Veronica prese il biglietto e lo mise nella borsa. Stava camminando verso il pub era in ritardo come al solito, una fredda giornata di febbraio. Non riusciva a togliersi dalla testa quel nome Alfonso Mannati
Ancora qualche giorno e avrebbe scoperto dove viveva
” Ciao ragazzi scusate il ritardo” si cambiò mise la polo col suo nome ed iniziò a servire. Il locale non ancora pieno dava comunque il suo da fare.
Più tardi avrebbe dovuto cantare due pezzi con la band che si esibiva per la serata di musica dal vivo. Aveva già cantato con loro in un paio di locali in provincia. Veronica con la sua energia e la sua bellezza. E la sua voce aveva conquistato tutti. Il suo capo aveva un debole per lei. Passava su i suoi continui ritardi e le colleghe la coprivano ogni volta che si presentava fumata. Le sue relazioni con gli uomini duravano poco, si stancava velocemente. La serata era finita. Veronica dopo la sua esibizione stava dietro al bancone. Serviva le ultime birre ricevendo i complimenti delle persone. Paolo alla cassa batteva gli ultimi scontrini
” Com’ è andata?” chiese
“Bene benissimo, dalla settimana prossima da una passiamo a tre serate”
“Ti devo dire una cosa “
“Dimmi Vera…”
” devo stare via per un po’ ” Paolo smise di contare i soldi..
“Per quanto tempo?”
” non lo so..”
” come non lo sai…”
” è una faccenda personale” sedendosi ad un tavolo consumando una birra media.
” se solo volessi Veronica..”
..” Ancora con questa storia” prese il tabacco sbuffando si fece una sigaretta.
“Pensavo che una delle serate potesse essere tua”
“Mi cambio. Ho finito. Ora non è il momento. Parto domani”
“Sempre restia a parlare…vai, fammi sapere però quando pensi di tornare..”
Veronica salutò “ok ciao..” mentre stava uscendo si fermò torno indietro
“Ah..un’ultima cosa. Non sono la donna giusta per te. Non voglio legami non voglio più tornare su questa faccenda”
Fuori si accese la sigaretta, prese il cellulare scrisse un sms. Dopo qualche minuto ricevette la risposta
“Sono sveglio vieni quando vuoi”..
Lei è cresciuta lì a Torino insieme a su fratello Diego. Ora lui vive a Bologna, sono tre anni che non lo vede. La loro madre morta assassinata quattro anni prima, un efferato omicidio ancora irrisolto senza nessun colpevole. Da quel giorno la Vita di Veronica si concentra con ostinata determinazione ad indagare sul colpevole per vendicarsi. Diego prendendo al volo un occasione di lavoro partì .Non riusciva più a vivere nella casa dove la madre fu uccisa e l’ostinazione della sorella provocò un allontanamento tra i due. Uscita dalla casa di Matteo dove trascorse la notte prese al volo l’autobus per casa sua dove recuperò la valigia già pronta e si precipitò in stazione dove un frecciarossa l’avrebbe portata a Bologna nel primo pomeriggio. Era soddisfatta. Mantenne questo stato d’animo per tutto il giorno. Ebbe la conferma: Alfonso Mannati. Ora il suo piano aveva un obbiettivo. I portici di Sant’Isaia erano come al solito sporchi, la luce della sera che incombeva. Destinazione piazza San Francesco per un aperitivo con Mattia. Era da circa un mese che si frequentavano e Diego era contento. Il lavoro a cui aveva dedicato ininterrottamente tre mesi lo avrebbe consegnato l’indomani. I disegni perfetti, l’editore contento. A Bologna il suo nome iniziavano a conoscerlo come fumettista. Gli squillò il cellulare rispose
“Pronto chi parla” silenzio chiuse. Qualche secondo “drin drin”
“Allora pronto..”
“Sono io” ora era lui a fare silenzio la voce di Veronica. Fu come un abbraccio.
“Veronica Sorellina!!!”
“Sono qui…possiamo vederci? “camminando su e giù per la stanza
“Sei a Bologna. Dove?”
“Via Mazzini ho preso una stanza al blumen hotel. Sono le sei. Vediamoci in Santo Stefano tra mezz’ora “
Era sorpreso. La sorella con la sua forza ricomparsa nella sua vita per come si erano lasciati non pensava che si facesse viva. La sua voce unica nota stonata .Ferma, decisa incalzava.
” è urgente. Devo vederti subito!!! E’ per mamma!!”
