Gabriele Gambuti, nato l’8 gennaio 1959 a Montescudo, cittadino sammarinese, coniugato con Patrizia Conti e padre di due figli: Alberto e Filippo.
Vive a Montegiardino e lavora come archivista a San Marino.
Gabriele Gambuti è un autodidatta. Da sempre. Caparbiamente innamorato e soddisfatto dei propri lavori sia che si tratti di ceramica sia che si tratti di dipinti su tela.
Ha iniziato sin da piccolissimo a sei anni con i burattini di cartapesta. La terra argillosa che trovava fuori casa, la buttava a cuocere direttamente nel camino di casa.
E poi le scuole, l’incontro con i suoi maestri e insegnanti fondamentali per quell’imprinting che lo caratterizzerà poi, ancora poi e ancora oggi.
Alle elementari era invitato a rielaborare graficamente sul linoleum le storie sugli animali raccontate poco prima. Improvvisare gli è sempre venuto bene.
Alle medie additato come esempio per i suoi compagni di classe dopo aver disegnato sulla lavagna un pesce. Non un pesce normale evidentemente. Un pesce si direbbe alla Gambuti.
Inizia a dipingere da giovanissimo, nei primi anni settanta. Nel 1973 (terza media) la prima mostra a Montecolombocon lavori a tempera.E poi a Rimini, Bologna, Grenoble e Oberhausen in Germania.
Gabriele è un “curioso”, non inquadrabile ordinariamente.
Caratteristica principale? A suo dire è quella di “sperimentatore” sia che si tratti di metalli, di terre, di ceramiche, di tele, di canvas, di legno, etc. etc. Ci deve sempre provare insomma!
“Chi amo dei grandi del passato? Picasso, lo sperimentatore per eccellenza.”
L’ultimo progetto l’Albero Rosso:che è della “Ferita” al Lago di Soanne, del “Fulmine” nel giardino di Ronald e Janne a Oberhausen per finire all’Albero Rosso nel “Fosso Rosso” di Santarcangelo. E’ la Via dell’Albero Rosso.
L’ultima mostra: Mostra di ceramiche “Da Serenella” di Gabriele Gambuti. Nel Bar dell’oramai da tempo immemorabile chiuso ristorante “La Serenella” le opere in ceramica in una rassegna sintetica che propone agli affezionati il meglio di Gambuti in tale ambito.
Un’anticipazione di quanto sarà nei suoi pensieri e progetti nel prossimo futuro: ceramica, ceramica e ancora ceramica.
Che cosa pensa dell’arte e degli artisti a San Marino? Ci sono tanti talenti, ma non vi è la volontà politica, di supportarli adeguatamente. A volte manca l’umiltà a volte mancano i soldi ma gli artisti ci sono sempre. Sempre presenti.
Il Gambuti non lo nascondo è il mio preferito in assoluto. E’ stato un grande onore quello riservatomi di poter lavorare insieme in un progetto a quattro mani :“Self Portrait”.
Ciò a dimostrazione che anche gli artisti, seppure dannatamente individualisti, possono invece interagire e collaborare artisticamente insieme.
A cura di Alberto Chezzi