare. Eccomi dunque alle prese con l’argomento più difficile della storia dell’umanità, intenta ad accontentare chi, con un entusiasmo quasi fanciullesco, mi ha chiesto di scrivere qualcosa su di lui: sì, sullAmore.

“Quello che noi chiamiamo “amore” è una combinazione di avidità e odio, ovvero desiderare di più e aver paura di perdere. Perciò quello che noi chiamiamo “amore” deve chiamarsi IGNORANZA”.

 Questo scriveva sull’amore Edward Bach nel lontano 1933.

Parole forti, crude, parole che feriscono l’orecchio di chi si aspetta zucchero e miele; tuttavia parole che risultano più vere di quanto a prima vista possa sembrare.

Lo scenario attuale ci propone discutibili principesse in attesa del Principe Azzurro che le salvi e che riesca a colmare i loro vuoti affettivi, e improbabili Principi che, scissi tra gli impegni calcistici e gli obblighi amorosi, si trovano spesso nell’imbarazzante incapacità di saper scegliere.

Il problema che sta alla base è che molto spesso l’amore viene confuso col bisogno; attaccamento e possessività diventano quindi le basi su cui si cerca invano di costruire un rapporto edificante, a discapito di quel “senso di appartenenza” che dovrebbe in realtà fungere da fondamentale collante per la coppia.

L’amore (quello vero) è un sentimento tanto nobile quanto difficile da raggiungere. Presuppone onestà nei confronti di se stessi, accoglienza profonda, dedizione totale e, non per ultimo, centratura interiore. Un rapporto di coppia che funzioni dev’essere per forza “costruito” con tanta pazienza e con quel senso di sacrificio (etimologicamente: rendere sacro) che è richiesto a chi, in qualsiasi contesto, vuole raggiungere risultati eccezionali. Gli occhi a cuoricino, le rose rosse e quel senso di incapacità di respirare rappresentano semplicemente l’inizio di quello che si rivela essere poi un lungo lavoro, e appartengono ai primi tempi, momenti in cui non si riesce a collegare un neurone con un altro e si porta a spasso se stessi in balia di uno stato di demenza totale. Ma l’Amore è ben altro.

Personalmente ritengo che, per chi decide di vivere in coppia (la bella notizia è che non è obbligatorio!), essa sia il banco di prova più difficile e impegnativo; tuttavia, i risultati che si possono ottenere sono i frutti più dolci da assaporare.

Nella coppia i due vengono a guarirsi a vicenda, uno lo specchio dell’altro, e per fare ciò entrambi devono essere disposti a mettersi in gioco; attraverso il confronto e la presa di coscienza, gradualmente ognuno dei due si scopre e si conosce a fondo, riconoscendo le ferite che lo hanno segnato e curando tutti quegli aspetti che gli impediscono di diventare un adulto in grado di amare davvero. Il rispetto dei ruoli dev’essere, ovviamente, uno degli ingredienti principali.

“L’amore reale deve essere infinitamente al di là della nostra comune comprensione, qualcosa di straordinario, la totale dimenticanza di sé (…)”

Edward Bach

 Amare davvero qualcuno presuppone una grande capacità di autosufficienza; solo partendo da questo punto fondamentale potrà nascere il desiderio di una condivisione profonda, duratura ed estremamente appagante.

Amare davvero qualcuno significa scrutarne l’anima e riconoscere la bellezza che si nasconde dietro ogni sfumatura, sia essa il pregio più grande o la fragilità più eclatante.

Amare davvero qualcuno significa riconoscergli totale libertà di azione e di espressione.

Ecco perché amare davvero qualcuno è così difficile.

Tutto il resto, scusate la schiettezza, è un misto tra favole a luci rosa e sentimenti spazzatura.

Se si desidera veramente smettere di provare le tanto famigerate “pene d’amore” si deve assumere un’ottica nei riguardi dei sentimenti ben diversa da quello che raccontano, per esempio, certe canzoni d’amore (quelle con la lametta allegata per intendersi). A volte provare dolore fa parte del pacchetto ed è inevitabile, ma soffrire di attaccamento morboso è sempre un optional.

Buon divertimento a tutti!

Chiara Pierobon

 

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