Si fermò e si appoggiò ad un portone, Si tolse la sciarpa che lo opprimeva “Diego..capito?”
Riprese il controllo ” ok va bene arrivo” Veronica chiuse..
È lui si diresse alle Sette Chiese. Sapendo che gli ultimi quattro anni sua sorella li aveva trascorsi con l’ossessione di trovare chi ha ucciso la loro madre. Fu naturale pensare da parte di Diego che qualcosa l’avesse trovata e conoscendo il desiderio di vendetta pensò che la parte più nera di lei prese il sopravvento esigendo sangue.
Lui scappò da Torino inventandosi un lavoro che trovò dopo. Dei sogni decisamente reali portarono angoscia nella sua vita, Non riusciva più a respirare in quella casa. Fu lui a rinvenire il cadavere di sua madre sdraiata sul letto dissanguata, col vestito a fiori, il suo preferito ancora indosso. Quell’ immagine fissa nella sua testa e la notte prima di partire fece un sogno in cui la madre gli diceva” guardati vicino…”…Un incubo. Decise di scappare. Veronica scendeva giù nel burrone. Lui voleva rimanerne fuori per tenderle la mano qualora ce ne fosse stato bisogno.
Santo Stefano, accogliente come sempre. Lei stava seduta su una panchina quasi al buio sotto degli alberi. Diego la vide. il suo cuore batteva forte. Veronica, il loro amore fraterno aveva resistito alla fuga del padre. Alice li aveva cresciuti da sola, tra mille difficoltà, con il suo sorriso e la sua forza. Erano piccoli, quell’età dove la figura di un padre era importante. Si sedette di fianco a lei. Si guardarono per dei minuti in silenzio, fermi. Poi con un lento gesto Diego accarezzò il viso di Veronica. Lei per qualche secondo si abbandonò alla mano del fratello per poi repentinamente tornare dura, decisa.
“Io sto bene..e vedo anche tu..”
“Siamo qui..ora..non posso crederci!!!”
“Credici … Ma non sono qui per piacere.”
“Vieni a casa mia a dormire”
“Meglio se stiamo separati “
“Perché?”
“Ho il nome” e un sorriso le illuminò il viso
“Di chi?”
“Non fare il finto tonto..lo sai “
“Come fai ad esserne sicura”
“Ricordi Matteo lotti?”
“Il commissario”
“Scopiamo e son riuscita con i loro indizi ma con i miei metodi a trovarlo!!”
Diego prese una sigaretta ma lei lo fermò, accese una canna e gliela passò. Senza esitare la prese ed iniziò a fumare. il tempo scorreva in silenzio. Le loro tirate andavano a calmare l’ atmosfera rendendola più accogliente ai loro corpi, Veronica felice di vedere suo fratello si concesse di chiudere per un po’ il suo cassetto di sangue godendo dei suoi abbracci, ridendo, prendendosi in giro ricordando quei momenti in cui loro tre erano felici. ritrovando quel filo magico che li univa. Parole nostalgiche. Sguardi complici. Il tempo passato senza vedersi era già dimenticato per Diego.
Veronica disse “Alfonso Mannati” a sentire quel nome Diego smise di ridere..
“Come si chiama?”
” Alfonso Mannati, un illustratore” e aggiunse
“Ne sono certa, cinque anni prima che mamma morisse…trovarono una donna morta stesso modus operandi, Era il principale indiziato ma le prove non bastarono”
Non credeva a ciò che sentiva si era ammutolito..
“Ora devo scoprire dove vive. A Torino no”
“lo so”
“Sai cosa?”
“Smetti di cercare”
“Perché Diego?”
” lui vive qui a Bologna!!”Veronica se lo fece ripetere più volte..
Il fratello spiegò che lo conosceva, lo aveva aiutato facendogli da assistente per un libro di fumetti, in una campagna di solidarietà in favore dei bambini affetti da autismo. Sapeva dove abitava ed aveva anche i suoi cellulari di lavoro e privato.
“Il punto è semplice, mi aiuti?” domandò Veronica
” a fare cosa?”
“lo sai” Diego cercò di cambiare discorso ma il tentativo fallì
“Caro fratello, quella merda deve pagarla!!” la strada dove la sorella voleva condurlo arrivava giù nel burrone, fatto di sangue, di quelle dove non si torna più indietro.
“Come fai ad essere sicura che sia lui?”
“Mamma lo conosceva lei ha lavorato per un casa editrice dove lui fu l’editor..”
Guardava nel vuoto, non replicando si alzò, fece qualche passo, Veronica lo guardava. Le chiese se voleva venire a mangiare da lui, Doveva far desistere la sorella dal suo intento omicida l’avrebbe persa del tutto e non voleva che ciò accadesse. Finito di cenare, in quelle ore trascorse con Veronica, dopo tre anni di lontananza capì che la sorella era cambiata: il suo aspetto sempre solare, la sua bellezza accattivante, la sua simpatia rimaste intatte, il suo cuore no. Percepì più desiderio che vendetta nel voler uccidere Alfonso. Ne parlava con estremo trasporto, pianificava con meticolosità, metteva una maschera. E Diego ebbe la cruda sensazione che fosse quella vera, l’ unica vera persona, sangue del suo sangue che lui amava celava un animo nero e bramoso di uccidere.Mentre accendeva il secondo spinello Veronica si guardava in giro e si accorse che non c’erano foto della madre, solo le loro, da bimbi, al mare a quattordici anni. L’estate in colonia, ma di Alice nulla. Diego arrivò col caffè lo mise sul tavolino vicino al divano.
” allora questo amaro e per te..” lei prese la tazzina e si sdraiò sul divano
” ma neanche una foto di mamma?”
“No” rispose secco
” bravo!!” passandogli la canna..
Lui la prese e la lasciò spegnere nel posacenere e si sedette per terra sul tappeto. Appoggiando la schiena al divano..
” in fondo dei due il più fifone sei tu…”
“Cosa vuoi dire..”
” dai la notte a te il buio faceva sempre paura e quando andavamo da nonno Francesco in campagna, se lui uccideva qualche animale per mangiarlo io stavo a guardare come facesse, tu ti coprivi sempre il viso ed io a prenderti in giro.
Fifone fifone!!!”
” ho rimosso e comunque qual’è il problema?”…
” nessuno. Io farò quello che devo da sola..”
“E poi..che succederà?” Domando Diego
“Avrò esaudito il mio desiderio”
“Si di vendetta o di uccidere?” Veronica lo guardava lui era di spalle..
Ci mise un po’ a rispondere “una non esclude l’altra..” Ed alzandosi, mettendosi in posa di fronte a lui, mimando un attore di teatro di qualche tragedia..” Sangue chiama sangue” e scoppio’ in un una grossa risata..
“Ti perderai piccola Veronica. Uccidere non è mai la soluzione, Sento che brami quel momento, ti conosco non puoi mentire ma ti perderai e non so se resisterò “
Lei lo guardò si mise le scarpe e senza dire nulla apri la porta e andò via. Diego rimasto solo, pensò ad Alfonso Mannati,le volte che era stato con lui, avergli stretto la mano, cene, pranzi, riunioni, per due mesi vi trascorse molto tempo e non si dava pace che potesse essere l’assassino di sua madre. Ora doveva solo decidere se tendere la mano a Veronica o no. Aspettava la sorella era pomeriggio e stava lavorando a delle bozze. Quando sentì il citofono.
” si chi è?”
“Sono Alfonso Mannati..Diego!!” lui qui..
“Ciao ,scusa il disturbo devo chiederti una cosa scendi per un caffè”
” non posso aspetto Veronica” pentendosi di averlo detto..
“Allora se mi permetti salgo io..ti rubo solo un quarto d’ora “
Non dovevano incontrarsi..” Guarda..per oggi..” Poi sentì la voce di sua sorella
“Mi scusi,permette” la chiamo” Sali Veronica”
“Buongiorno sono Alfonso” tendendogli la mano..
Porse la sua,Diego corse di sotto..
“Si vivo a Torino,son venuta a trovare mio fratello..”
” Diego è tuo fratello”disse Alfonso
“Si “
” interessante…”
Diego apri il portone e li vide conversare..
” ciao” dando un bacio a sua sorella..
“Ciao scusa se non ti ho avvisato,ma devo chiederti un cosa” disse Alfonso..
Veronica lo guardava non aveva mai pensato al suo aspetto ed ora trovarselo di fronte il cerchio stava per chiudersi. Riuscì a mantenere il controllo delle sue emozioni.
“Ora non posso mi spiace ti chiamo..”rispose Diego
“ok ,sentite posso invitarvi una sera a cena..”stava per rispondere Diego
Ma Veronica lo anticipò ” certo molto volentieri..”sorridendogli..lui guardandola negli occhi. Salutò e andò via. Si sveglio all’improvviso tutto sudato, prese il cellulare che teneva sul comodino, chiamò Veronica. Suonava ma nessuna risposta. In preda all’ansia andò in cucina a bere un bicchier d’acqua, non riusciva a togliersi il sogno appena fatto. Lei, Alice stava nella cucina di nonno Francesco e preparava da mangiare. Veronica l’aiutava “ciao amore mio dai unisciti a noi” disse sua madre lui la guardava.Aveva indosso lo stesso vestito di quando la trovò morta.
“No mamma lui non mi vuole aiutare..”intervenne sua sorella..
Diego girandosi verso il lavandino vicino la finestra vide dei vestiti sporchi di sangue .Alice li prese mettendoli nella lavatrice e poi rivolta a lui.
“È vero non la vuoi aiutare?” non sapeva cosa rispondere, Veronica aprendo un cassetto prese due coltelli grandi una lo diede a sua madre e si avvicinarono. Diego iniziò a indietreggiare quando furono a pochi centimetri da lui..
” amore mio devi stare vicino a tua sorella” queste parole come un disco incantato. Seguitarono per svariati minuti con anche la voce di Veronica, si mise le mani sulle orecchie cercando di non sentIre ma invano. Poi si tocco l’addome e vide uscire del sangue. Vedendo Veronica guardare fissa il coltello
“Non preoccuparti piccolo mio..” disse sua madre affondando il coltello nello stomaco. Piano piano chiuse gli occhi e riaprendoli di fronte lui solo Alfonso, che puliva il coltello con un fazzoletto bianco dicendogli “la prenderò la prenderò” Diego guardò i suoi piedi immersi in una pozza di sangue ed iniziò a urlare. Richiamò Veronica. Ora era spento. Si vestì velocemente uscì scese in cantina, prese la bicicletta e si diresse al b&b dove alloggiava. Erano passati due giorni, di Veronica nessuna notizia il cellulare staccato. Quel sogno non intendeva abbandonarlo, ricorreva nei suoi pensieri, come una premonizione maledetta. Decise di chiamare Mannati e gli diede un appuntamento in piazza Maggiore. La giornata era soleggiata. Il freddo dava una tregua. Si sedette sulle scale di San Petronio e si guardava in giro. Arrivò Alfonso si salutarono e si mise di fianco a lui.
“Ciao Diego come stai?”
“Diciamo bene…”rispose..
“Non pensavo che mi chiamassi quando ci vedemmo sotto al tuo portone, mi sei sembrato strano..”
“No perché dici questo..”
“Una sensazione..è tua sorella? “
Non rispose..”Diego…”incalzò Mannati
“Si sono solo un po’ stanco, in questo periodo dormo poco..” Alfonso si accese una sigaretta chiedendogli” allora Veronica!!” Perché continuava ad interessarsi a lei. Cambiò discorso..” Non dovevi dirmi qualcosa..” Mannati diede una bella tirata.
“già,sto lavorando ad un libro su Vivien Maier..e volevo farti vedere il mio lavoro, per avere un tuo parere..”
“La fotografa?”
” si,facciamo così..domani sera vieni a cena da me..dillo pure a Veronica. Verso le otto..ti va bene?” Diego rivide nei suoi occhi lo stesso sguardo del sogno. Ebbe poi un sussulto vedendo Alfonso tirar fuori dal suo giaccone un fazzoletto bianco..”ok da te alle otto” saluto’ allontanandosi. Si girò due volte e vide Alfonso che lo guardava fisso piegando il suo fazzoletto. Appena sotto casa Veronica lo stava aspettando.
“Ciao ma dove cazzo sei finita?” Chiese alterato. Lei gli diede un bacio
“non sono più una bambina..e poi siamo stati tre anni senza vederci, ti potevi preoccupare prima” era strana, cercò di insistere ma non ebbe nessuna risposta
“Saliamo ti faccio un caffè..”tirò fuori le chiavi per aprire il portone..
“No facciamo due passi” per tutto il tragitto non dissero una parola. Arrivati in Piazza Malpighi Diego disse” ho visto Alfonso” sperando in una qualche reazione da parte di lei che non ci fu
‘”hai sentito!!”Veronica annuì col capo
” domani sera ci aspetta a cena alle otto a casa sua..”niente è come se a lei non importasse nulla di quello che gli diceva non faceva trasparire nessuna emozione. Dopo qualche minuto fermi al centro della piazza disse”ok ci vediamo a casa di Alfonso” con un tono serafico, tranquillo lo abbracciò e andò via.
Era in confusione, la compostezza di Veronica lo aveva spiazzato. Come sapeva dove abitava Mannati? non ricordava di averglielo detto. Nelle ore passate provo più volte a chiamare sua sorella senza nessuna risposta. Vide Mattia cenarono assieme e poi andarono a casa di lui. Ebbero un amplesso. Passò lì la notte. La mattina senza svegliarlo gli diede un bacio e andò via.
Camminando lesse il messaggio “sono già a casa di Alfonso..ti aspettiamo..” Non riusciva a capire questo linguaggio confidenziale nei confronti di Mannati. Veronica era una calamita per gli uomini, che anche lui avesse ceduto al suo fascino?
Sarebbe stata disposta a tutto pur di raggiungere il suo scopo.
“Sono Diego”
“Ti apro conosci la strada “premette il tasto per salire in ascensore, poi cambiò idea e si fece tre piani a piedi. Trovò la porta aperta..”permesso”
” vieni vieni..ciao!!!”gli prese il cappotto e lo fece accomodare in sala..
Veronica seduta su una poltrona beveva birra. Alfonso andò in cucina a finire le ultime cose per la cena. Lei lo guardava con uno strano sorriso sul viso, Diego trattenne il suo fastidio..” Cosa bevi?” Urlò dalla cucina..Alfonso
” quello che beve mia sorella!!”rispose, e gli portò una Ceres.
” ancora dieci minuti ed è pronto..”e tornò ai fornelli. La casa era grande,arredata con buon gusto mobili di pregio, si avvicinò a Veronica.
” Allora vuoi dirmi cosa sta succedendo!!!”piegandosi. Si appoggiò ai braccioli della poltrona viso a viso
Lei gli fece l’occhiolino” tutto sotto controllo fratellino..”
Diego a bassa voce” non vorrai farlo stasera…”lei con delicatezza gli appoggiò la mano sulla bocca non facendogli finire la frase, si alzò e andò da Alfonso. Tornarono in sala. Veronica con una pirofila di tagliatelle la poggiò sul tavolo. Si accomodarono ed iniziarono la cena. Notava guardandoli una complicità negli sguardi, discorrevano delle bellezze di Bologna, del lavoro che stava per ultimare e ridevano. Gli sembrava di vivere una realtà distorta, non partecipava molto alla conversazione solo di tanto in tanto diceva qualcosa, Poi vide che Veronica dalla tasca dei sui jeans tirò fuori il fazzoletto e a Diego parve essere quello che aveva Alfonso quel pomeriggio. Fu preso dal panico .Improvvisamente si sentiva debole. Voleva alzarsi ma le gambe non rispondevano al comando, la vista si annebbiava, per poi tornare normale
“Non…mi sento bene..” Disse” non riesco a muovermi!!”sei paralizzato!! “rispose
Secca sua sorella
” Veronica..cosa..” vide la mano di lei prendere quella di lui.. ridevano, dicevano qualcosa e lo guardavano. Faceva fatica a capire le loro voci
“ascolta Diego sai quando mi hai chiesto se era più desiderio o vendetta” con sguardo cupo disse Veronica,
Cercò di alzare il braccio
“non puoi,sei paralizzato!!! Alfonso ti ha messo una sostanza nella birra..”ripetè con voce sinistra,guardava sua sorella e non riusciva a credere a quello che gli stava facendo
.”desiderio, da sempre caro fratello..ho quel desiderio…fin da bambina la vista del sangue, mi affascina”
Alfonso si alzò si mise dietro di lei, le poggiò una mano sulla spalla e con l’altra accarezzava i capelli..”e lui ha capito…come sono..chi sono!!!” Si alzarono e presero Diego. Arrivati davanti una porta lei la apri, entrarono, lo misero su una sedia .Alfonso accese la luce.. sopra un letto il corpo di uomo completamente nudo agonizzante. Diego lo riconobbe era Mattia, urlo!!
“dio cosa hai fatto!!,” alle braccia aveva attaccati dei tubi collegati ad una macchina con sotto due contenitori in vetro dove si depositava il sangue
“ecco questo è il mio primo..il tuo ragazzo..”disse Veronica. Si mise vicino al fratello. I suoi occhi erano carichi di godimento. Alfonso si avvicinò all’orecchio di Diego” era già tutto scritto. Ora di lei me ne occuperò io” prese il suo braccio e gli fece una profonda incisione al polso e con delicatezza lo appoggio sulla gamba fece la stessa cosa con l’altro.
L’ultima cosa che vide Diego furono le mani di Veronica sporche di sangue mentre indossava il vestito a fiori della loro madre.